La Lombardia si conferma la prima regione del nord per numero di reati contro l’ambiente: i dati del Rapporto Ecomafia 2012 di Legambiente

Un dato, quello degli esponenti del mondo politico coinvolti nei loschi affari dell’ecomafia, confermato anche nel dossier presentato a Roma tre settimane fa sulla corruzione legata alle politiche ambientali (riferita al periodo compreso tra 1/1/2010 e 30/09/2012), in cui le inchieste relative a questo tipo di fenomeno risultano 78, di cui 15 in Lombardia.
In termini monetari, la stima è di oltre 450 milioni di euro di fatturato illegale.
Neanche a dirlo, al top della classifica lombarda sta il ciclo illegale dei rifiuti, grazie al quale la regione si posiziona al quarto posto (salendo in due anni dal 14esimo al quarto posto dietro Campania, Calabria e la Puglia) con 340 infrazioni (il 6,4% del totale): un ciclo purtroppo saldamente interconnesso con quello del cemento e del movimento terra per il quale sono state 344 le infrazioni accertate nel 2011 (in calo) e 455 i denunciati.
“Più che mai in questi giorni all’onore delle cronache per tutte le sue contraddizioni, la regione più ricca, con la capitale morale d’Italia, è un paese in cui la democrazia è in svendita” ha dichiarato Anna Canepa, magistrato della direzione nazionale antimafia “e in questo contesto bisogna pensare a delle strategie di contrasto”.
Sempre più pressante, a tal proposito, come dichiarato dai diversi relatori presenti, la richiesta di inserire i reati contro l’ambiente nel codice penale, un’istanza espressa dalla corte di Bruxelles ma ad oggi ignorata.
Una situazione preoccupante soprattutto in vista di Expo 2015: come ha spiegato Cannavò (ascolta l’audio), è proprio in occasione dei grandi cantieri che il controllo è più difficile e le infiltrazioni più estese. A questo proposito si ricordano le inchieste relative al Parco Sud e alle discariche abusive da cui è costellato, i rifiuti tossici rinvenuti nel terreno durante la costruzione della linea ferroviaria Milano-Torino, Santa Giulia: terreni inquinati, bonifiche mai realizzate, edifici costruiti sopra le scorie. Accade nella seconda città agricola d’Italia, e i prodromi di questi reati sono da ricercarsi spesso nei meccanismi corruttivi del potere, imprenditoriale e politico.
“I tentativi di infiltrazione ci saranno” ha detto in proposito il Sindaco Pisapia “con Expo è impensabile che non ci siano, ma quello che emerge è la volontà di un cammino comune per combattere la mafia, e questo mi fa dire che è una sfida che vinceremo”.
Parole positive e di speranza in un contesto, quello emerso dal rapporto Legambiente, piuttosto fosco: agli illeciti accertati sul ciclo dei rifiuti e sul ciclo del cemento vanno poi ad aggiungersi quelli contro il patrimonio faunistico (dal bracconaggio al commercio di specie protette, ai combattimenti e corse clandestine) e i furti di opere d’arte (archeomafia), per i quali la Lombardia è terza dopo la Campania e il Lazio, e prima della Toscana, con 143 furti solo nel 2011 (12, 9% del totale nazionale).
A.Pozzi