I dati del Naga sui cittadini stranieri irregolari negli ospedali milanesi: un'indagine sull'accesso alle cure
Dal 9 gennaio 2014 al 28 febbraio 2015 sono stati 155 i casi di persone ricoverate negli ospedali della città (o trattate in Pronto Soccorso), e che non sono state assistite secondo quanto previsto dalla legislazione vigente. E' uno dei dati che emergono dall'indagine realizzata dal Naga (scarica rapporto integrale), che nel suddetto periodo ha raccolto in forma anonima la documentazione clinica dei casi di pazienti stranieri irregolari (scarica casi esemplari) che si sono presentati presso il proprio ambulatorio e per i quali gli ospedali milanesi non hanno applicato quanto previsto dal Testo Unico Immigrazione. “Dalla nostra indagine emerge che in 80 dei 155 casi di pazienti non adeguatamente assistiti si tratta di patologie gravi come il diabete mellito, fratture ossee, casi di tumore o gravi patologie cardiache" spiega il Dott. Fabrizio Signorelli, direttore sanitario del Naga . "I casi si distribuiscono equamente in tutti gli ospedali di Milano e dei paesi limitrofi e si rilevano prassi estremamente variabili, a discrezione dei singoli ospedali o anche dei singoli operatori”. |
Peccato che spesso questa venga disattesa nei fatti: come emerge attraverso l'attività quotidiana dei volontari del Naga i cittadini stranieri extracomunitari senza permesso di soggiorno o i cittadini comunitari che non rispondono a determinati requisiti, soprattutto in Lombardia subiscono frequentemente discriminazioni che si riflettono molto negativamente sulle loro condizioni di salute.
Da qui l'idea di un'indagine, "per documentare e denunciare questa situazione, con l’obiettivo di verificare nella pratica il comportamento delle istituzioni sanitarie milanesi, prendere contatto con loro, elaborare e diffondere i dati raccolti".
Nel periodo considerato, se si pensa che al Naga accede solo una parte dell’utenza potenziale, e che non è naturalmente possibile monitorare tutti i casi che si presentano in ambulatorio, si può stimare che questa privazione di diritto riguardi centinaia di persone ogni anno a Milano. Il tutto è documentato dalle cartelle cliniche dei pazienti che si sono rivolti al Naga.
Si tratta di persone giovani (età media 43 anni), prevalentemente di sesso maschile (76%), provenienti principalmente dai paesi del nord Africa, centro America, sud est Asiatico, Romania. Nel 20% dei casi si è trattato di cittadini comunitari.
In concreto i problemi più ricorrenti sono: la mancata assegnazione del codice STP (Straniero Temporaneamente Presente); la mancata assegnazione del codice X01, per l’esenzione dal pagamento del ticket; il mancato utilizzo della sigla Comunitari Senza Copertura Sanitaria (CSCS) per cittadini comunitari senza copertura sanitaria.
La conseguenza è stata che i pazienti interessati non hanno potuto accedere agli esami di secondo livello indicati dagli ospedali stessi, oppure non hanno potuto essere presi in carico per il prosieguo delle terapie, oppure non hanno ricevuto la prescrizione per farmaci indispensabili e a volte molto costosi.
Un caso particolare è quello dei pazienti che non hanno potuto essere assistiti dagli ospedali privati convenzionati, poiché per disposizione della Regione Lombardia (DGR n. 9581 dell' 11 giugno 2009) questi ospedali possono assegnare il codice STP, ma non possono prescrivere terapie ed esami con ricettario regionale a pazienti non residenti in Lombardia, e nemmeno ai cittadini stranieri irregolari, considerati “non lombardi”. Gli ospedali privati convenzionati possono dunque assegnare il codice STP, ma paradossalmente non possono utilizzarlo.
Tra le patologie riscontrate nei pazienti non adeguatamente assistiti si rilevano in particolare: diabete mellito (13 casi), fratture ossee (12), tumori (7), ulcera gastrica o duodenale (4), angina instabile - scompenso cardiaco – epilessia - lombosciatalgia (3), pregresso infarto miocardico – e patite B e C – asma – osteomielite – sincope – iridociclite - linfoadenomegalia laterocervicale - trombosi venosa profonda – Ictus - bronchite febbrile - insufficienza renale cronica - colica renale (2), insufficienza respiratoria cronica - ferita infetta - empiema pleurico - trombosi arteria retinica – miastenia - calcolosi colecistica - protesi valvolare meccanica - artrite settica (1), patologie meno rilevanti (coliche addominali, dolori articolari, sindrome influenzale, traumi minori -75).
Dall’indagine è emerso che, pur con significative differenze, tutti gli ospedali dell’area urbana milanese si sono resi responsabili di gravi carenze nell’applicazione della normativa vigente, e questa mancata ottemperanza ha molte cause, che vanno dall'mpossibilità per i cittadini stranieri irregolari di accedere alle “strutture sanitarie del territorio”, come peraltro previsto, almeno in linea teorica, dalla Regione Lombardia stessa, nelle proprie circolari; alla
mancata adozione da parte della Regione Lombardia, a differenza di quasi tutte le altre Regioni italiane, del codice ENI da assegnare ai cittadini comunitari che necessitino di assistenza sanitaria ma siano sprovvisti di copertura sanitaria propria o dei requisiti per iscriversi al SSR; passando naturalmente attraverso poca conoscenza della legislazione da parte degli operatori sanitari, favorita dalla assoluta mancanza di iniziative informative ad hoc della Regione e delle ASL. A questo si aggiunge poi il fattore linguistico, in quanto spesso i pazienti stranieri non comprendono la lingua italiana.
L’analisi dei dati lascia concludere che ogni anno a Milano e nei paesi limitrofi centinaia di pazienti stranieri irregolari affetti da patologie anche gravi non ricevono assistenza sanitaria adeguata. Oltre a documentare quanto avveniva, i medici del Naga hanno poi cercato di risolvere il problema di salute del paziente, quando è stato possibile, inviandolo nuovamente agli ospedali pubblici, contattando il personale delle strutture coinvolte o coinvolgendo le direzioni sanitarie interessate.
“Affinché le cure siano garantite a tutti, senza discriminazione alcuna, è necessario un chiaro cambio di rotta politico. Al di là di ogni interpretazione del fenomeno migratorio, crediamo che debba essere garantito a tutti il pieno godimento del diritto alla salute. Non solo per rispettare la legge, ma soprattutto per una questione di civiltà, equità e giustizia; crediamo, infatti, che sia inammissibile che una fetta di popolazione che vive sul nostro territorio venga esclusa dal godimento di un diritto fondamentale” afferma Luca Cusani presidente del Naga. "Come Naga continueremo a denunciare ogni forma di discriminazione e a colmare temporaneamente le lacune del sistema sanitario: curiamo, senza chiedere il permesso”.
A.P.