Le nuove rotte di Linate non diminuiscono i disagi per Segrate ma li aumentano per Milano e i comitati si preparano alla protesta

Parliamo degli aerei in decollo da Linate secondo le rotte attive in fase di sperimentazione dallo scorso 27 settembre per disposizione dell’ENAC (Ente Nazionale dell’Aviazione Civile).
Aerei che sorvolano a bassa quota la città che proprio in questi giorni viceversa vola alto con la vittoria della gara Expo; aerei che disturbano la cittadinanza che vive attorno all’aeroporto, esasperata dal continuo via vai di motori rombanti sopra le proprie teste. La sperimentazione era arrivata dopo le forti insistenze del Comune di Segrate, interessato più degli altri dai disagi del traffico aereo.
Rimasto su carta il piano “Scenario 5 Comuni” condiviso da Milano, Pioltello, Peschiera Borromeo, San Giuliano e San Donato, la Commissione Aeroportuale aveva deciso l’estate scorsa di assecondare le richieste di Segrate.
In buona sostanza, per mitigare gli effetti dell’inquinamento acustico di Segrate, si è progettato di “dirottarlo” sui cieli di Milano e di altri comuni.
Partita a settembre, la sperimentazione avrebbe dovuto durare prima 56 giorni, poi 6 mesi, scaduti i quali il confronto tra i dati delle simulazioni e quelli delle rivelazioni ne avrebbero decretato l’esito. Ma nonostante i risultati delle centraline SEA abbiano dimostrato come nei primi novanta giorni della sperimentazione l’impatto acustico non sia diminuito nè su Segrate nè tantomeno sugli altri territori limitrofi, il Direttore dell’aeroporto di Linate ha deciso di prolungare la sperimentazione fino al 2 luglio 2008.
“Bisogna seguire un lungo iter tecnico per l’attivazione di nuove rotte -ci spiega Giuliano Mansutti, ex comandante Alitalia e responsabile di Aerohabitat, associazione che si occupa di sicurezza dei cieli- Certo, se la sperimentazione fosse stata interrotta allo scadere dei due mesi previsti originariamente, forse un nuovo piano sarebbe già pronto. Fonti a me vicine però sostengono che la Commissione sia in seria difficoltà nel gestire la situazione, soprattutto per la complicata trattativa con i comuni limitrofi. Nessuno vuole che gli aerei volino sulle proprie teste.”
Il Comune di Milano il 7 febbraio scorso ha ammesso il fallimento del progetto e ha chiesto l’archiviazione del piano. Due sono però le obiezioni di chi nell’intera faccenda ci vede poca trasparenza.
Primo: perchè i risultati dettagliati delle rilevazioni acustiche non sono stati diffusi alla cittadinanza e alla stampa? Non sarà che il Comune vuole minimizzare l’insuccesso del piano di cui si è fatto primo promotore, parlando genericamente di “distribuzione delle rotte più larga di quanto si era stimato” ( ascolta l'intervista all’assessore alla mobilità Croci) piuttosto che di diffuso peggioramento dell’inquinamento atmosferico?
Secondo: perchè il Comune di Milano ha incaricato di redarre un nuovo piano la società di consulenza Air Support, cioè la stessa che aveva lavorato nel 2004 per il Comune di Segrate quando questo chiedeva il cambio delle rotte aeree? Pretestuoso parlare di un conflitto di interesse in zona Segrate?
Intanto, mentre i sindaci dei Comuni di Cernusco, Cologno Monzese, Vimodrone, Bussero, Carugate, Melzo, Cassina de' Pecchi, Liscate e Gorgonzola hanno mobilitato una raccorta firme contro i sorvoli, anche a Milano è nato un Comitato per il ripristino delle vecche rotte.
Anche i cieli dei quartieri Crescenzago, Rubattino, Lambrate, Udine-Feltre e Greco sono infatti coinvolti nel tran-tran aereo. “Gli aerei non riescono a tenere i 1800 piedi, arrivano a 350 metri dalle nostre teste -lamenta Giuseppe Raimondi, coordinatore del Comitato ( ascolta l'intervista)- Ci siamo rivolti al Comune più volte per chiedere il ripristino immediato delle rotte aeree ma non è arrivata nessuna risposta. Ora siamo costretti ad abbandonare il comportamento civile e a passare ad azioni di protesta più pesanti. Sabato 19 aprile manifesteremo a Linate”.
Sperando che la soluzione non sia quella di doversi trasferire dalle parti di Malpensa; almeno lì, di aerei, ne passano sempre di meno.
Giulia Cusumano