Amnesty International lancia l’appello per la revoca dei provvedimenti previsti nell’Emergenza nomadi” e sfida la nuova Giunta a cambiare rotta

Una volta tanto non si può dire che l’ex Premier non abbia mantenuto la parola data; la tolleranza zero si è concretizzata all’indomani della vittoria elettorale nella dichiarazione di “stato di emergenza in relazione agli insediamenti nomadi” per cinque regioni italiane, a partire dalla Lombardia. Un provvedimento che, secondo Amnesty International, ha sostanzialmente derogato le norme che garantiscono i diritti umani, e ha fornito il pretesto per il consolidamento dello sgombero forzato quale unica modalità di intervento.
Sono stati oltre 500 gli sgomberi a Milano dal 2007, e “la violazione delle procedure, oltre che dei diritti umani –secondo Amnesty– è diventata il modus operandi sia per i campi non autorizzati che per quelli autorizzati”.
Per i primi le autorità non avrebbero rispettato le norme del diritto amministrativo, che prevedono il diritto delle persone sottoposte a sgombero ad essere informati e coinvolti nella decisione, il diritto ad un’assistenza legale nel caso di ricorso al tribunale, e quello ad un riparo temporaneo (quasi sempre solo donne e bambini hanno trovato ricovero in qualche dormitorio messo a disposizione dal Comune).
Per quanto riguarda i campi autorizzati, la situazione di “emergenza” ha introdotto una nuova normativa che limita oltre misura i diritti dei residenti; non solo si è reso più agevole lo smantellamento dei campi, ma si è previsto l’allontanamento dell’intero nucleo familiare qualora al suo interno fosse identificato un colpevole di reato. Amnesty International ha constatato inoltre un sostanziale deterioramento nelle infrastrutture e una mancata manutenzione nei campi autorizzati di via Idro, via Impastato, via Novara, via Barzaghi e via Triboniano (questi ultimi chiusi nel maggio 2011).
Alla luce della sentenza del 16 novembre 2011, con cui il Consiglio di Stato ha dichiarato illegittima l’”emergenza nomadi”, in quanto insussistente e priva di fondamento, Amnesty International lancia un triplice appello.
Alla Commissione europea, perché avvii una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia per la violazione del diritto comunitario sul principio della parità di trattamento fra persone indipendentemente dalla razza e dall'origine etnica.
Al Governo Monti, perché disattivi immediatamente le disposizioni previste dall”emergenza” e predisponga una normativa che vieti alcune pratiche di sgombero forzato.
Alla Giunta Pisapia, perché sostituisca le norme sui campi autorizzati, in modo che rispettino gli standard sui diritti umani e perché si realizzino piani abitativi alternativi prima di chiudere i campi, in particolare quelli legati alle infrastrutture per Expo 2015, via Bonfadini e via Novara.
L’Assessore alla Sicurezza Marco Granelli e dell’Assessore alle politiche sociali Pierfrancesco Majorino fanno sapere che da questa estate il Comune ha provveduto a “traslocare” 25 nuclei familiari in adeguati contesti abitativi.
“Non siamo contrari allo sgombero tout court, ma alle modalità con cui si effettuano –ha spiegato Valentina Vitali di Amnesty International– Non si possono calpestare i diritti umani, ma bisogna viceversa trovare delle soluzioni abitative di lungo termine, che non rendano le persone dei senzatetto. Pisapia deve ancora dimostrare che il vento è cambiato per davvero per le donne, i bambini e gli uomini rom di Milano".
Giulia Cusumano