Il servizio di bici in condivisione festeggia il primo anno con numeri che certificano il suo successo, ma anche con il rischio di chiudere a causa del debito del Comune con il gestore del servizio

Anche gli altri dati disaggregati sugli abbonati annuali dimostrano come il bike sharing sia divenuto un mezzo di trasporto non occasionale per molti milanesi. Anzitutto le fasce orarie di maggior prelievo delle bici in condivisione corrispondono agli orari di punta: 90.000 prelievi dalle otto alle nove del mattino e oltre 70.000 tra le 18,00 e le 19,00. Alto anche il numero dei prelievi nella pausa pranzo: oltre 50.000.
A confermare un uso non da passeggiata domenicale sono i dati delle medie settimanali di utilizzo: dal lunedì al giovedì il numero dei prelievi è pressoché identico, cala lievemente il venerdì per ridursi drasticamente sabato e domenica.
Interessante anche il dato sulle stazioni più utilizzate: svetta su tutte quella di Cadorna, con oltre 47.500 prelievi, seconda quella di Duomo con quasi 34.000, al terzo posto San Babila con circa 26.000. Il dato relativo alla stazione di Cadorna, se consideriamo che circa il 13% degli abbonati annuali proviene da aree della regione servite dalle Ferrovie Nord, evidenzia come il bike sharing sia entrato a far parte di un sistema di trasporto pubblico integrato nei fatti.
Cifre più che rosee quindi, tranne una, non menzionata nel report dell’attività del primo anno di vita del bike sharing: quel milione di euro che ATM e Comune devono ancora a Clear Channel, gestore del servizio.
Entro due settimane l’Assessore all’arredo urbano, cui è passata la responsabilità del bike sharing, dovrebbe incontrare i rappresentanti di Clear Channel per trovare una soluzione ed evitare lo stop all’unica iniziativa di mobilità sostenibile che, quasi per caso, il Comune è riuscito a mettere in campo.
Ettore Pareti