Approvata la nuova legge regionale che prevede forti aumenti dei canoni per le case ALER

Vediamo come viene calcolato il canone prima della riforma.
Innanzitutto viene definito il valore convenzionale dell'immobile sulla base dell'anno di costruzione (tra i 409,70 e gli 886,25 euro al mq), e su questo viene applicato un tasso di rendimento del 3,85%. Il risultato di questa operazione è il canone di locazione, che però diventa oggetto di alcuni fattori di correzione determinati dalle caratteristiche dell'alloggio (tipologia catastale, ubicazione urbana, stato di manutenzione) e dal reddito lordo annuo dell'inquilino. Sono previste 8 fasce di reddito (da 0 a 43.382.39 euro) con percentuali di pagamento del canone definito oscillanti dal 15 % per i meno abbienti al 250% per quelli collocati nella fascia di reddito più alta.
La nuova legge cambia quindi le modalità di calcolo degli affitti: il valore convenzionale dell'immobile verrà calcolato sempre in base all'anno di costruzione, ma il corrispettivo per metro quadro lieviterà decisamente (si passa dai 409,7 euro a 1.150 per il minimo e da 886, 25 a 1.350 euro per il massimo), così come salirà il tasso di rendimento che va al 5%.
Camberanno anche alcuni coefficienti correttivi che tengono conto delle caratteristiche dell'alloggio. La grande novità riguarderà però il calcolo della condizione economica dell'inquilino, non più determinata dal reddito annuale lordo, ma dall' ISEE (Indice di Situazione Economica Equivalente). Un parametro più completo, che tiene conto del reddito, ma anche delle caratteristiche del nucleo familiare e del patrimonio mobiliare e immobiliare. Per quanto riguarda le fasce di reddito, si passerà ad avere 49 classi Isee suddivise in 4 aree. La cosiddetta area di decadenza, ovvero la soglia sopra la quale non si ha più diritto ad un alloggio popolare, è fissata a 28.001 euro.
La Regione ha motivato queste disposizioni sostenendo che il nuovo sistema supererà le principali iniquità del vecchio: non solo perchè adotta una nuova e più precisa classificazione delle possibilità economiche dei nuclei familiari, ma anche perchè prevede coefficienti correttivi più idonei ad identificare il valore dell'immobile (con quelli di oggi si verifica il paradosso per cui immobili in centro possono valere molto meno di un immobile relativamente recente ma in estrema periferia).
Dissentono dal nuovo meccanismo i sindacati che fanno notare che mentre alcuni coefficienti verranno ridotti ce ne sono altri che aumenteranno, con un effetto d'insieme che porterà ad un aumento generalizzato e incongruo, con incrementi di canone, in alcuni casi, di tre cifre percentuali.
Facciamo un esempio, ripreso da un documento dei sindacati. Una persona sola che abita a Milano in uno stabile di 57 mq risalente al 1946 con un Isee di 8.500 euro, passerà dai 278,10 euro ai 678, 70 euro di canone annuale, con un incremento del 144, 05%.
I sindacati, oltre a denunciare gli eccessivi rincari della nuova riforma, lamentano la mancanza di trasparenza nel controllo dei costi e dei contratti di fornitura dei servizi a rimborso. Chiedono pertanto l'istituzione di una commissione paritetica composta da rappresentanti di Aler, comuni e sindacati, che svolga una funzione di monitoraggio sui provvedimenti di utilizzo delle maggiori entrate.
Come promesso dai sindacati il 25 ottobre, nel caso la legge fosse stata approvata, ci saranno nuove manifestazioni. Ma la Regione e la maggioranza sembrano intenzionate a non fare Marcia indietro.
Ascolta gli audio della manifestazione:
Onorio Rosati, Segretario CGIL Milano
Stefano Chiappelli, Segretario Generale SUNIA
Manifestanti
Giulia Cusumano