Il provveditore della Regione fa un bilancio della situazione carceri a Milano
Della situazione delle carceri italiane si torna a parlare regolarmente, e le criticità che emergono sono purtroppo quasi sempre le stesse: l'affollamento, le condizioni molte volte inumane della detenzione, gli alti costi di gestione e del personale che sono fra i più alti d'Europa. L'ultimo rapporto dell'Osservatorio detenzione dell'Associazione Antigone parlava di un tasso di affollamento pari al 108% (dati 2015), ovvero 108 detenuti ogni 100 posti disponibili. E Milano rispecchia in pieno la situazione, come emerso stamattina dal "bilancio" sulla situazione delle carceri milanesi tracciato dal provveditore della Regione Lombardia per l'amministrazione penitenziaria, Aldo Fabozzi, nella sua audizione di davanti alla Sottocommissione Carceri del Comune: "Anche se difficilmente si potrà garantire a San Vittore la nuova idea di carcere" - sono stati fatti molti passi avanti per rendere la detenzione quantomeno migliore; a questo proposito è in dirittura d'arrivo il progetto di "una cucina all'avanguardia" ricavata da un posto abbandonato del carcere. |
Attualmente sono 7841 i detenuti presenti in Lombardia, un numero che è sensibilmente sceso rispetto ai 9mila del 2011, anche se - come ha spiegato la dottoressa Francesca Romana Valenzi, direttrice dell'ufficio detenuti e trattamento del provveditorato - in questi mesi "registriamo una lieve ricrescita, come se i provvedimenti presi abbiano esaurito la loro efficacia e comincino ad aumentare di nuovo le misure cautelari in carcere".
Una delle note positive riguarda il fatto che ad oggi tutti i detenuti abbiano uno spazio a disposizione con una metratura non inferiore a quella minima di 3 metri quadrati prescritta dalla corte Europea. Ma i numeri delle carceri parlano chiaro: a San Vittore ci sono 911 detenuti, a Bollate 1092, a Opera 1292, per un totale di 3295 persone detenute nel territorio milanese che rappresentano il 40% dei detenuti della regione.
Il provveditore, ormai giunto alla fine della sua carriere (andrà in pensione dall'1 giugno di quest'anno), ha voluto sottolineare lo sforzo di avviare una nuova gestione delle carceri, partendo dall'obiettivo di tenere i "detenuti fuori dalle celle" per il tempo maggiore possibile. Le difficoltà sono state parecchie: la mancanza di opportunità lavorative ha influito, ma anche una certa resistenza della polizia penitenziaria. Se è vero che la logica di "una sicurezza non più stringente, ma attenta alle esigenze di ognuno" ha incontrato alcune perplessità da parte degli agenti, la maggioranza di essi "ha compreso e partecipato a questa nuova modalità gestionale", ha spiegato il comandante Fusco della polizia penitenziaria di Opera. Lo dimostra il carcere di Bollate che, secondo il provveditore, è "l'unica esperienza in Italia che ha attivato un trattamento così moderno".
Tra gli argomenti affrontati, il provveditore ha rivendicato la scelta di chiudere il Conp di San Vittore, una struttura adibita a ospitare i detenuti con patologie psichiatriche ma che è "inadeguata". Per questo motivo sta per essere ultimata una struttura si questo genere con 24 posti a Pavia.
L'audizione si è poi conclusa con una richiesta del provveditore alla commissione carceri: un'attenzione maggiore sulla ricerca di una struttura comunale per spostare l'Icam - istituto a custodia attenuata per madri detenute - da San Vittore che è attualmente ospitato in una struttura inadeguata.