Il secondo Rapporto dell’Osservatorio giovani della Provincia mette in luce che tra i ragazzi le politiche del panico non hanno fatto ancora breccia

Dal campione di 1000 ragazzi tra i 15 e i 29 anni, residenti in Milano e provincia, sono emersi dati interessanti sulla relazione tra giovani e sicurezza e la percezione che hanno gli stessi di essa. Nonostante gli ultimi fatti di cronaca, nonostante la gogna mediatica a cui spesso gli immigrati sono sottoposti, le nuove generazioni non sembrano affatto considerare il “diverso” o lo straniero un problema. Anzi ben più della metà del campione ammette di trovare piacevole confrontarsi con ciò che non conosce, incluse le realtà diverse dalla propria.
Paura e angoscia per le strade cittadine hanno una diversa percezione tra ragazzi e ragazze. Mentre i primi si sentono abbastanza sicuri nelle vie che frequentano (68% in città e 83% nei comuni limitrofi), le ragazze non condividono questa serenità e, soprattutto dopo un certo orario e la notte, evitano le zone a rischio, sia da sole, sia in gruppo con altre amiche (47%). Risulta quindi che la sicurezza nelle strade è un problema solo femminile e come tale va accolto e affrontato.
I problemi percepiti come gravi nel proprio quartiere sono principalmente l'inquinamento (quasi 60%), i furti e gli atti vandalici, mentre aggressioni sessuali e scippi appaiono non essere presenti nella realtà della propria zona di residenza. Ad ulteriore dimostrazione che spesso il tema dell’insicurezza è più un problema di percezione indotta dall’agenda politico-mediatica che dovuto ad un vissuto.
Senza dubbio il contesto familiare e sociale in cui i giovani sono immersi è percepito come positivo e forse da questo deriva una soddisfazione diffusa e gratificante. L'amicizia tra coetanei e propri simili è tra le forme di "socialità ristretta" quella che più contribuisce a creare un ideale affettivo coinvolgente, oltre che rassicurante. Emerge infatti che l'appartenenza al gruppo può essere tanto uno strumento di possibile attività e svago, quanto un mezzo per acquisire una sicurezza maggiore, soprattutto in luoghi sconosciuti, dove si potrebbe essere più esposti al pericolo.
Benché non manchino i sentimenti di timore, possiamo appurare che vi è una visione ottimistica del futuro che, al contrario di quanto si potrebbe dedurre da certi messaggi veicolati dai media, viene considerato una valida risorsa in prospettiva dell'avvenire.
E' chiaro quindi che siamo di fronte a nuove leve per nulla alla deriva che, nonostante le incertezze di un presente non idilliaco, vedono nel domani la possibilità di un riscatto, forse più capaci, ce lo auguriamo, di un'energia pragmatica maggiore rispetto alla generazione dei loro predecessori, oramai ultra trentenni.
Stefania Clerici