Il TAR ha stabilito il ripristino delle civiche serali e il commisariamento della gestione. Ma il tempo stringe e si rischia di buttare via un anno scolastico

Dopo mesi di risposte poco chiare da parte dell’amministrazione, arriva viceversa netta la “condanna” del Tribunale amministrativo regionale. Diverse le motivazioni esposte nei documenti. Innanzitutto si stabilisce come la normativa statale sui conti pubblici non sia applicabile alle scuole paritarie gestite dagli enti locali; cade così il pretesto con cui si è proceduto al taglio dei fondi e alla relativa chiusura dei corsi.
Ma il fatto più significativo è un altro: il Tar ha stabilito che la prefettura dovrà procedere alla nomina di un commissario ad acta che andrà a sostituire l’Assessorato ai servizi sociali nella gestione delle civiche serali.
Il Comune di fatto uscirà di scena, mentre il commissario avrà la facoltà di attingere al bilancio amministrativo ed eventualmente spostare voci di spesa senza il benestare del Sindaco né dell’Assessore al Bilancio.
“L’Assessore ha rimandato la discussione in Commissione per tre mesi - spiega David Gentili, consigliere comunale del Pd- c’è stata un’evidente dilazione dei tempi. Ormai prima di gennaio non se ne parlerà. Ma al di là della questione del commissariamento, noi continuiamo ad aspettare delle spiegazioni su quanto avvenuto, e anche sulle perdite economiche”.
Come raccontavamo a proposito dell’Istituto Professionale per L’Industria e Artigianato, infatti, quei professori dei corsi cancellati che non sono andati a sostituire in altre scuole i precari -lasciati di punto in bianco a casa- sono rimasti per tre mesi a scaldare la cattedra, percependo comunque uno stipendio da parte dell’amministrazione.
Anche qualora i corsi fossero ripristinati tra gennaio e febbraio, tra l’altro, resta un nodo da risolvere: gli studenti rischierebbero di non riuscire a completare l’anno seguendo il regolamento scolastico perché non riuscirebbero a raggiungere i 200 giorni minimi di insegnamento previsti per legge.
“Alcuni professori hanno già dato disponibilità ad insegnare anche oltre il periodo previsto -sostiene David Gentili- il punto è che ad esempio molti studenti dell’Ipia si sono persi per strada, forse hanno smesso di studiare. Si è perso troppo tempo”.
Ora si aspettano le mosse dell’Assessorato. Non è escluso che l’Avvocatura comunale decida di impugnare la sentenza del Tar presso il consiglio di stato. Eventualità, questa, che dilaterebbe ulteriormente i tempi di risoluzione e l’eventuale relativo ripristino dei corsi.
Giulia Cusumano