Tornano i vecchi orari per nidi e materne, ma il Comune non avvisa i genitori

Oggi come allora, il nuovo cambio di orari non è stato molto apprezzato da parecchi genitori: certo è che ogni famiglia ha le sue esigenze e accontentare tutti non è possibile.
In teoria, il nuovo/vecchio orario permette di proporre attività specifiche per pre e post scuola e offre la compresenza delle educatrici tra le 10 e le 15 nel migliore dei casi, delle 10.30 alle 14 nel peggiore.
Se l’orario base è 9-16, con prescuola 7.30-8.30 e doposcuola fino alle 18.00, le educatrici (che fanno turni di 6 ore) coprono la giornata con le giuste ore di compresenza (per ogni sezione una fa 9-15 e l’altra 10-16) e le entrate e le uscite più numerose sono limitate a circa 20 minuti ciascuna (così chi fa il prescuola può fare un’attività con i compagni, e chi fa il doposcuola non vede uscire gran parte dei suoi compagni per un’ora intera). Se invece l’orario d'ingresso è 7.30-9 e l'uscita 15.45-16 e poi 16.15-16.30, le ore di compresenza si riducono perchè un'educatrice farà 7.30-13.30 e l'altra farà 10-16 oppure 10.30-16.30 (più i turni sul doposcuola). Così le ore di compresenza si riducono a 4 o 3 e le ore di entrata/uscita aumentano a due.
Ma al di là del gioco ad incastri sulle compresenze, che mostra in entrambi i casi quanto sia indecentemente corta la coperta con cui l’amministrazione deve coprire i servizi all’infanzia sul territorio milanese, il nodo della questione resta per adesso l’inefficienza nella comunicazione tra Istituzione e famiglie: l’informazione su una cosa delicata come gli orari scolastici non può essere relegata a una postilla su un foglio contenente informazioni di altra natura, o lasciata all’iniziativa delle singole Posizioni Operative. Senza contare che non è giusto effettuare simili cambi in corso d’anno quando sarebbe possible istituirli da subito, all’inizio di settembre.
Altra questione irrisolta resta quella legata all'autonomia delle scuole: forse concedere un po’ di autonomia ai singoli plessi in base allo scambio di informazioni tra famiglie e funzionarie sulle esigenze dell’utenza gioverebbe sia alle strutture che alle persone.
Vedremo nei prossimi mesi e anni in che modo la nuova amministrazione raccoglierà la sfida legata ai servizi all’infanzia in un territorio come quello milanese e con le criticità lasciate in eredità dalla precedente giunta.
Antiniska Pozzi