In europa 450.000 morti per inquinamento ogni anno, ma la Commissione Junker toglie dalle dieci linee di intervento prioritario il "Pacchetto aria"
Secondo l'ultimo rapporto sulla qualità dell'aria in Europa, reso pubblico dall'Unione europea il 19 novembre, 450.000 decessi all'anno sono attribuibili all'inquinamento atmosferico e di questi ben 67.000 in Italia, che con la Pianura padana, insieme alla Polonia, costituisce l'area a più elevata criticità. Ai costi umani vanno aggiunti quelli economici che, a livello continentale, vengono stimati dall'Agenzia europea per l'ambiente in oltre 300 miliardi di euro all'anno. Nel corso dell'ultimo decennio la normativa europea ha rappresentato uno strumento essenziale per far avanzare sulla strada di una legislazione più stringente ed efficace quei paesi come l'Italia nei quali la sensibilità ambientale delle istituzioni era, per dirla con un eufemismo, meno sviluppata. Le direttive dell'Unione sulle polveri fini ed ultrafini, per citare l'esempio più noto, sono state determinanti per mettere in atto politiche di contenimento delle emissioni inquinati anche da noi. |
Obiettivi ambiziosi, che la nuova Commissione Europoea guidata dal Lussemburgese Jean Claude Junker -finito nell'occhio del ciclone delle polemiche per lo scandalo "Luxleaks", ovvero la tassazione di assoluto favore concessa a numerose multinazionali che prendevano residenza fiscale in Lussemburgo quando Junker ne era premier- non ha confermato, anzi Junker elencando le dieci linee di intervento prioritarie del proprio mandato ha omesso il Pacchetto aria, nonostante si tratti di un provvedimento ufficiale dell'Unione approvato appena un anno fa.
La precedente Commissione aveva già definito una serie di misure dettagliate che comprendevano non solo una nuova direttiva sui limiti nazionali alle emissioni inquinanti, ma anche un regolamento sulle emissioni delle macchine professionali non stradali (cioè tutti quei veicoli professionali a motore come le macchine da cantiere) e una serie di proposte concrete sulla riduzione delle emissione degli autoveicoli anche attraverso l'introduzione di nuovi test con strumenti di misurazione più severi.
Il passo indietro della nuova Commissione non è certo passato inosservato e ha provocato una vera e propria mobilitazione di associazioni, esperti e medici anche in Italia. Il Presidente Junker, forse più preoccupato dallo scandalo Luxleaks, si è limitato a dichiarare che la Commissione europea non sottovaluta il problema dell'inquinamento, ma ritiene che gli interventi dei singoli governi possano essere più efficaci.
Come quello del governo di Berlino che su pressione della potentissima industria automobilistica tedesca -grande sostenitrice della Merkel- è pesantemente intervenuto perché il Pacchetto aria sparisse dall'agenda della Commissione europea.
Beniamino Piantieri