Il PD ha presentato un esposto alla Procura generale della Corte dei Conti per fare luce sul comportamento dell’Amministrazione in carica

Non basta scaricare le responsabilità sulla Giunta Albertini, che nel 2005 sottoscrisse l’emissione di un bond trentennale da 1,685 miliardi.
Non basta rintracciare demeriti e leggerezze nel passato.
Sulla faccenda derivati l’opposizione a Palazzo Marino vuole vederci chiaro, mettere nero su bianco i comportamenti illegittimi dell’attuale Amministrazione, unica responsabile di rinegoziazioni “suicide” del famoso bond della discordia.
Diversi i “capi d’accusa”.
Selezione degli interlocutori: non si contesta soltanto la scelta delle banche con cui stipulare i contratti, avvenuta privatamente e senza procedure concorsuali; sussisterebbero conflitti di interesse tra istituti consulenti delle operazioni bancarie e quelli utilizzati per la loro esecuzione.
Scarsa trasparenza: l’Amministrazione ha taciuto sulle ingenti perdite relative alle operazioni stipulate e non ha coinvolto il Consiglio comunale nel corso delle rinegoziazioni.
Imprudenza nella contrattazione: l’amministrazione non ha tenuto conto dei rischi connessi alle variazioni dei tassi.
Violazione della legge: illegale l’utilizzo dei derivati per copertura dei rischi esistenti e la sottoscrizione di contratti Credit Default Swaps avvenuta nell’ottobre 2007.
L’intento della denuncia è quello di ottenere l’annullamento dei contratti. Nella stessa direzione si procederà nei prossimi mesi con un ricorso alla Corte dei Conti e una richiesta al Sindaco di autotutela.
L’esposto del Pd arriva a sette mesi da quello inoltrato alla Procura della Repubblica.
Arriva a 4 mesi dal poco rassicurante rapporto dei tre saggi incaricati dal Sindaco di delineare lo stato di salute dell’erario comunale.
In quell’occasione Giacomo Beretta, presidente della Commissione Bilancio, aveva riconosciuto l’imprudenza dell’Amministrazione nell’utilizzo di strumenti sofisticati come i derivati.
Oggi, di fronte alle accuse dell’opposizione, difende viceversa l’operato del Comune, estraneo a parer suo, a qualsiasi eventuale irregolarità.
I numeri però parlano chiaro: oltre 200 milioni di perdite (legate alla valutazione attuale del contratto) legate ai derivati, 80 milioni di costi impliciti versati alle banche, 12 milioni persi nel 2008.
E alla vigilia dell’approvazione del bilancio si cominciano a mettere segni “meno”: sarebbero 15 i milioni di perdita per il 2009.
Giulia Cusumano