In Consiglio di zona 3 il Pdl chiara guerra all’Udc e lo scontro rischia di diventare cittadino.

Finisce in bagarre, ancor prima di cominciare, la seduta del Consiglio di Zona 3 di lunedì 14 settembre. Manca il numero legale: tutti a casa e arrivederci alla prossima.
In realtà i consiglieri presenti nella sede di via Sansovino sono ben più di quelli necessari per avviare la discussione dei punti all’ordine del giorno, ma quelli dell’opposizione non hanno risposto all’appello. “Se vogliono farsi fuori tra di loro devono farlo senza il nostro aiuto”- aveva detto qualcuno di loro pochi minuti prima della chiamata all’ordine. Il clima è caldo nonostante il calo delle temperature: la maggioranza, per dirla con le parole dell’opposizione, vuole “far fuori” un consigliere che ultimamente sta un po’ troppo “alzando la cresta”. Il consigliere in questione è Massimiliano Rositano, quota Udc, presidente della Commissione sport del parlamentino. Il Pdl ha firmato una mozione di sfiducia nei suoi confronti ed è pronta a procedere con l’”esecuzione”. Il mancato raggiungimento del numero legale fa slittare la pratica alla seduta successiva, ma i consiglieri continuano a discutere animatamente tra loro. Partono insulti e parole grosse, di fronte agli occhi piuttosto sconcertati di cittadini comuni venuti ad assistere alla seduta del Consiglio.
“Il Pdl vuole sfiduciare Rositano perché non è più allineato con le posizioni della maggioranza – spiega Fernando Martini- La mancanza di ben 4 consiglieri del Pdl questa sera, d’altra parte, dimostra che la decisione non è per niente unanime”.
“Sono volate parole grosse tra Rositano ed esponenti di maggioranza, ma è una questione personale tra il Presidente del Consiglio Pietro Viola e il consigliere dell’Udc- specifica Cesare Monti- Un esponente del Pdl è stato perfino costretto a tornare 4 giorni prima dalle ferie per votare oggi la sfiducia, ci sono stati pressioni pesanti”.
Anche Rositano è convinto che il tutto sia stato orchestrato dal Presidente Viola, e tira in ballo anche il partito di Bossi: “La Lega non era d’accordo con la mozione di sfuducia nei miei confronti. Poi è intervenuto Salvini e ha dato indicazioni opposte”.
Che c’entra la Lega in questa faccenda?
C’entra, perché gli attriti interni alla maggioranza hanno coinvolto anche il consigliere di zona del Carroccio Andrea Ancona, “reo” anch’esso di scarso allineamento col partito principale. Pare che il Pdl avesse pensato anche di togliere ad Ancona la presidenza della Commissione Sicurezza, ma che l’intervento di Matteo Salvini, capogruppo in Comune, sia stato decisivo per il raggiungimento di un armistizio.
“Abbiamo trovato un accordo a livello cittadino- spiega Ancona- Sia chiaro che non è una concessione quella che il Pdl fa alla Lega lasciandoci la presidenza della commissione. Ci sono accordi politici da rispettare”.
L’armonia ritrovata coi lumbard, d’altra parte, è più che fondamentale per il Pdl. “I consiglieri di zona della Lega sono due. La maggioranza non può permettersi di perdere due voti preziosi. Preferisce sacrificare soltanto Rositano” – analizza il consigliere del Pd Monti.
Che ne pensa il presunto “cospiratore” della faccenda?
“La mozione di sfiducia è stata votata all’unanimità dalla maggioranza- assicura il Presidente Viola- Se non si è raggiunto il quorum è stato solo per un problema di traffico: un consigliere è arrivato alle 19.03. Solo 3 minuti di ritardo”.
E per quanto riguarda la Lega?
“Non è mai esistita alcuna ipotesi di sfiducia nei confronti di Ancona. Lui, come Rositano, da diversi mesi ha un atteggiamento non consono nei confronti della maggioranza, e abbiamo cercato di trovare un accordo. L’Udc si è rifiutata di sedersi a un tavolo, mentre da parte della Lega c’è stata la volontà di trovare una soluzione. Ancona è rientrato nei ranghi”.
Tutt’altro che pronto a rientrare nei ranghi sembra invece Rositano, supportato dal consigliere comunale dell’Udc Pasquale Salvatore: "Se la mozione di sfiducia non viene ritirata, chiederò al partito di aprire la verifica in tutte le zone- fa sapere Salvatore- Cessa di essere una questione di Zona e diventa una questione politica cittadina. Non posso accettare questo comportamento verso l'Udc: da una parte il corteggiamento e dall'altra la rottura".
Lo sfaldamento dei rapporti tra Pdl e Udc sembra inevitabile e rifletto quanto sta avvenendo a livello nazionale. L’Udc non fa più parte della maggioranza di governo e si sente le “mani libere”.
Il rischio di rottura a livello cittadino d’altra parte avrebbe effetti molto più tangibili rispetto ad un disaccordo a livello di consiglio di zona.
Al partito di Casini è infatti assegnato un Assessorato non indifferente, quello alla Casa. Uno sconvolgimento degli equilibri potrebbe comportare addirittura un rimpasto di Giunta, con relative rivendicazioni di poltrone da parte della Lega e degli ex An del Pdl rimasti a bocca asciutta dai precedenti rimpiazzi di poltrone.
Tutta fantapolitica? Si vedrà.
Intanto al Consiglio di Zona 3 riconvocato in prima chiamata mercoledì 17 non è stato raggiunto il quorum. Alla seconda convocazione, per regolamento, basterà una maggioranza di appena 11 persone per avviare la discussione e votare la mozione.
Nemmeno il ritardo dei mezzi pubblici, questa volta, potrà evitare l’epilogo annunciato per il “casus Rositano”.
Giulia Cusumano