Riprende fiato il partito antimoschea

Ai pasdaran dell’antislamismo –ma fosse politicamente altrettanto redditizio se la prenderebbero allo stesso modo anche con gli scintoisti– non è parso vero di poter ridare fiato alle trombe appena diffusasi la notizia dell’attentato di lunedì alla casema Santa Barbara.
Sebbene i contorni della vicenda siano tutti da chiarire e l’attentatore e i suoi presunti complici non facciano parte di alcuna rete jihadista, il partito antimoschea è tornato a tuonare contro ogni possibile soluzione di una vicenda che ha poco a che fare con la sicurezza e molto con i diritti sanciti dalla Costituzione.
Eppure in un cortocircuito mediatico-politico proprio coloro che si oppongono strenuamente alla costruzione di un luogo di culto per la comunità islamica sono, non solo i migliori alleati di chi tra i musulmani vede nell’occidente un nemico, ma anche i peggiori difensori della sicurezza dei cittadini. Poiché fino a quando decine di migliaia di persone saranno costrette a professare la propria religione ai margini della clandestinità le zone d’ombra prospereranno.
Ma, si sa, l’investimento sulla paura rende e gli investimenti più redditizi sono quelli più spericolati.
Beniamino Piantieri