L’ossessione securitaria ha trasformato la povertà in una colpa e anche Milano rischia di diventare un fronte della Guerra agli ultimi

Milano potrebbe accodarsi a Cittadella –e ciò con tutto il rispetto per il piccolo centro padovano, dà da pensare– scendendo anch’essa in guerra contro i poveri. L’appiglio giuridico è la direttiva europea 38/2004, recepita dall’Italia l’aprile scorso. Il motivo politico è il “ricatto” della Lega che ha minacciato di non votare il bilancio se non si compirà a breve un altro passo nell’escalation della guerra ai Rom.
Per il momento il Sindaco ha scelto di temporeggiare, acquisendo l’ordinanza del comune padovano per valutarla attentamente. Anche nella maggioranza i dubbi sull’efficacia del provvedimento non mancano: a partire da AN, che sulla questione Rom ha gareggiato in intransigenza con i Leghisti, per arrivare all’Assessore Moioli –sicuramente il membro della Giunta più vicino al Sindaco–, che, da noi interpellata, ha mostrato non poca freddezza sulla possibilità che a Milano si adotti un provvedimento del genere, affermando che comunque il percorso di mediazione inaugurato con il “patto di legalità” va avanti.
Va avanti comunque anche la crociata anti-Rom, poichè se le ordinanze modellate sulla direttiva europea riguarderebbero tutti gli immigrati comunitari, è evidente che il bersaglio sono i nomadi nei confronti dei quali si passa dal pregiudizio secondo il quale sarebbero geneticamente votati a vivere nel degrado e dediti ad attività criminali alla perseguibilità vera e propria della povertà.
Al di là delle contraddizioni intrinseche a questi provvedimenti –dal fatto che i molti immigrati costretti a lavorare in nero non possono certificare il proprio reddito, all’effetto domino di ordinanze che decretando l’espulsione da un territorio comunale produrranno a cascata l’adozione di provvedimenti analoghi nei comuni limitrofi–, il “modello Cittadella” mette in luce ormai senza alcuna ipocrisia nè pudore che la povertà non è nè un ostacolo da rimuovere sulla strada dell’emancipazione sociale, nè un male da lenire con la solidarietà, bensì solo sporcizia da eliminare.
Facile delineare i lugubri scenari cui può condurre quest’ansia di pulizia sociale per la quale la facile ricerca di consenso attraverso la gestione politica del panico si concretizza nella monetizzazione della cittadinanza.
Intanto a Milano in questo inizio d’inverno sono almenno 150 i bambini che dormono in tende aggrappate al fango ghiacciato ai margini e negli interstizi della città. La colpa è dei loro genitori così poveri da fuggire dai villaggi della Romania dove si vive con meno di due euro al giorno. Sempre che la povertà sia una colpa.
Beniamino Piantieri