Regione, Provincia, Comune e hinterland di fronte a una contraddizione non più derogabile

L'Azienda Milanese, prima imputata dell'aumento dei biglietti, nei giorni scorsi si è difesa puntando l'indice sulla delibera n. 609/07 della Provincia approvata lo scorso 26 luglio. La Provincia ribatte sostenendo di non aver fatto altro che applicare gli indici tariffari che annualmente la Regione elabora sulla base degli incrementi del costo della vita, come pure indica la delibera in una serie di riferimenti preliminari (cfr anche il D.G.R. 8/5118, del 18 luglio 2007, pag. 2164-2169). Paolo Matteucci, Assessore ai trasporti in Provincia, ha tenuto a precisare come negli anni passati la Provincia si sia sobbarcata l'onere finanziario di congelare gli aumenti previsti dagli indici Regionali.
Ma perché allora non sono aumentati tutti i biglietti? Il Comune di Milano, che gestisce l'applicazione effettiva delle tariffe della sua municipalizzata -come ha puntualizzato Marco Osnato, Presidente della Commissione Consiliare Mobilità, Traffico e Ambiente- ha congelato gli aumenti per quanto riguarda la sola fascia urbana.
Dopotutto è ragionevole pensare che dal punto di vista politico non sarebbe stato un atto così fortunato se la Giunta si fosse resa responsabile di un aumento sul trasporto. Per varie ragioni, oltre che per il semplice fatto che è una misura di per sé impopolare. Negli stessi giorni infatti si sarebbe dovuta annunciare la sperimentazione della pollution charge. Inoltre il trasporto urbano milanese deve ancora scontare lo storico aumento scattato con l'entrata in vigore dell'euro.
Nessun riguardo invece per le tratte della prima zona per un servizio comunque coperto da ATM. Ma è questo aumento, insieme al ticket antismog e all'estensione della sosta a pagamento, che ha scatenato l'ira del vicinato.
I Sindaci dell'hinterland si riuniranno il prossimo 10 settembre per discutere le prossime iniziative da proporre a un Tavolo in cui chiedono la presenza di tutte le istituzioni. Un tariffa unica sembra essere l'obiettivo.
Un tavolo che sembra sempre più necessario per superare una situazione di frammentazione decisionale che rischia di tramutarsi in una impasse in cui tutti, per primi i cittadini, sembrano destinati a rimetterci.
Fabio Davite