Milano sempre più virtuosa, ma finora a guadagnare dal riciclo sono soprattutto gli impianti privati

Al di là di quanto pagheranno i singoli, però, è anche il conto totale dei rifiuti (che ha il suo riscontro nel contratto di servizio che il Comune paga ad Amsa) a salire rispetto all'anno scorso, di circa 18 milioni, passando dai 268 del 2012 ai 287 di quest'anno.
Partiamo anzitutto da un dato. Pulire le strade e le aree verdi costa di più che raccogliere e smaltire i rifiuti: 145 milioni contro 125, sono le previsioni per l'anno in corso. I maggiori costi del 2013 vengono però quasi tutti dallo smaltimento, e sono dovuti a fattori 'esterni' ad Amsa. Nonostante l'azienda sia riuscita a produrre risparmi per un milione, la fine del contributo nazionale “CIP 6” per la produzione di energia elettrica da inceneritori porterà minori entrate per 19 milioni di euro, portando quindi al totale di 18 milioni in più che il Comune, attraverso la Tares, dovrà pagare ad Amsa. Nel 2013, dalla vendita di energia elettrica prodotta attraverso l'inceneritore Silla 2 Amsa ricaverà 'solo' 17 milioni.
Veniamo quindi alla differenziata. Farla costa tutto sommato poco rispetto allo smaltimento del resto dei rifiuti. Per smaltire vetro, carta, metalli, e altri materiali riciclabili, il costo è di circa 30 milioni, di cui però nelle casse di Amsa ne rientrano 14 dal Conai, l'ente nazionale che gestisce il riciclo dei materiali, determinando le quote riconosciute a chi fornisce la 'materia prima' da riciclare. In pratica, fare la raccolta differenziata di carta, vetro e metalli costa a Milano comunque il doppio rispetto al ricavo. La ragione, come accennato all'inizio, è soprattutto nella mancanza di impianti propri di Amsa (che ora diventerà A2A ambiente). Alla città torna infatti solo il valore del materiale grezzo da riciclare, che sarà trattato da impianti privati.
Per avere maggiori ricavi, e rendere la raccolta differenziata conveniente, sono necessari gli investimenti. Ecco dunque la ragione dei 12,7 milioni che Amsa investirà quest'anno in un impianto di riciclo del vetro in provincia di Asti, che permetterà di preparare e vendere un prodotto “pronto al forno”, ovvero al riciclo finale. Con previsioni di ricavi molto maggiori per la stessa Amsa, quindi di minori costi, in futuro, per il Comune e i milanesi.
Paradigmatico è poi il caso della raccolta dell'umido, introdotta quest'anno nei quadranti sud della città con risultati più che positivi, come abbiamo ricordato anche settimana scorsa. I costi aggiuntivi per Amsa sono 3,2 milioni quest'anno, 6 nel 2014, quando il servizio coprirà tutta la città. La cifra è data dai costi della 'nuova' raccolta, al netto di quanto si risparmia (in termini di minore quantità e di rifiuti più 'selezionati') sottraendo la parte umida dai rifiuti indifferenziati, quelli che finiscono nell'inceneritore.
Per raccogliere l'umido però ci vogliono 9 milioni, e per smaltirlo altri 8. Gli ultimi, sono più o meno il prezzo che Amsa paga all'impianto privato di Montello per conferirvi l'umido, che qui verrà trasformato in biogas e in compost. Nel ciclo dei rifiuti, infatti, a pagare di più non è chi acquista il materiale da riciclare, ma chi lo vende, perché il valore aggiunto sta proprio nella trasformazione dello scarto in materiale nuovamente utilizzabile. I costi industriali non sono dichiarati da A2A. Ma, per citare un termine di paragone, nel 2011 la Provincia di Bergamo ha pagato alla Montello Spa 77 euro a tonnellata, ricevendone come compenso solamente 2 per l'umido conferito.
Si potrebbero abbattere i 18 milioni che il Comune (quindi i cittadini attraverso la Tares) dovrà pagare in più ad Amsa interrompendo la raccolta dell'umido, ha azzardato il consigliere Pdl De Pasquale. Secondo quanto aveva spiegato già qualche mese fa l'ormai ex presidente di Amsa Sonia Cantoni, infatti, Milano non avrà un suo impianto di compostaggio almeno fino al 2016. L'unica soluzione, ha ribattuto il 'verde' del Pd Carlo Monguzzi, è invece chiedere subito ad A2A di costruire l'impianto. Quanto ai soldi, potrebbero addirittura venire dall'Europa. L'assessore all'Ambiente Maran ha spiegato di aver scritto a Bruxelles chiedendo di poter destinare i Fondi strutturali europei proprio al nuovo impianto di compostaggio che dovrà servire Milano.
Claudio Urbano