I Comitati per l’acqua pubblica lanciano l’allarme: il Governo Monti vuole liberalizzare il servizio idrico

Gli stessi che si stanno già mobilitando e organizzando sit in di protesta in molte città italiane, e che ora lanciano un nuovo appello al Governo Monti, cui è possibile aderire on line, per il rispetto dell’esito del referendum, perché “oggi più che mai, si scrive acqua e si legge democrazia”.
A Milano per ora si sta a vedere; il testo del decreto cambia giorno per giorno, e si preferisce aspettare un testo definitivo prima di scendere in piazza. L’attuale situazione la spiega Roberto Fumagalli, del Comitato Promotore Referendum Acqua Pubblica: “Con il decreto si prevede di mettere a gara tutti i servizi pubblici, tranne l’acqua. Ma il Governo Monti dimentica che nel primo quesito del referendum si chiedeva la tutela anche delle municipalizzate che si occupano della raccolta dei rifiuti e del trasporto pubblico. Inoltre con un cavillo, anche il servizio idrico rischia di ricadere nell’ondata di liberalizzazioni, con la gestione degli acquedotti affidata ad enti di diritto pubblico e non più solo a società di capitali”.
Fumagalli sottolinea che si parla ancora di ipotesi, ma il rischio c’è, e riguarda anche un altro capitolo del decreto Monti. Si dice infatti che i Comuni in dissesto, quelli che non raggiungono il pareggio di bilancio, non saranno più sostenuti dall’intervento statale, ma dovranno ritrovare l’equilibrio mettendo sul mercato le aziende municipalizzate, tra cui gli acquedotti. “Due cose chiediamo al Sindaco Pisapia: che smentisca quando dichiarato recentemente dall’Assessore al Bilancio Bruno Tabacci, ovvero che il referendum è stato un errore e che bisogna chiudere l’esperienza delle municipalizzate, e che, nel momento in cui il decreto fosse approvato, si mobiliti insieme agli altri sindaci per combattere contro questa logica e in difesa dell’esito del referendum”.
Giulia Cusumano