Lo stato delle carceri minorili italiane e la proposta di un codice penale per i minori, insieme a quella di un regolamento penitenziario ad hoc
Un nuovo codice penale per i minorenni. E' la richiesta che Antigone ha avanzato durante la presentazione di Keep it Trill, il sesto rapporto dell'associazione sulla giustizia minorile. "Trill - ha spiegato Susanna Marietti, coordinatrice nazionaledi Antigone - nello slang hip hop, nasce dall'unione delle parole ‘true’ e ‘real’ per indicare qualcosa di genuino e autentico. Trill’ sono le storie dei ragazzi che finiscono nel circuito penale e che Antigone racconta nella serie video con Kento, con le loro difficoltà, fragilità, possibilità. |
L’articolo 27 della Costituzione assegna alla pena una funzione rieducativa e pone limiti all’esercizio del potere di punire allo scopo di evitare trattamenti contrari al senso di umanità. Principi che, per essere adattati a ragazzi e ragazze, richiedono una diversa elencazione di reati e un ben più vario pluralismo sanzionatorio. Il furto di un ragazzino in un supermercato - sottolinea Gonnella - non può essere paragonato a quello in appartamento di una persona adulta. Il primo potrebbe essere depenalizzato, trattato civilmente, o affidandosi alla giustizia riparativa. Ben potrebbe essere trattato fuori dal diritto penale".
Questo anche a fronte del ruolo fortunatamente sempre più residuale che la detenzione dei ragazzi e dei giovani adulti ha all'interno del sistema penale minorile. Al 15 gennaio 2022 erano 316 (di cui 140 stranieri e 8 ragazze) i minori e giovani adulti detenuti nelle carceri minorili italiane, a fronte di 13.611 ragazzi complessivamente in carico al Servizi della Giustizia Minorile. Il 52,5% di chi si trova in un Istituto Penale per Minorenni (IPM) è senza una condanna definitiva. Tuttavia questo dato non preoccupa come avviene nel mondo degli adulti. Infatti, proprio per la residualità della detenzione in carcere, l'IPM è generalmente una tappa breve e, al momento della condanna definitiva, il percorso si svolge soprattutto altrove, nelle comunità e sul territorio. Per questo motivo, anche quando si finisce in IPM, non è affatto detto che poi lì si sconti la pena o il resto della misura cautelare. Quando la condanna diventa definitiva, il sistema tende a trovare una diversa collocazione per il ragazzo, spiegando così l’alta incidenza percentuale delle custodie cautelari.
Per quanto riguarda i reati, il rapporto di Antigone sottolinea come nel 54% dei casi i ragazzi sono entrati in IPM per avere commesso delitti contro il patrimonio. Questa percentuale sale al 60% per gli stranieri e addirittura al 73% per le ragazze. I reati contro il patrimonio sono seguiti da quelli contro la persona, che sono in media all’origine del 20% degli ingressi, percentuale che in questo caso scende al 18% per gli stranieri e addirittura all’8% per le donne. Proprio sui reati si registra un importante calo negli ultimi anni. Se si guarda al numero totale dei minorenni arrestati o fermati dalle forze di polizia, siamo passati dalle 34.366 segnalazioni del 2016 alle 26.271 del 2020, con un calo percentuale del 24%. Non tutto è esito della pandemia. Il calo, infatti, era già riscontrabile nel 2019 quando le segnalazioni erano state 29.544, con un calo rispetto al 2016 del 15%.
Un ruolo importante, nel sistema della giustizia minorile, è quello rappresentato dalle comunità. Sono 637 in tutta Italia e nel 2021 hanno ospitato oltre 1.500 ragazzi, accompagnandoli nel percorso di reinserimento sociale.
Quest'anno il rapporto di Antigone è stato presentato presso l'ufficio di Roma di Legance - Avvocati Associati che da diverso tempo sostiene il lavoro di Antigone.
Il rapporto completo è sul sito www.ragazzidentro.it dove è possibile trovare anche una pagina dedicata al dettaglio dei diversi istituti penali.
Qui la pagina dedicata all'IPM Beccaria di Milano.