Nonostante gli stop del Ministero e del Tribunale, la maggioranza a Palazzo Marino continua per la propria strada e qualcuno passa il segno

Ciò che ha dichiarato ai nostri microfoni il Capogruppo della Lega Nord in Consiglio comunale, Matteo Salvini, sulla sentenza del Tribunale di Milano che ha accolto il ricorso presentato da una donna marocchina in attesa del permesso di soggiorno contro la delibera del Comune che impediva di fatto l’iscrizione dei figli dei clandestini nelle strutture comunali, appartiene probabilmente all’ultima tipologia di espressioni. Quando un autorevolissimo membro di un partito che governa Milano –e si candida a governare il Paese– arriva a dichiarare che se proprio si vuole accogliere quei bambini bisogna comunque espellerne i genitori e si fa portavoce dei timori che le madri italiane potrebbero avere sulle condizioni di vita dei piccoli “clandestini” e quindi sui possibili contagi che questi veicolerebbero tra i bambini italiani, ci troviamo innanzi a posizioni che non sono più riducibili alle trovate un po’ folcloristiche cui il nostro ci ha abituato. Non siamo più alla superiorità della polenta sul cous cous o ai presidi con megafono e finti burqua.