Presentato il nuovo rapporto Caritas sulla povertà a Milano: l’emergenza abitativa coinvolge sempre più persone

Lo registra il settimo Rapporto della Caritas Ambrosiana, che quest’anno si focalizza sul binomio povertà-emergenza abitativa.
Sono cinquemila le persone a Milano che non possono contare su una casa e che si affidano alle strutture di accoglienza. Altre 85 mila, secondo gli studi condotti dall’Università Bicocca, sarebbero a rischio. L’analisi sui disagi per l’abitazione conferma inequivocabilmente un trend sempre più preoccupante che vede i deboli sopperire alla dura legge del mattone: senza soldi -e ce ne vogliono parecchi- il diritto alla casa sembra sparire.
Il problema riguarda trasversalmente diverse categorie sociali; dalle giovani coppie che non riescono a rendersi autonomi agli stranieri che non riescono a comprare. Solo il 24,8% degli immigrati irregolari è proprietario di una casa, mentre tra gli irregolari prevale, manco a dirlo, l’affitto in nero in condivisione con connazionali, spesso in condizioni igienico-sanitarie assai precarie e a prezzi da estorsione.
“La casa è diventata un problema speculativo – spiega Don Roberto Davanzo, Direttore della Caritas Ambrosiana- e questo ha portato Milano ad essere una città senza abitanti. Il problema abitativo, o viene governato a livello di pubblica amministrazione con la collaborazione del privato e del sociale, o non si risolverà mai”.
Per un piano del genere bisogna ancora pazientare un po’: i progetti di Housing sociale ventilati pochi giorni fa dall’Assessore all’urbanistica Carlo Masseroli non saranno realizzati prima del 2015. Un count down per i senzatetto del 2008 decisamente interminabile.
G.C.