Va avanti il cammino dell’area ex gasometri della Bovisa, tra passaggi istituzionali e battaglia dei residenti per una progettazione condivisa

Lo scorso 10 luglio, presso la sede del Consiglio di Zona 9, si è parlato ancora dell’area ex gasometri della Bovisa, durante una Commissione Territorio zonale allo scopo di chiarire il futuro di quell’area anche nota come “la Goccia”.
Uno dei nodi fondamentali per quanto riguarda qualsivoglia progetto sull’area riguarda il problema delle bonifiche, trattandosi di suolo ex-industriale e dunque inquinato, tanto che la bonifica compariva nel Pgt già ai tempi della Giunta Albertini: ora, nel 2006 è entrata in vigore una nuova normativa (più elastica di quella precedente che fissava limiti inderogabili di presenza dei vari inquinanti) basata su quella che viene chiamata “analisi di rischio”, ovvero prevede l’accettazione della presenza di un certo quantitativo di inquinanti in base dall’uso che si vuole fare del terreno in cui gli inquinanti si trovano: un conto è costruire case, un altro conto è destinare il territorio a verde; ed è sulla base dell’interazione che gli inquinanti possono avere con gli esseri umani che si ragiona.
Questa “analisi di rischio” è stata affidata a Metropolitana Milanese (più il Politecnico che ha offerto spontaneamente supporto), e i dettagli della cosa verranno definiti proprio in questi giorni durante una “conferenza dei servizi”, cioè un incontro tra gli enti direttamente coinvolti nell’analisi del territorio in questione: Arpa, Asl, Provincia, Comune, oltre ai “portatori di interesse in zona” che sono a2a, Politecnico, Consiglio di Zona e eventuali altre realtà che possano dimostrare anch’esse la validità della loro richiesta.
Uno delle questioni principali legate al destino dell’area è come al solito quella legati ai costi, i dettaglio ai costi non da poco della bonifica: a disposizione ci sono cinque milioni di euro dal Ministero, più una ventina versati dal Politecnico per la bonifica in cambio di una parte dell’area da utilizzare per l’Università.
Durante l’incontro è intervenuto anche l’architetto Giuseppe Boatti (qui è possibile vedere il suo intervento durante l’assemblea pubblica tenutasi ad Aprile sul Parco della Goccia, promossa dal Comitato La Goccia) che ha spiegato nel dettaglio i rischi dovuti all’inquinamento, facendo presente che nella realtà la bonifica “non dovrebbe essere così estesa e profonda da dover trasformare e buttare all’aria completamente il territorio”. Il responsabile Mario Lagorio ha comunque precisato che sarà lui a introdurre la prima proposta di intervento sull’area, dopo “la caratterizzazione” (cioè l’analisi del terreno) e che l’intenzione è quella di partire con una zona da mettere a verde. Sarà poi “l’accordo di programma” tra i proprietari della zona deciderà il tipo di uso e di edificazione.
I residenti e gli interessati che sono riuniti nel Comitato La Goccia e che stanno seguendo con attenzione il percorso istituzionale dell’area hanno giustamente chiesto, ancora una volta, di poter essere coinvolti come parte interessata alla Conferenza dei servizi dedicata all’area.
A.P.