Nessuna promessa mantenuta per le “casette” di Crescenzago

L’appalto che fino a poco tempo fa sarebbe passato d’ufficio al secondo classificato al bando, ora è stata rimesso in discussione. Le nuove norme nazionali infatti prevedono una valutazione molto più approfondita delle cosiddette “offerte anomale”, quelle che, pur soddisfacendo l’esigenza di aggiudicare l’appalto al prezzo più basso possibile, proprio a causa dell’eccessivo ribasso non sono in grado di assicurare da parte del soggetto aggiudicatario il corretto ed integrale soddisfacimento delle prestazioni contrattuali nei tempi prefissati. “Il problema è che ci sono 30 mila alloggi di proprietà comunale e pochissime persone che operano per il settore demanio e lavori pubblici – denuncia la Consigliera comunale del PD, Carmela Rozza- La riorganizzazione della macchina comunale voluta dal Sindaco ha moltiplicato i dirigenti e ha ridotto all’osso i funzionari. Il risultato è che in cinque anninon s è fatto nessun intervento per rimuovere l’amianto dalle case popolari”. Il timore, tra i residenti è che il passare del tempo e delle piogge stia pregiudicando definitivamente la possibilità di recupero delle casette. “Non solo credo che alla luce del continuo deterioramento delle nostre case i soldi stanziati sei anni fa ora non siano più sufficienti per coprire interamente i lavori –spiega una residente– ma ho il sospetto che il Comune finisca per dichiarare le case inagibili e ne decida la demolizione”.
Dagli uffici ai lavori pubblici arriva l’ennesima rassicurazione: “La ditta che aveva vinto la gara non si è presentata a firmare il contratto perchè nel frattempo era fallita. Quindi sono passati alla seconda classificata. Trattandosi di un appalto integrato la procedura sarà più veloce e si può ipotizzare che i lavori partano ad aprile”. Stesso pronostico di un anno fa.
Giulia Cusumano e Antiniska Pozzi