Il Politecnico presenta Urbanscope, prima mappa digitale della città
Parafrasando Savinio, "ausculto il tuo cuore, città" è un buon modo di sintetizzare il senso dell'ambizioso progetto presentato lunedì al Politecnico di Milano: si chiama Urbanscope, macroscopio urbano per capire cosa succede in una città in tempo reale, e Milano sarà la prima città in cui verrà applicato. «Compiendo semplici gesti quotidiani generiamo in continuazione tracce digitali. Alcune le lasciamo volontariamente utilizzando i social network altre involontariamente facendo una telefonata. Urbanscope è una piattaforma che utilizza tecnologie d’avanguardia per interpretare in diretta tali tracce. |
Un progetto innovativo di cui sono stati illustrati i primi risultati relativi agli ultimi mesi, giusto per far capire di cosa si tratta e a cosa potrebbe essere utile: ad esempio in termini di chiamate telefoniche, la maggior parte delle chiamate telefoniche da cellulare risultano da e verso i Paesi dell’Unione Europea (in prevalenza Svizzera, Francia e Gran Bretagna, a seguire, con quasi la metà delle chiamate, Germania, Spagna e Romania). Le più grandi comunità di stranieri residenti a Milano (Filippine, Egitto, Cina, Perù, Sri Lanka) sono rappresentate, ma con quote diverse da quelle di residenza. Si evidenzia con curiosità che le chiamate verso l’Est, Russia e Cina in particolare, sono più numerose rispetto all’Ovest (Nord America). E ancora, esplorando le migliaia di Tweet che vengono scambiati e la lingua in cui sono scritti, sono emerse le tre città digitali attive nella città di Milano: una Milano che parla in italiano con se stessa e l’Italia; una Milano internazionale che parla in inglese con il resto del mondo; una Milano multi-etnica, proiettata verso le nuove comunità cittadine e quelle di origine. Interessante anche il risultato sugli “attrattori della città”, prima e dopo Expo: Urbanscope rileva che anche dopo l’apertura dell’Esposizione universale, i classici attrattori milanesi (Duomo, Brera, Navigli, corso Buenos Aires) non abbiano perso il loro potere di richiamare le grandi masse. Allo stesso modo si possono analizzare i luoghi verso cui la città si muove, di giorno e di notte, e quali sono i luoghi più “cool” di Milano, nel corso dei periodi normali o di settimane straordinarie come durante il Salone del Mobile.
Attenzione, però: come rileva Piercesare Secchi, direttore del dipartimento di matematica e responsabile del progetto «I dati, grandi o piccoli che siano non parlano mai da soli: per cogliere i loro segnali deboli, l’informazione indiretta di cui essi sono portatori e relativa a realtà complesse come la città del XXI secolo, dobbiamo inventare e costruire nuovi macro-scopi».
I dati producono "immagini che devono essere poi interpretate» come aggiunge Paolo Ciuccarelli, docente di Design della comunicazione.
Lo strumento ora esiste, la sfida è aperta.
A.Pozzi