Nonostante le promesse, ancora nessuna novità per la bonifica delle case demaniali di Crescenzago

Così predicava venerdì scorso l’Assessore alla Salute Giampaolo Landi di Chiavenna nel corso della presentazione del piano “Immigrazione sana” ).
Ma, forse, a Milano la salute non è un bene prezioso per tutti e non tutti possono osservare il dovere di mantenersi sani. Soprattutto quando si ha a che fare con l’amianto. Soprattutto quando l’amianto ce l’hai in casa e la casa è del Comune.
Diritto “prezioso, unico e inviolabile”, per l’appunto.
La questione delle Casette di Crescenzago ne è un clamoroso esempio.
Ci eravamo occupati del problema lo scorso ottobre. Sono case di proprietà del demanio, costruite negli anni ’50 e che da anni attendono un intervento di bonifica e ristrutturazione.
Ma mentre in televisione, sull’onda d’urto dell’emergenza campana, abbondano servizi e testimonianze sulle drammatiche conseguenze che il contatto con la diossina provoca sulla salute degli abitanti delle zone limitrofe alle discariche, altre emergenze rimangono strategicamente in sordina.
Eppure a Milano di case con i tetti in amianto ce ne sono parecchie. Parecchie sono le persone che ci vivono e che contraggono malattie mortali a causa dell’inalazione delle fibre tossiche.
Parecchie sono infine le occasioni in cui il Comune ha garantito interventi di eliminazione e sostituzione, inserendoli tra l’altro sia nel Piano Previsionale dei lavori pubblici 2005-2007, sia nel Bilancio 2008. Lo stesso Assessore alla Casa Giovanni Verga ad ottobre aveva promesso l’imminente avvio dei lavori.
Promessa andata a vuoto, di fatto: Infatti a cinque mesi di distanza nulla è cambiato. Continua a mancare un piano mirato e pianificato di intervento, non solo per Crescenzago, ma anche per altre case che versano nelle medesime condizioni.
“Noi l’imput l’abbiamo lanciato –si difende Barbara Ciabò, Presidente della Commissione casa– Più di così non possiamo fare. Ora sta alla Giunta decidere.
Il 19 marzo ci sarà una commissione sull’amianto di via Feltrinelli cui parteciperà anche il vice sindaco Riccardo De Corato –annuncia la Ciabò– In quell’occasione gli Assessori competenti saranno chiamati a dare risposte anche sulle altre situazioni”.
Perché una commissione proprio su via Feltrinelli? Perché, come per le vicende nel napoletano, anche in questo caso a destare l’attenzione è stata una miccia accesa dalla televisione.
“E’ bastata una puntata di Anno Zero sulle ‘White’ di Rogoredo ad appassionare la maggioranza alla questione –conferma Carmela Rozza, Consigliere comunale del Pd– eppure quando denunciavamo la questione di via Feltrinelli in aula, non si muoveva nessuno”.
Risolvere la situazione di via Feltrinelli è senz’altro una delle priorità di cui il Comune deve farsi carico. Ma prima della puntata di Anno Zero, guarda caso, l’intervento non era stato considerato così urgente, tant’è che nel Bilancio approvato a dicembre figurava tra i lavori da svolgere nel 2009.
“In Consiglio era passata all’unanimità la rischiesta di trasferire le Casette di Crescenzago e le White di via Feltrinelli tra le priorità del 2008, ma di fatto non erano seguiti piani di Giunta né per le une né per le altre –aggiunge Carmela Rozza– La Giunta continua a fare demagogia sulla pelle della gente, crea commissioni in base alle stagioni. Non bisogna illudere le persone: bisogna risolvere i loro problemi”.
Ancora una volta le denuncie dei cittadini fatte in tv si rivelano più efficaci di quelle esposte nelle sedi istituzionali: come le Commissioni e il Consiglio comunale.
Forse perché a “casa propria” è più facile nascondere i problemi sotto il tappeto, continaure a rimandare le questioni e a fare promesse che poi puntualmente verranno disattese.
Più difficile simulare a livello nazionale, soprattutto quando sono i mass media a portare a galla le falle del sistema.
Allora sì, diventa indispensabile correre ai ripari. Salvare la faccia, prima di tutto.
Giulia Cusumano