Parte da Milano la campagna per una regolamentazione nazionale del gioco d'azzardo

Ormai quasi un anno fa avevamo presentato il Manifesto dei sindaci contro il gioco, tra i primi firmatari il Comune di Milano. Ora i Comuni ad aver firmato il “Manifesto” sono oltre 310, e proprio da questo testo è nata la proposta di legge nazionale.
Tre i versanti principali su cui si muove la legge, ridefinendo le competenze dei Sindaci, le misure per la cura e l'assistenza alle patologie legate al gioco, ma anche quelle per limitare i rischi di riciclaggio e di infiltrazione della criminalità organizzata nel settore.
Un aspetto questo particolarmente significativo anche pensando a Milano e alla Lombardia, dove il clan di 'ndrangheta Valle-Lampada, i cui esponenti di spicco sono stati arrestati nel 2011, ha cercato ottenere la concessione dai monopoli di Stato proprio per entrare nel settore del gioco.
Su questo piano la proposta di legge prevede di applicare le norme del codice antimafia per regolare l'accesso al settore dei nuovi operatori, si chiede che le società fiduciarie e i fondi di investimento dichiarino l'identità del titolare effettivo dell'impresa, nonché l'istituzione dei registri delle scommesse e dei giochi a concorso perché tutte le operazioni rimangano registrate.
Ridefinendo i poteri a livello locale, la legge continua ad attribuire alla Questura il compito di valutare l'apertura di nuovi esercizi per le scommesse, ma prevede che siano i sindaci ad avere l'ultima parola sulle nuove aperture. A questo proposito si chiede, secondo quanto hanno già tentato diversi Comuni compreso Milano, che le nuove autorizzazioni rispettino le norme di pianificazione territoriale degli enti locali, e tutelino le condizioni di una “reale sicurezza urbana”, anche limitando gli orari d'esercizio delle sale.
Ci sono poi tutte quelle norme che servono a limitare il più possibile l'accesso al gioco (già ora vietato sotto i 18 anni) da parte dei minori, con provvedimenti quali la necessità di identificarsi tramite tessera sanitaria per iniziare a giocare, come già ora avviene per l'acquisto delle sigarette ai distributori automatici.
Uno dei provvedimenti più efficaci per ridurre l'incidenza del gioco sarebbe però l'armonizzazione fiscale del settore, che finora gode di un trattamento di assoluto favore, con una tassazione che nella media è intorno al 10%. Una prescrizione di questo tipo è del resto già inserita nella legge delega per la riforma fiscale, per ora votata alla Camera.
“È una buona legge, con pochi punti deboli”, ha commentato illustrando il testo Angela Fioroni, già sindaco di Pero e segretario di Legautonomie Lombardia. Un testo insomma, già pronto per essere discusso a livello nazionale, e non animato da tentazioni proibizioniste che ne limiterebbero il senso e l'efficacia, favorendo il punto di vista degli operatori del settore.
Perché arrivi in Parlamento ci vorranno 50.000 firme, e la campagna parte da Milano. Si potrà sottoscrivere il testo anche in tutte le sedi dell'anagrafe comunale. In realtà, nessuna proposta di legge d'iniziativa popolare è mai diventata legge dello Stato. “Non ci illudiamo che questa venga adottata”, ammette sempre Angela Fioroni, che però si mostra ottimista. “L'importante è che possa costituire davvero la base per una discussione in Parlamento”.
“Quante volte ci siamo sentiti impotenti come amministratori locali di fronte alle richieste d'aiuto che arrivavano dai cittadini: ora questa proposta di legge dà agli stessi cittadini l'occasione di compiere un atto di responsabilità”, ha ricordato David Gentili, presidente della Commissione antimafia di Palazzo Marino.
Cluaudio Urbano