Le continue polemiche tra i candidati all’appuntamento del 14 novembre rischiano di fare un regalo al centrodestra in difficoltà

Insomma, un pasticcio che rischia di regalare al centrodestra –in salsa pidiellin-leghista o futurista-terzista– un altro giro a Palazzo Marino.
Vero è che, come sostengono coloro che hanno accusato i partiti di essere entrati a piedi pari nella competizione per le primarie, il vertice del PD milanese ha legato la propria credibilità e il proprio futuro all’esito della candidatura di Stefano Boeri.
Infatti, se il 14 novembre Giuliano Pisapia –sostenuto dai partiti della sinistra– dovesse spuntarla, anche con l’appoggio di Onida chiamatosi fuori dalla contesa, si innescherebbe un moto tellurico che investirebbe anzitutto il Partito democratico di Milano aprendo al contempo un varco al centro dello schieramento politico per l’operazione che Gianfranco Fini è venuto a benedire a Milano lunedì pomeriggio proprio nelle stesse ore in cui il centrosinistra meneghino e i quattro candidati tentavano di ricomporre i cocci delle primarie.
Futuristi, terzisti, centristi e transfughi del Pdl attendono l’esito delle primarie, insieme a Gabriele Albertini che continua a schermirsi, a lanciare segnali e a suscitare molta preoccupazione nel Pdl e nella Lega, tant’é che il 2 novembre sarà ricevuto ad Arcore, dove il Presidente del Consiglio tenterà di dissuaderlo dal ricandidarsi o, con un coup de téatre nemmeno così imprevedibile, decidere di metterlo al posto dell’attuale Primo Cittadino.
Albertini ha dichiarato che scioglierà i suoi “dubbi” sul proprio futuro politico il 15 novembre. Chiaro riferimento al fatto che, se dovessero esserci le condizioni per strutturare un terzo polo all’ombra del Duomo, l’ex Sindaco si candiderebbe con la concreta possibilità di arrivare al ballottaggio con il candidato di Lega e Pdl, mentre l’opposizione, sommersa dalle macerie, rimarrebbe a guardare.
Beniamino Piantieri