In attesa che la Prefettura si pronunci sull'eventuale commissariamento, i cantieri continuano la loro corsa contro il tempo Ancora una volta la Darsena è al centro di un nodo problematico: a 5 mesi dall'inizio di Expo, anche il cantiere di una delle opere più travagliate e contestate di sempre è finito nel cono d'ombra dei sospetti di appalti mafiosi. L'altro ieri un’interdittiva antimafia è calata sulla Gi.ma.co. costruzioni srl, capofila del consorzio di imprese edili (con Giovetti e Engeco) che si è aggiudicato i lavori di riqualificazione dell’antico porto di Milano a giugno del 2013, battendo 28 consorzi con un ribasso sulla base d’asta del 30,15%. | |
Un appalto da 12 milioni e 520mila euro per consegnare alla città il porto sui navigli in circa 18 mesi: ad oggi l'avanzamento dei lavori è al 60 % (vedi fotogallery) e l'assessore ai Lavori pubblici del Comune di Milano Carmela Rozza, in occasione del sopralluogo ai cantieri fatto stamani con i consiglieri comunali e i comitati cittadini sull'area fra viale Gorizia e piazza XXIV Maggio, ci tiene a chiarire: "Io sono arrivata nel 2013, ho preso in mano il cantiere e ho solo l'obbligo di chiudere i lavori entro maggio 2015". Questo in risposta a chi, come Gabriella Valassina, portavoce del Comitato Navigli, continua a far notare che le cose non sono andate esattamente come era stato promesso, che le assemblee pubbliche sul progetto chieste dal comitato a inizio 2011 non si sono mai tenute e che gli incontri a cantiere aperto che avrebbero dovuto verificarsi in corso di lavori non sono stati mai fatti (ascolta audio). Sulla questione del commissariamento invece, il Comune può solo attenersi alle regole: Carmela Rozza fa notare che c'è una doppia istanza in questa vicenda, quella della legalità, ma anche quella di terminare i lavori in tempo utile, pena una ferita aperta di dimensioni stratosferiche nel centro della città e un'attesa di almeno un'anno e mezzo per la ripresa dei lavori. "Noi abbiamo fornito tutte le informazioni alla Prefettura. E' chiaro che l'indicazione da noi data è che l'interesse pubblico per Milano è chiudere il cantiere in tempo per Expo" (ascolta). Pertanto il commissariamento per il cantiere della Darsena "è l'unica strada per garantire la legalità e il completamento dei lavori" e "il blocco dei lavori sarebbe un grande danno per la città". I lavori vanno avanti con l'obiettivo della chiusura entro aprile: "Ci sono alcune parti dei lavori più avanti altre meno. Speriamo di rispettare i tempi previsti per piazza XXIV Maggio, ovvero fine febbraio, in ogni caso per fine aprile sarà tutto a posto". Scadenze che "senza commissariamento non e' possibile rispettare: si dovrebbe allontanare l'impresa, quantificare e liquidare i lavori fatti finora, rifare il progetto e riassegnare i lavori, con uno slittamento che sarebbe almeno di sei mesi, per una procedura che richiede mediamente un anno". Per questo "il commissariamento per noi è l'unica strada" precisato che nel dire questo "non conosciamo i contenuti dell'informativa". Durante il sopralluogo, i comitati dei residenti hanno rinnovato le loro obiezioni al progetto: dall'ampliamento del banco del pesce alle opere in muratura verso viale D'Annunzio. Se qualcuno non ha perso occasione per dire che "considerata la quantità di cemento che si sta stendendo sulla Darsena, era meglio fare il parcheggio sotterraneo" (capogruppo di Forza Italia Pietro Tatarella), il presidente della commissione Ambiente, Carlo Monguzzi (Pd), che ha pur sostenuto la richiesta dei comitati per una assemblea aperta sulla gestione di fine cantiere, dichiara "il Comune può solo fare al meglio cose iniziate da amministrazioni precedenti, il problema e' condividere quello che si fa con i cittadini". A.Pozzi |