La Lombardia di Expo prima regione del Nord per reati nel ciclo illegale del cemento; da sesta a quarta nella classifica nazionale del ciclo illegale dei rifiuti
Ce n'è per tutti i gusti: dalla movimentazione di terra illegale all'agrumaria, dall'abusivismo edilizio agli appalti truccati. Nel 2013, in Lombardia, sono stati 1.268 i reati accertati contro l’ambiente, 1085 le persone denunciate e 339 i sequestri effettuati. Gli arresti sono stati 24, un numero più basso solo di quello registrato in Campania e Puglia. Prima tra le regioni del Nord nella classifica nazionale del ciclo illegale del cemento (con 341 persone denunciate e 265 infrazioni accertate) e quarta, con un balzo in avanti dalla sesta posizione in cui si trovava, nella classifica nazionale relativa al ciclo illegale dei rifiuti (con 448 infrazioni accertate (il 7,8% del totale nazionale), 376 persone denunciate e 114 sequestri effettuati). |
Ed ecco allora che il confine tra le mafie in senso stretto e il sistema produttivo illegale è sempre più labile, e si configura come una terra di mezzo dai contorni poco chiari in cui agiscono professionisti, imprenditori e funzionari che contribuiscono a diffondere comportamenti ecocriminali. Anche molte aziende che prima erano considerate virtuose, ha spiegato il responsabile ambiente e legalità di Legambiente Lombardia, "si sono poi immischiate in un sistema altamente corruttivo per ottenere appalti".
Una sorta di network dell’eco crimine, è spiegato nel Rapporto "che ha come collante la corruzione e l’accumulazione illecita dei profitti. La corruzione, infatti, è spesso l’aggregante perfetto di tante fattispecie criminose, il trait d'union ideale per assemblare mondi e professionalità diverse con l’unico obiettivo di fare affari a discapito della collettività e dell’ambiente. In generale, i punti critici, quelli più esposti ai fenomeni di corruzione ambientale, sono ben noti: per il ciclo del cemento le vulnerabilità maggiori si concentrano soprattutto nel sistema degli appalti (principalmente pubblici, ma anche privati) e nei subappalti decisi e approvati direttamente nei cantieri, nei meccanismi regolativi dei finanziamenti pubblici e nell’intera gestione dei vari strumenti urbanistici; basta pensare all’imponente mole di atti processuali relativi alla costruzione di opere pubbliche e le nuove inchieste sugli appalti dell’Expo 2015, che hanno fatto ripiombare la Lombardia in un clima simile a quello degli anni Novanta ai tempi di Tangentopoli".
.Nel dettaglio delle province lombarde, quella di Bergamo è in testa con 128 infrazioni accertate, segue Milano con 72, Cremona con 63 e Monza con 60. Mentre, nella serie storica che registra i grandi traffici di rifiuti accertati dal 2002 ad oggi, la Lombardia occupa purtroppo un posto di primo piano, essendo stata oggetto di 66 inchieste su 237 (pari al 27,8%), con l'emanazione di 148 ordini di custodia cautelare e il coinvolgimento di 85 aziende. "Tra i tanti casi di reati gravi - sottolinea Legambiente - lo scioglimento per mafia del Comune di Sedriano, a poco più di un anno dall'inizio di Expo, dimostra tristemente l'assedio che le organizzazioni criminali, soprattutto la 'ndrangheta, stanno muovendo sui territori lombardi. Dal decreto di scioglimento e dalle sentenze è emerso che in quel comune e in altri dell'hinterland milanese faceva affari un’organizzazione criminale, con a capo una famiglia di origine calabrese, che grazie a stretti legami con i vertici dell'amministrazione locale, aveva il monopolio sul movimento terra, poteva controllare cantieri e il settore dell'intermediazione immobiliare, e si era infiltrata negli appalti di servizi e di opere pubbliche". Uno stato di cose in cui le istituzioni politiche hanno una grossa responsabilità: “In Italia e in Lombardia si continuano a commettere reati contro l'ambiente al ritmo di più di 80 al giorno – insiste Cannavò – il tutto in assenza di una normativa penale in grado di prevenire e reprimere un fenomeno contro cui forze dell'ordine e magistratura stanno combattendo una lotta impari, con armi completamente spuntate. E' da quasi un anno che giace in Senato la proposta di legge, già approvata a larga maggioranza dalla Camera, che introduce i delitti contro l'ambiente nel nostro codice penale. Quanti altri disastri ambientali impuniti si dovranno avere prima che il Senato si decida a legiferare su questo punto?”.
È di quasi 15 miliardi di euro il business dell’ecomafia stimato nel 2013, in lieve flessione rispetto a quello dell’anno precedente (quando oscillava intorno ai 16 miliardi).
Il dossier completo è scaricabile qui.
A.P.