Fino al 10 luglio Milano celebra l'artista nel primo centenario della morte con 280 opere
"Genio e memoria", così s'intitola la mostra che Comune di Milano | Cultura dedica a Umberto Boccioni nel centenario della morte: una grande mostra che ne evidenzia, alla luce anche di documenti inediti, il percorso artistico e la levatura internazionale, presentando circa 280 opere tra disegni, dipinti, sculture, incisioni, fotografie d’epoca, libri, riviste e documenti. La mostra è frutto di un progetto di ricerca curato dal Gabinetto dei Disegni della Soprintendenza del Castello Sforzesco: ‘Umberto Boccioni (1882 - 1916). Genio e Memoria’ è una mostra promossa, prodotta e organizzata da Castello Sforzesco, Museo del Novecento e Palazzo Reale con la casa editrice Electa, ed è un'iniziativa che fa parte del programma di ‘Ritorni al futuro’, il palinsesto culturale pensato per la primavera 2016 dal Comune di Milano che propone oltre cento appuntamenti tra mostre, concerti, spettacoli teatrali, proiezioni cinematografiche e incontri, con l’obiettivo di portare al centro della riflessione pubblica l’idea di futuro che abbiamo oggi confrontandola con quelle che hanno abitato il pensiero creativo in altre stagioni della storia. |
L'esposizione è stata concepita dai curatori con un originale taglio critico che offre un percorso selettivo sulle fonti visive che hanno contribuito alla formazione artistica e all’evoluzione dello stile dell’artista. Per la prima volta Milano riunisce il ricchissimo patrimonio dell’artista dalle collezioni e dagli archivi dei suoi musei (Camera di Commercio, Castello Sforzesco, Galleria d’arte Moderna, Gallerie d’Italia, Museo del Novecento, Pinacoteca di Brera), il primo al mondo per consistenza e rappresentatività. Le opere, in relazione con le nuove fonti, saranno esposte insieme al corpus integrale dei 60 disegni del Castello Sforzesco filo conduttore del percorso espositivo. Si tratta di un nucleo di eccezionale qualità capace di per sé di riassumere le linee essenziali del percorso artistico di Boccioni tra il 1906 al 1916, anno della morte di Boccioni. Prima di questa occasione, i disegni sono stati esposti al completo una sola volta, nel 1979 al PAC a cura di Mercedes Garberi. Insieme all’eccezionale corpus di 60 disegni di Boccioni del Castello Sforzesco, l’esposizione, sviluppata in ordine cronologico e per nuclei tematici, fonda la sua struttura anche su scritti e documenti identificati e catalogati di recente alla Biblioteca Civica veronese: in particolare una rassegna stampa futurista riunita a partire dal 1911, alcuni libri, appunti sciolti e fotografie e una raccolta di ritagli di riproduzioni artistiche. Si tratta in questo caso di un documento originalissimo, un ‘atlante’ di modelli, una sorta di ‘book’ elaborato da Boccioni nella sua fase prefuturista, utilizzato per studiare ma anche come diario visivo che incrocia in modo fluido e dinamico ricordi intimi con una ricognizione di forme artistiche del passato e della modernità.
Alcune delle opere citate in questo “Atlante” saranno presentate in mostra (Richard Miller, La Vecchia, Genova, Raccolte Frugone; Sir Frederic Leighton, Le fanciulle greche che giocano a palla, Kilmanorck, The Dick Institute; Jacques Emile Blanche, Il Cherubino di Mozart, Reims, Musée des Beaux-Arts; Frank Brangwyn, I fabbri, Leeds Art Galleries) e saranno per la prima volta poste accanto a quelle opere di Boccioni per verificarne la relazione artistica (La Nonna, Venezia, Fondazione di Venezia). Esempi talvolta di una cultura figurativa che spazia dal XV secolo alla contemporaneità, come il Ritratto di Massimiliano I imperatore d’Asburgo di Giovanni Ambrogio De Predis del Kunsthistorisches Museum di Vienna (1502), le stampe di Albrecht Dürer (una delle quali appartenuta a Boccioni), o il Ruscello dello svedese Anders Zorn presentato alla Biennale di Venezia del 1905. Tutti questi materiali saranno esposti in una sequenza articolata che approfondisce temi e aspetti cruciali della poetica di Boccioni quali lo sviluppo del concetto del dinamismo in rapporto alla figura umana (La donna al caffè, Milano, Museo del Novecento), al ritratto (Materia, raffigurante il ritratto della madre, collezione Mattioli), alla veduta paesaggistica e urbana (Le officine di Porta Romana, Milano, Gallerie d’Italia).
Il Museo del Novecento, che custodisce il nucleo pittorico e scultoreo di Boccioni più consistente al mondo in una collezione pubblica e che presta al percorso di mostra 11 delle sue opere, partecipa alle celebrazioni che Milano dedica al maestro del movimento futurista presentando nelle sue sale un percorso temporaneo dedicato alla stagione “prefuturista”, dove il legame con la tradizione e lo slancio verso la modernità è particolarmente evidente nelle opere di Balla, Carrà, Russolo e, naturalmente, Boccioni – poi firmatari del primo Manifesto della pittura futurista del 1911. “Questo percorso, insieme alle altre opere del Museo del Novecento non esposte nelle adiacenti sale di Palazzo Reale, costituisce per i visitatori un’occasione imperdibile per completare la conoscenza dell’artista e per comprendere a fondo la portata rivoluzionaria del suo lavoro – ha proseguito l’assessore Del Corno –. Proprio per consentire un’esperienza di visita a 360 gradi, il Comune di Milano ha previsto che il biglietto di ingresso alla mostra ‘Umberto Boccioni (1882 - 1916). Genio e Memoria’ comprenda anche l’ingresso al Museo del Novecento”.
L'accento è stato posto in particolare sulla metodologia utilizzata nella costruzione della mostra, che ha avuto l'obiettivo di far convivere in un solo percorso espositivo rigore scientifico e capacità divulgativa in modo che Boccioni e le sue opere diventino anche "popolari" e la mostra sia fruibile per un vasto pubblico: "una modalità importante per fare in modo che l'alta qualità delle esposizioni realizzate in questi anni prosegua e sia sempre più conosciuta" lo ha definito Filippo Del Corno, ribadendo che questa mostra trova come "vicini" due mostre con cui esiste una importante connessione che regala l'opportunità di avere "uno sguardo diverso e spiazzante" sul presente e sul futuro. Il riferimento è alla mostra sul simbolismo e a "2050. Breve storia del futuro", presentata proprio oggi e aperta al pubblico da mercoledì 23, sempre a Palazzo Reale.