Condannate per truffa aggravata le quattro banche con cui il Comune sottoscrisse i derivati nel 2005

La vicenda è quella relativa ai derivati sottoscritti da Palazzo Marino nel 2005, quando era Sindaco Gabriele Albertini e poi rinnovati con la successiva amministrazione.
I contratti erano stati sottoscritti senza l'ausilio di esperti nel settore e, secondo l'accusa del Pubblico ministero, Alfredo Robledo, le banche avevano di fatto irretito il Comune in un'operazione "di opacità assoluta", senza informare l'istituzione degli elevati rischi insiti in quegli strumenti finanziari.
Accuse pesanti che sono state accolte dai giudici e che segnano un vero e proprio spartiacque se si pensa che sono centinaia gli enti pubblici italiani -comuni, province e regioni- che, come Milano, avevano sottoscritto derivati (e relativi swap) con istituti finanziari italiani ed esteri.
Il Comune di Milano dal canto suo nella primavera di quest'anno aveva chiuso un accordo extragiudiziale con le quattro banche estinguendo di fatto i derivati ed evitando le pesantissime perdite che essi incubavano, ma rinunciando alla costituzione di parte civile nel processo.
Ovviamente l'iter giudiziario è andato avanti indipendentemente dall'accordo raggiunto tra palazzo Marino e i quattro istituti per i quali il giudice della IV sezione penale del Tribunale di Milano ha stabilito una confisca complessiva di 89 milioni di euro e una sanzione di un milione di euro per ognuno, oltre a pene detentive per nove tra manager ed ex manager delle quattro banche.
Dal canto loro Deutsche Bank, Depfa Bank, Ubs e Jp Morgan tramite i loro avvocati si sono detti convinte di poter ribaltare la sentenza in appello e veder riconosciuta la loro innocenza.
Ettore Pareti