La ‘soluzione esemplare’ dell’Assessore Masseroli non chiude la partita sulla delocalizzazione di Chinatown

Dopo tante ipotesi, a quanto sembra i commercianti cinesi con tutti i loro carrelli e carrellini verranno ‘traslocati’ nel profondo Sud di Milano, e già gli abitanti della zona stanno organizzando – per così dire – il comitato di accoglienza. Ma la felice e pacifica risoluzione portata dall’Assessore Masseroli come esempio di dialogo riuscito tra Comune e comunità cinese non risolve affatto i problemi della Chinatown di Milano: durante l’ultima seduta della commissione congiunta, Sicurezza, Trasporti e Sviluppo del Territorio tenuta a Palazzo Marino venerdì 22, un coro di voci discordanti si è levato, a dimostrazione che la soluzione proposta non solo non è esemplare, ma forse non è neanche la soluzione.
Tanto per cominciare il gruppo del Pd ha richiesto un censimento delle aree disponibili in città per accogliere il commercio all'ingrosso, perché “non ci possiamo permettere un altro fallimento dopo quello di Arese” ha detto Pierfrancesco Majorino; ma soprattutto, poiché lo spostamento in Gratosoglio non avverrà comunque prima di tre anni, “si faccia la Ztl”. La Zona a traffico limitato, primo passo verso la pedonalizzazione, più volte invocata come soluzione ai problemi della zona, in primis dal vicesindaco Riccardo De Corato che l’aveva promessa per luglio 2007 e che la scorsa settimana si è invece accorto che “con la Ztl i carrelli non li togliamo. Spostiamo solo il carico e scarico ai limiti dell'area, dove si attesteranno furgoni e furgonicini: in via Biancamano o in piazza Lega Lombarda”. Insomma ha cambiato idea, ma si sa, la saggezza sopraggiunge con l’avanzare dell’età e in effetti, dalle promesse sulla ztl è passato qualche mese e il vicesindaco, nel frattempo, ha potuto contare sugli interventi effettuati dalla polizia municipale nella zona fra il marzo 2007 e il gennaio scorso: numeri che non perde occasione di snocciolare, fiero dei “servizi di presidio speciale” che operano dal marzo 2007
Oltre 16mila multe per infrazioni al codice della strada, 115 veicoli rimossi, 133 fermati e sequestrati, 229 patenti e carte di circolazione ritirati. Non è sufficiente, a quanto pare, se proprio al vicesindaco sono state consegnate, venerdì 22, duemila firme raccolte a sostegno della petizione per la pedonalizzazione di via Sarpi. “Prendo atto dell’operazione di Gratosoglio, ma non c’è per noi nessuna garanzia che quel percorso si chiuda col traferimento. La sera stessa della presentazione del progetto, nell'assemblea che c'e' stata con i grossisti cinesi, nessuno ha detto ‘va bene, mi trasferisco’. Hanno piuttosto chiesto se in via Sarpi, nel frattempo, saranno poste altre limitazioni. Per noi la Ztl e' un elemento di riqualificazione del quartiere e una forma di pressione perchè i grossisti capiscano che non c’è più spazio per loro" ha detto il presidente di ViviSarpi Lionetto.
E gli fanno eco, alla faccia del vicesindaco, diversi consiglieri comunali, dal presidente della commissione Sicurezza e capogruppo della Lega, Matteo Salvini, che ha presentato la mozione sulla ztl il 28 gennaio scorso, al consigliere dei Verdi, Enrico Fedrighini, fino al presidente della commissione Trasporti, Marco Osnato (An).
Poi c’è anche chi candidamente dice che “ora che c’è il progetto a Gratosoglio la Ztl non serve più”, come il consigliere Giulio Gallera. Fosse così facile.
Primo, attualmente “nessuno dei commercianti cinesi di Sarpi ha dato l'ok per il trasferimento” come ha ribadito Luigi Sun, importatore cinese, durante l’incontro di mercoledì 27 tra i residenti di Gratosoglio e Carlo Masseroli.
Secondo, ammesso che sia condivisa e accettata dalla comunità cinese, la soluzione Gratosoglio ha tempi di esecuzione lunghi, e bisogna pensare a qualcosa da mettere in atto nel frattempo, tipo la Ztl.
Terzo, le associazioni dei commercianti (che comprendono anche commercianti italiani) non sono tutte favorevoli alla ztl.
Quarto, i residenti in zona Gratosoglio hanno già iniziato a protestare, e proprio durante l’incontro di mercoledì hanno tempestato di domande l’Assessore Masseroli.
Quinto, com’è evidente, la questione travalica l’urbanistica milanese e sconfina nella politica internazionale, com’è dimostrato dalla presenza nelle trattative del console cinese Zang Lhimin. Insomma, in questa babele di problematiche e opinioni, la “soluzione esemplare” ha ancora da venire: intanto, a venire e andare, continuano ad essere i commercianti cinesi.