Il Comune esamina le inchieste in corso e la CGIL denuncia l'inefficacia dei controlli

Mercoledì l'allarme più deciso è arrivato da Antonio Lareno, delegato della Cgil per Expo, che ha fornito alcuni elementi utili a capire sia la natura delle inchieste in corso, sia l'efficacia delle misure di prevenzione antimafia fin qui adottate. Su questo punto Lareno ha attaccato: “le informative della Prefettura (sulle aziende sospettate di contiguità con la criminalità organizzata) non sono né tempestive né efficaci”.
L'allarme si lega all'inchiesta sul primo appalto di Expo. In questo caso l'azienda Elios di Piacenza, che era stata estromessa dai lavori per precedenti indagini a suo carico per inquinamento ambientale in Piemonte, ha fatto ricorso al Tar, e la sentenza è prevista per il 16 gennaio. In base al Protocollo per la legalità, la società Expo una volta ricevuta l'informativa della Prefettura ha esercitato il proprio potere discrezionale, giudicando il reato di inquinamento ambientale (sul quale l'inchiesta piemontese è ancora in corso) come possibile spia di infiltrazione mafiosa. Ma tutto questo, ovviamente, non è scontato, come contesta l'azienda. Si tratta di una misura precauzionale, appunto, e intanto i lavori continuano.
Per quanto riguarda l'appalto per la piastra, sul quale la Procura ha aperto un'inchiesta settimana scorsa, Lareno ha sottolineato come sul risultato della gara non sia stata eseguita la verifica di congruità. Un passaggio importante, soprattutto perché il ribasso del 41% è vicino alla soglia di 'anomalia' del 43%, e fa prevedere quantomeno forti risparmi da parte del consorzio di imprese che si è aggiudicato la gara. A questo proposito, del resto, dopo l'allarme sul forte ribasso lanciato il 18 luglio dallo stesso Formigoni Infrastrutture Lombarde aveva posto ulteriori paletti alla stessa Mantovani, che si era impegnata a limitare i subappalti e a non effettuare ulteriori risparmi, come emerso anche da un comunicato di Expo Spa del 2 agosto scorso.
Non sono ancora chiare le ipotesi dei magistrati che hanno aperto l'inchiesta, indagando il direttore di Infrastrutture Lombarde Rognoni per turbativa d'asta.
Comunque stiano le cose, il fatto che sorprende è che nelle indagini sia coinvolta solamente Infrastrutture Lombarde, tanto che lo stesso ingegner Molaioni, responsabile di progetto per Expo, intervenendo mercoledì in Comune non abbia saputo fornire altri elementi sull'inchiesta, assicurando comunque che la società allo stato attuale non può che considerare regolare l'appalto.
Tra i tanti elementi emersi in Commissione, come detto non nuovi, ricordiamo solo l'ennesima richiesta del consigliere radicale Marco Cappato di rendere pubblici sul sito di Expo gli elenchi delle imprese che partecipano ai subappalti per l'esposizione universale. Una richiesta che, tra qualche sorpresa, è apparsa nuova al professor Flick – insediato peraltro solo da due settimane -, il quale ha chiesto al consigliere comunale il riferimento della pagina internet dei Radicali di Milano in cui già questi dati sono stati autonomamente pubblicati dallo stesso Cappato.
Intervenendo alle Commissioni consiliari Flick ha voluto sottolineare che l'opera più importante da costruire è “il padiglione virtuale, che coniughi legalità ed efficienza”.
Claudio Urbano