Dopo i recenti fatti di cronaca, si riapre e si amplifica l'eterno dibattito sulla sicurezza

Da Lega e Pdl arrivano quasi solamente denunce del fallimento dell'operato della Giunta arancione, e si chiede a gran voce il ritorno di pattuglie dell'esercito nelle strade, come negli anni dell'operazione “Strade sicure”, rimasta peraltro in vigore fino al 30 giugno dello scorso anno, che aveva portato nelle vie di Milano fino a 400 militari.
Qui, anche il Prefetto Gian Valerio Lombardi e il Questore Alessandro Marangoni hanno escluso un'emergenza sicurezza in città, come era invece stato paventato da molte parti. Tutti però hanno concordato sulla necessità di più controlli e di una maggiore presenza da parte delle forze dell'ordine, tanto che è già stato predisposto un piano straordinario che prevede rinforzi di polizia inviati dal ministero dell'Interno.
Una richiesta che arriva anche da molti esponenti del Pd, principale partito di maggioranza a Palazzo Marino, che non vogliono certamente dare l'impressione di sottovalutare il problema sicurezza, storicamente cavallo di battaglia della destra milanese soprattutto nella logica della propaganda politica e durante le campagne elettorali.
Ultimo atto delle polemiche il Consiglio comunale di giovedì 13, dove il Sindaco, che già nei giorni scorsi aveva assicurato sulla priorità data dalla sua Giunta al tema della sicurezza, ha voluto stroncare sul nascere le polemiche sollevate sul ruolo della polizia municipale da Riccardo De Corato, ricordando che la sicurezza e l'ordine pubblico sono di esclusiva competenza statale e riportando i giudizi molto positivi di prefetto e carabinieri sul contributo dei vigili al controllo della città. Di fronte ai fatti di via Muratori, come anche alla sparatoria avvenuta martedì in via Padova, una riflessione più articolata appare però necessaria. La maggior parte degli appelli, soprattutto dell'opposizione ma anche della maggioranza, fanno riferimento genericamente ad un problema di ordine pubblico e di sicurezza della città. Si stabilisce (troppo) spesso la facile relazione tra un incremento delle forze dell'ordine e la possibilità di un maggiore controllo del territorio, auspicando che ciò serva alla diminuzione della criminalità. D'altra parte, alcune voci come quella dell'assessore alla Cultura Stefano Boeri hanno preferito mettere l'accento non tanto su un generico problema di sicurezza, ma sulla presenza della criminalità organizzata, che guarda con interesse al territorio di Milano. A Boeri si è aggiunto il vicecapogruppo del Pd in Provincia Roberto Caputo, che ha invitato a non negare il problema, anche in considerazione dei molti episodi di intimidazione mafiosa degli ultimi mesi.
Se è probabilmente azzardato collegare episodi di violenza e intimidazioni che sono stati attribuiti con certezza alla criminalità organizzata all'omicidio di via Muratori, è certo doveroso interrogarsi su quali risvolti si nascondano dietro al "problema sicurezza", che regolarmente torna al centro del dibattito politico cittadino in tutte le sue declinazioni: quando in relazione ai Rom, quando in relazione agli immigrati di via Padova, quando, come in questo caso, in relazione al mercato della droga. E chiedersi, ancora una volta, se non sia finalmente il momento di uscire dalle logiche dell'emergenza e dalle periodiche richieste di maggiori forze dell'ordine sul territorio, per mettere in atto politiche (soprattutto sociali) più lungimiranti che ambiscano a una maggiore consapevolezza e a uno sforzo condiviso da parte di tutta la società civile.
C.Urbano