Il Parere dell’Ordine degli architetti della Provincia di Milano svela le numerose contraddizioni del Piano del governo del territorio

Al di là del faticoso iter della discussione tra emendamenti e rinvii a causa delle assenze tra i banchi della maggioranza, qui vogliamo approfondire alcuni aspetti tecnici messi in luce dal parere inviato alla Giunta dal Consiglio dell’Ordine degli architetti della Provincia di Milano.
Il documento degli architetti lombardi, senza dare un giudizio sulle finalità politiche e ‘ideali’ che ispirano il PGT, mette in evidenza alcune problematiche che dovrebbero consigliare un profondo ripensamento dell’intero Piano del governo del territorio.
Anzitutto, l’Ordine degli architetti sottolinea come alcuni aspetti ambientali e trasportistici non siano stati potuti prendere in esame in modo analitico perché alcuni documenti collegati al PGT non sono ancora disponibili al pubblico.
Tralasciando alcuni rilievi legati a tecnicalità amministrativo-autorizzative, quali il peso dell’istruttoria del piani attuativi, la disparità di trattamento tra situazioni ricadenti all’interno delle stesse classi di zonizzazione morfologica e l’assestamento del sistema delle certificazioni, il parere dell’Ordine degli architetti evidenzia come il PGT non metta nel dovuto rilievo l’esigenza di edilizia sociale con il conseguente rischio “di incentivare uno sviluppo a più velocità, con zone di pregio e di alto valore fondiario, centrali e subcentrali (…) dotate di servizi pubblici e privati, relegando alla periferia i meccanismi di compensazione sociale”, lasciata –aggiungiamo noi– al buon cuore dei privati beneficiati da sostanziose concessioni volumetriche nelle zone di maggior pregio.
Altro elemento che il parere degli architetti lombardi mette in evidenza sono le consistenti differenze tra le cifre relative allo stesso aspetto che si possono ritrovare tra i diversi documenti che compongono il PGT (Documento di piano e Piano dei servizi): sia sulla capacità edificatoria, che sul numero di nuovi residenti insediabili, che sulle superfici destinate al verde e ai servizi, che sulle presenze diurne (city users) il Documento di piano e il Piano dei servizi riportano numeri considerevolmente differenti. La domanda sorge spontanea: quale cifra per ogni singola voce determinerà la Milano del futuro?
Infine il documento dell’Ordine degli architetti avanza numerosi dubbi sulla fattibilità economica del PGT elencando una serie di cifre –tratte dal Piano dei servizi– poco tranquillizanti e che potrebbero rivelarsi un rischio per il bilancio futuro del Comune.
B.P.