In via Salomone, tra abusivismo e problemi strutturali in perenne attesa di risoluzione. E un interrogativo su quei 10 milioni spariti nel nulla
| Niente di nuovo, niente che non si sia già visto in molte case popolari della città, niente di così grave finchè la cronaca non decide che debba diventarlo: una bolla di degrado generale, in cui si trovano tantissimi edifici delle periferie milanesi e contro cui molti comitati e associazioni spontanee di cittadini combattono. Ieri è stato il turno di via Salomone, di quel blocco di edifici che rispondono ai civici dal 32 al 66. Ne avevamo già parlato nel 2013, quando si staccò un plafone dal nono piano di uno dei palazzi e l'appartamento corrispondente fu dichiarato inagibile. |
Ieri, in occasione di un sopralluogo effettuato dalla Commissione Sicurezza richiesto dal Comitato “Salomone Rinasce”, la situazione è apparsa immutata, se non peggiorata. L'appartamento di uno degli inquilini, il signor Michele Grillo che vive al nono piano, mostra pesantemente i segni di una mancanza di manutenzione protratta per anni: infiltrazioni, crepe, sgretolamenti in corrispondenze delle grondaie, cornicioni che rischiano di venir giù da un momento all'altro. Per non dire della situazione delle cantine, occupate abusivamente da persone che ci dormono, in condizioni igieniche che definire precarie è poco: dopo l'ultimo allagamento gli inquilini non possono più utilizzarle, e coloro che le occupano in molti casi le hanno blindate con dei lucchetti.
Il presidente del Comitato, Oscar Strano, racconta che le segnalazioni all'Aler sono continue, ma che la risposta è sempre la stessa: "Non ci sono soldi". C'è poi l'eterna questione dell'abusivismo: si stima che su 500 famiglie 170 siano abusive. Si stima, perché un vero censimento non è mai stato fatto. La responsabilità dell’ente gestore, ALER, è innegabile: sia per quanto riguarda il degrado strutturale sia per una situazione generale in cui prolifera un'illegalità diffusa.
"Serve un intervento deciso ed immediato da parte di ogni attore rispetto alle proprie competenze" ha affermato Gabriele Ghezzi, Presidente della Commissione Sicurezza, "al contrario è mia intenzione produrre a breve un esposto alla Procura Generale della Repubblica di Milano per le palesi inadempienze che a mio avviso possono avere rilevanza penale. Staremo a vedere".