Chiusa l’odissea dei ricorsi amministrativi, è arrivato il momento di definire il destino dell’area

Ne avevamo parlato l'ultima volta un anno fa, quando la società concessionaria, la Progetto Darsena spa, aveva fatto ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar che già annullava la concessione e quindi il progetto di parcheggio. Va detto che proprio il Consiglio di Stato, anche se solo per una questione di forma, aveva riaperto la questione con la sua ultima sentenza del 2009, provocando questa volta un'altra catena di ricorsi.
Vale la pena ripercorrere brevemente i fatti, per farsi un'idea di quali siano state le posizioni delle due parti in causa in uno scontro ormai decennale.
Dal canto suo, nel primo ricorso al Tar (quello riguardante il secondo progetto) Progetto Darsena muoveva al Comune tra le altre accuse anche quella di “aver tenuto nel corso dell'intera vicenda un atteggiamento sostanzialmente ondivago”, senza chiarire quali fossero le reali intenzioni rispetto alla società concessionaria. Nel gioco delle parti, una conferma di come l'Amministrazione negli anni scorsi sia effettivamente tornata sui propri passi nel corso della vicenda, spinta dalle proteste di comitati e cittadini.
Gli ultimi tre passaggi giudiziari, dal primo ricorso, vinto, della concessionaria al Consiglio di Stato, a quelli successivi al Tar e poi di nuovo al Consiglio, si sono giocati tutti in punta di diritto, sulla possibilità che il Comune potesse effettivamente giudicare decaduta l'ormai 'storica' concessione del 2004.
L'ultima sentenza del massimo tribunale amministrativo lascia dunque definitivamente il campo libero ai progetti di Palazzo Marino che nel frattempo vede sempre più avvicinarsi la scadenza di Expo, occasione per valorizzare in primo luogo la Darsena e il tratto milanese dei navigli. Il progetto, che società Expo ha quantificato in 17 milioni, prevede di riportare lo specchio d'acqua alla sua estensione naturale –ora più di metà della Darsena è in realtà un banco di sabbia– riqualificando soprattutto le sponde di via Gabriele D'Annunzio, e pedonalizzando piazza XXIV Maggio. Il bando per l'assegnazione dell'opera verrà pubblicato entro la fine dell'anno, e i lavori non inizieranno quindi prima del 2013.
Siccome però, in quasi dieci anni di attesa, anche la natura non è stata a guardare, i cittadini hanno chiesto di salvaguardare l'oasi ambientale che nel frattempo si e' formata spontaneamente sul banco di sabbia della Darsena, ora che l'antico porto è praticamente senz'acqua. Il progetto, sostengono i rappresentanti del comitato “Darsena pioniera”, farebbe anche risparmiare circa 350.000 euro nei lavori di riqualificazione, salvaguardando peraltro, anche durante i lavori, la flora e la fauna già presente. Un evidente difficoltà per il Comune, che per evitare ulteriori ritardi deve fare riferimento al progetto definitivo già pronto, che prevede lo sbancamento dell'isola al centro del bacino.
In un incontro del 3 dicembre scorso i rappresentanti del Comune hanno manifestato tutta la loro difficoltà a tenere conto delle richieste del comitato, perché, ovviamente, il tempo stringe.
La posizione definitiva di Palazzo Marino è attesa a giorni, e probabilmente sarà senza appello, dovendo dare spazio da subito all'inizio dei lavori.
Cluaudio Urbano