La nuova stagione del Teatro della Cooperativa parte dalla ripresa delle grandi produzioni degli anni passati
Non tutto il male viene per nuocere: se per la prossima stagione, come spiega Renato Sarti, fondatore e direttore artistico del Teatro della Cooperativa "ci troviamo costretti per ragioni puramente economiche a limitarci a una sola produzione – Hermada. Strada privata", è anche vero che il pubblico da un po' chiedeva di poter rivedere gli spettacoli che hanno caratterizzato l'identità di questo piccolo grande teatro alla periferia di Milano, facendolo conoscere e affermare a livello nazionale. |
Di necessita virtù, ed è per questo che la prossima stagione, 2015/16 si intitolerà significativamente Cavalli di Battaglia. 13 anni di attività e di produzioni del teatro torneranno in scena nei prossimi mesi, a ripercorre non solo simbolicamente la strada artistica della creatura di Sarti. Che racconta: "Per cinque stagioni il Piccolo Teatro ha ospitato nostre produzioni e la collaborazione con l’Elfo Puccini ha portato alla messa in scena di Goli Otok con Elio De Capitani, premiato con l’Hystrio all’interpretazione, e al sold out della versione al femminile di Comedians. Abbiamo partecipato a festival nazionali, come Mittelfest,
Santarcangelo, Asti, Festival dei Tacchi, Lunatica, Primavera dei Teatri, Festival della Mente, e ricevuto riconoscimenti importanti: dal Comune di Milano l’Ambrogino d’Oro, e dal Presidente della Repubblica la medaglia commemorativa per Nome di battaglia Lia e l’Alto Patronato per I me ciamava per nome: 44.787.
Bene. Nonostante il Comune di Milano, la Cooperativa Abitare, che ci ospita, la Cariplo, gli sponsor e gli spettatori
sostengano il nostro lavoro, che valorizza la drammaturgia contemporanea, dà spazio a giovani autori e attori e si
distingue da sempre per l’attività sul territorio, per la prossima stagione ci troviamo costretti per ragioni puramente
economiche a limitarci a una sola produzione".
Con la speranza che "un maggiore riconoscimento da parte della Direzione Generale Spettacolo del Ministero ci consenta in un prossimo futuro di poter ampliare l’attività produttiva".
Intanto, oltre alle grandi produzioni del passato, in cartellone anche Il carnevale dei truffati di Piero Colaprico, che vede l'incontro nell'aldilà tra Luigi Calabresi e Giuseppe Pinelli, Visti da Est di Federico Andreotti e Luca Koblas, vizi e le virtù della nostra penisola visti attraverso gli occhi di uno straniero proveniente dall’Est Europa e di un veneziano, trasferitosi nella metropoli milanese in cerca d’impiego; l'opera buffa Amleto avvisato mezzo salvato, una divertente incursione nel sottosuolo teatrale del bardo, l'attualissimo Scusate se non siamo morti in mare, di Emanuele Aldrovandi. Unica nuova produzione, Hermada - strada privata, di Renato Sarti: durante la Prima Guerra Mondiale bombe di duecentottantasette chili provocavano crateri di otto metri, uccidevano nel raggio di quattrocento metri e avevano una gittata di oltre dodici chilometri. L’Hermada e il San Michele sono due monti situati rispettivamente nei pressi di Monfalcone e di Gorizia, distanti in linea d’aria poco più di dieci chilometri, a un tiro di mortaio. Oggi come allora si guardano in faccia e forse, a modo loro, riescono a parlarsi. Sul San Michele, che fu conquistato dagli italiani, nacque il mito della eroica brigata Sassari, mentre l’Hermada, definita “la porta di Trieste”, nonostante il sacrificio di decine e decine di migliaia di giovani, rimase saldamente in mano austriaca.
Da non perdere anche il bellissimo Muri, prima e dopo Basaglia, con Giulia Lazzarini, per la prima volta in scena sul piccolo grande palco del Teatro di via Hermada.
A.Pozzi