Dal conflitto alla riparazione: un incontro di storie vere con i ragazzi delle scuole e dell'Istituto penale minorile Beccaria per il 90esimo anniversario della nascita del Cardinale Carlo Maria Martini
Un incontro importante, di quelli che danno l'opportunità di scoprire come, lontano dai riflettori e nella quotidianità, molte persone s'impegnino per portare aventi progetti che incidono davvero sulla vita dei singoli e della collettività: mercoledì 15 marzo scorso, presso il teatro dell’Istituto penale minorile ‘Beccaria’, si è tenuta un'iniziativa di incontro e di spettacolo dal titolo “Oro nelle ferite: dal conflitto alla riparazione”. Organizzata dal Comune di Milano in occasione del 90esimo anniversario della nascita del Cardinale Carlo Maria Martini e in preparazione alla visita di Papa Francesco a Milano, la mattinata ha avuto come tema centrale quello della giustizia ripartiva, e come attori di questo tema le persone che la operano ogni giorno, dai ragazzi ospiti dell'Istituto di correzione Beccaria agli operatori, a molti studenti, ed è stata presentata come la conclusione di un progetto educativo che ha coinvolto i ragazzi delle scuole superiori ITSOS Albe Steiner, IS Galilei Luxembourg e del Beccaria, appunto. |
"Siamo abituati a un concetto feroce di giustizia come qualcosa che interviene a punire chi ha sbagliato" ha spiegato Ceretti. "Ma esiste una giustizia il cui senso profondo è favorire attività di incontro e comprensione da parte degli attori protagonisti. Nulla aiuta come incontrare la vittima del reato che si è commesso". La mediazione è un luogo della speranza, su cui bisogna investire per renderla reale. Il carcere deve essere anche il luogo dell'investimento per il recupero. E per questo si è partiti da una focalizzazione della mediazione tra vittima del reato e autore del reato per arrivare a una reciproca assunzione di responsabilità, in un percorso in cui la giustizia non si accontenta di una sentenza ma vuole offrire alle vittime dei reati così come ai loro autori la possibilità e l'occasione per superare insieme le conseguenza del reato.
E' andata dunque in scena, creata dal lavoro, dai corpi e dalle voci dei ragazzi coinvolti, un'esperienza estremamente innovativa: grazie allo strumento straordinario del teatro, e a percorsi laboratoriali sul tema della giustizia riparativa, tutti hanno avuto modo di sperimentare una modalità relazionale totalmente nuova. Chi ha raccontato le proprie paure dopo una tentata invasione nella propria casa, chi ha spiegato che non sa davvero perché ha fatto quello che ha fatto, chi ha raccontato i dettagli di un furto su un tram. Parole e voci, vere, di ragazzi che si sono messi in gioco e hanno sperimentato cosa significa ripararsi, riparare. E che l'hanno simbolicamente mostrato donando un vaso rotto, coi cocci incollati: di nuovo integro, ma più fragile. Qualcosa di cui avere cura.
A.Pozzi