Scampato il rischio speculazione edilizia, ma il 'peccato originario' di una localizzazione sbagliata rimane

I settemila metri quadrati di superficie commerciale previsti non saranno occupati da un centro commerciale, bensì da negozi di vicinato. Tramontati anche i 40.000 metri quadrati di housing sociale che saranno invece destinati a un campus; mentre il destino della superficie destinata a verde rimane ancora incerto, sospeso tra la destinazione a giardino -che avrebbe oneri di manutenzione assai cospicui- e parco agricolo.
Meno soddisfatti le associazioni ambientaliste e alcuni settori della maggioranza a Palazzo Marino. Infatti, il 'peccato originario' del Cerba rimane senza redenzione: il centro di ricerca si colloca ancora nell'area del Parco Agricolo Sud, il polmone verde dell'area metropolitana già attaccato nel corso degli ultimi anni da una serie di operazioni immobiliari condotte nei comuni dell'hinterland sud Milano.
La riunione del 26 giugno ha, come detto, posto alcuni paletti ma non ha rimosso gli ostacoli più grandi, che sono quelli di natura finanziaria: il Cerba dovrebbe sorgere sui 620.000 metri quadrati della fallita Im.co. di Salvartore Ligresti. Proprio la procedura fallimentare, secondo chi si è sempre opposto alla costruzione del centro di ricerca all'interno del Parco sud, poteva essere l'occasione per mettere in discussione l'intero progetto e, come ha commentato Legambiente, restituire i terreni alla loro destinazione agricola e, coma ha aggiunto il Presidente del Consiglio comunale, Basilio Rizzo, "porre rimedio ad una scelta sbagliata sin dall'inizio".
E. P.