Qualche riflessione sul tema a partire dai dati della Cadmi sulla violenza sulle donne nell’anno 2012

Un aumento esponenziale, quello delle richieste di archiviazione, che già erano moltissime negli anni precedenti: nel 2011 su 1.470 denunce per maltrattamento ci sono state 1.070 richieste di archiviazione e 958 archiviazioni. Nel 2010 su 1.407 denunce, 542 sono state archiviate.
Una tendenza inquietante, secondo le responsabili della Casa delle donne maltrattate, se si pensa che "le principali istituzioni internazionali riconoscono la gravità del fenomeno della violenza familiare contro donne e minori, mentre i nostri organi inquirenti spesso archiviano ‘de plano’, ovvero senza svolgere alcun atto di indagine, considerando le denunce manifestazioni di conflittualità familiare".
Come ha spiegato Francesca Garisto, avvocata della Cadmi, è questa una definizione “ che occulta il fenomeno della violenza familiare e porta a sottovalutare la credibilità di chi denuncia i maltrattamenti subiti. Un atteggiamento grave da parte di una procura e di un tribunale importanti come quelli di Milano”.
Altra prassi della Procura di Milano sotto la lente d'ingrandimento del Cadmi, è quella della “mediazione”, per cui si convocano entrambe le parti (come fossero alla pari) davanti ad un organo di mediazione gestito dalla Polizia municipale, e se la Polizia riesce a definire il conflitto, questo è "un procedimento in meno per la Procura", rincara l'accusa l'avvocato Garisto.
I numeri contenuti nella ricerca della Casa delle donne maltrattate assumono un connotato ancora più preoccupante se si pensa che soltanto il 30% delle donne che subiscono violenza denuncia, una percentuale bassa dovuta anche al fatto che molte donne, in attesa di separazione, sono costrette a rimanere a vivere con il compagno o il marito che le maltrattata. Una scelta forzata, dettata spesso dalla presenza dei figli: su 220 situazioni di violenza seguite dal Cadmi nel 2012, il 72 per cento (159) ha registrato la presenza di minori, per un totale di 259 bambini.
Poco considerate anche le denunce (aumentate costantemente negli anni) per il relativamente recente reato di stalking (articolo 612 bis del codice penale). Su 945 denunce fatte nel 2012, per 512 è stata richiesta l’archiviazione e 536 sono state archiviate. Erano 360 le richieste di archiviazione e 324 le archiviazioni su 867 denunce nel 2011, 235 le richieste di archiviazione e 202 le archiviazioni su 783 denunce nel 2010.
Uno stato di cose che genera un’inevitabile sfiducia da parte delle donne verso le istituzioni, qualcosa su cui è doveroso riflettere: bisogna chiedersi se le manifestazioni siano davvero utili alle donne in disagio, chiedersi se sia giusto che chiunque possa parlare di violenza sulle donne senza competenza e preparazione adeguate, riflettere insieme agli uomini e prendere atto di quanto siano inutili certi “provvedimenti” come i corsi per uomini maltrattanti.
“Il nostro confronto con le autorità competenti resta aperto – dice Manuela Ulivi – Anche perché la sottovalutazione della gravità delle denunce è solo uno dei problemi che ci troviamo ad affrontare quando parliamo di violenza contro le donne. Non dimentichiamo che mancano i fondi per le case di accoglienza, che quando ci sono vengono mal distribuiti e che quindi la maggior parte del nostro lavoro resta basato sul volontariato”.
A.Pozzi