Le “Zone 30”, presentate in questi giorni ai cittadini, costringono a ripensare intere parti della città

Ecco dunque la ratio di tutte le Zone 30 in corso di progettazione. Tutelare quei reticoli di vie, interne ai quartieri, che soffrono però per il traffico portato da una direttrice più o meno grande nelle vicinanze. Nel quadro delle opere pubbliche finanziate a novembre scorso, sono stati individuati sei ambiti cittadini a velocità ridotta, che a lavori ultimati dovrebbero diventare effettivi nel corso di quest'anno: in via Muratori, appunto; nel quartiere di Figino, alla periferia Ovest di Milano; nel quadrilatero tra via Solari e via Tortona, zona Porta Genova; nel quadrante di Nordest della città, gli interventi saranno nel quartiere Cimiano, tra via Paruta e via Padova, e poi ai due lati della zona Buenos Aires-Porta Venezia, nei pressi di via Lazzaretto e di via Melzo.
Interventi mirati, dunque, quasi sperimentali, anche per i pochi fondi a disposizione: finora sono stati stanziati tre milioni di euro che dovranno bastare per tutti gli interventi. Anche se il giudizio dei cittadini verso il nuovo 'esperimento' di regolamentazione della mobilità sembra essere molto positivo, tanto che sono molte le richieste di estendere il divieto di superare i 30 km orari anche ad altre zone della città. Un gruppo di residenti di Zona 4 si incontrerà proprio venerdì primo febbraio con l'assessore alla Mobilità Pierfrancesco Maran per chiedere di estendere la norma anche al quartiere Rogoredo, mentre le richieste vengono da molte altre periferie, dalla Zona 9 fino a Baggio.
Spiegano dal Comune che è, appunto, una questione di disponibilità di fondi, e di lavori da fare sul terreno. Perché mentre sono già presenti i cartelli che indicano i limiti di velocità, ad esempio nel quartiere Lazzaretto, per indurre veramente le auto a rallentare ci vogliono le castellane, ovvero i rialzamenti della strada all'ingresso delle vie a velocità ridotta. E poi ancora, dove possibile, un disassamento delle direttrici stradali in corrispondenza degli incroci più congestionati, come quello tra via Muratori, Corio e Colletta, cosicché le auto siano costrette a compiere piccole curve. Ancora, allargamento dei marciapiedi e riduzione dei parcheggi.
Insomma, più che di un divieto da codice della strada, si tratta di un'opera di persuasione, o dissuasione, dell'automobilista, che saprà di accedere ad una zona quasi pedonale. Di fatto, ad ogni Zona 30 dovrebbe corrispondere una piccola trasformazione urbanistica dell'area interessata. Ed è proprio la ragione che ne frena uno sviluppo più capillare.
Claudio Urbano