Il Comune incontra l’Associazione “Vivi e progetta un’altra Milano” e apre al confronto sul futuro dell’area

Lo spettro del Garibaldi-Repubblica inquieta non poco la cordata immobiliar-bancaria che si è aggiudicata la più importante –anzitutto in termini di immagine e redditività– operazione di riconversione urbanistica che abbia interessato Milano negli ultimi decenni. Sul Garibaldi-Repubblica pendono cinque ricorsi al TAR e la magistratura amministrativa ha già emesso due sentenze che hanno bloccato un cantiere.
è forse per scongiurare questo scenario che pochi giorni dopo l’avviso di Dallocchio, ancora una volta dalle pagine dell’autorevole quotidiano economico, l’economista Marco Vitale ribadiva il concetto e individuava anche il responsabile del possibile stallo: il Comune. “I progetti avanzano a fatica –dichiarava Vitale– anche perchè, a monte, manca una grande idea di città. Ciascuno lavora per proprio conto, senza una regia complessiva. è chiaro che questo ruolo dovrebbe essere interpretato innanzitutto dal Comune.”
Con queste premesse, non è stata una sorpresa l’incontro tenutosi pochi giorni fa tra l’Associazione Vivi e progetta un’altra Milano e l’Assessore Masseroli. Dopo due anni di muro contro muro, con il Comune intenzionato a non cedere ai comitati, le pressioni per un approccio più dialogante da parte del consorzio CityLife stesso hanno avuto effetto.
La motivazione ufficiale dell’incontro era la volontà da parte dell’Assessore all’urbanistica di illustrare lo stato dell’arte dei progetti e alcune novità piuttosto rilevanti, tra le quali la cessione da parte della Fondazione Fiera al Comune di Milano di 60.000 metri quadrati occupati attualmente dai padiglioni fieristici a sud dello Steccone Bellini, la trasformazione di quello che resta della Fiera (Padiglione Bellini, Centro di via Gattamelata) in Centro Congressi, la trasformazione del Museo del Design in Museo di Arte Contemporanea, la futura costruzione della linea di metropolitana 5 con due stazioni, una sotto i futuri grattacieli CityLife ed una in viale Scarampo, con possibilità di spostare alcuni spazi commerciali nella Stazione Tre Torri, la possibile trasformazione del Vigorelli in Palazzetto dello Sport o Centro Sportivo, la conversione del parcheggio sotterraneo previsto su piazzale Carlo Magno in parcheggio di corrispondenza con il metrò.
Queste modifiche, che accolgono in parte quanto richiesto dai residenti, prevedono la trasformazione della nuova area in parco pubblico e la collocazione in esso del museo progettato da Libeskind. Non prevedono, invece, lo spostamento di edifici residenziali, come auspicano i residenti, per aprire alla città il parco verso le vie Senofonte e Spinola e piazzale Giulio Cesare. Lo spostamento del museo porta alla costruzione di alcuni edifici residenziali nella zona dove era previsto il museo, riducendo i volumi degli edifici residenziali nelle altre aree. Infatti, sono abbassate le altezze degli edifici lungo via Senofonte e Spinola, viene aperta la visuale da via Rossetti e da Piazza Amendola verso il centro dell'area, occupato dal grattacielo della Hadid, vengono eliminati gli edifici progettati da Maggiora su viale Cassiodoro, vengono diradati gli edifici di Isozaki su viale Boezio, i grattacieli di Isozaki e Hadid vengono spostati per dare spazio alla stazione sotterranea del metrò.
Con queste modifiche, secondo i residenti, il Comune rinuncia a trarre tutti i possibili vantaggi dall'acquisizione della nuova area, che dovrebbe permettere di spostare gli edifici verso nord e creare un parco compatto verso sud. Si crea invece un parco verso il futuro Centro Congressi di cui però, come sottolinea Rolando Mastrodonato –Presidente dell’Assocazione Vivi e progetta un’altra Milano– “potranno godere pienamente solo i congressisti, valorizzando la proprietà della Fiera ma non facendo l'interesse della città.”
Il motivo di questa scelta starebbe nei tempi necessariamente lunghi che occorrerebbero per ottenere la variante all'accordo di programma del 1994 tra Comune, Provincia, Regione e Comuni di Rho e Pero che riporterebbe i 60.000 mq nell'area ceduta da Fiera. Un altro motivo sono i possibili ricorsi civili che potrebbero fare contro la Fondazione Fiera i partecipanti al concorso del 2004 vinto da CityLife, in quanto ogni concorrente si era impegnato a realizzare il progetto presentato.
L’Associazione ha esposto all'Assessore Masseroli le pregiudiziali per evitare la via del contenzioso legale ed ha annunciato che sono stati predisposti due progetti alternativi, sui quali per il momento non è stato aperto un confronto. Da parte sua l’Assessore all’urbanistica non ha rifiutato le pregiudiziali dei residenti. Non le ha nemmeno accolte.
Per il 9 gennaio è stata fissata l’apertura di un tavolo di confronto. Staremo a vedere se si tratta di un svolta.
Ascolta l'intervista a Carlo Masseroli, Assessore allo Sviluppo del Territorio Ascolta l'intervista a Rolando Mastrodonato, presidente dell'associazione "Vivi e progetta un'altra milano" E.P.