In tempo di crisi più di 134.000 abitanti di Milano sono alle prese con nuovi aumenti e bollettini sempre più pesanti

Se i bilanci delle famiglie milanesi residenti nelle proprietà ALER (circa 30.000 persone) dallo scorso aprile devono fare i conti con gli aumenti mensili, a partire da novembre gli stessi inquilini si sono visti recapitare i bollettini degli arretrati del primo trimestre 2008 oltre che, in alcuni casi, quelli relativi ai conguagli spesa del biennio 2005/2006.
Alla generale situazione di sofferenza si aggiungono poi numerosi casi individuali, che sfiorano il paradosso. Secondo la legge 27, infatti, i contributi per invalidità, i contributi statali (leggi “social card”) e i sostegni al reddito recentemente stanziati dalla Provincia di Milano, rientrerebbero nei conteggi relativi all'Isee (Indice di Situazione Economica Equivalente) contribuendo ad alzare la fascia del canone d'affitto dei beneficiari. Un’anomalia evidente che rischia di vanificare le misure anticrisi e di protezione sociale creando un circolo vizioso fra tassazione (il lettore decida se chiamarla diretta o indiretta) e sostegno.
Diversa, ma solo per il momento, è la situazione delle famiglie residenti nelle case di proprietà del Comune, circa 33.000 unità abitative. Per loro gli aumenti stabiliti dalla Regione dovrebbero scattare dal primo gennaio 2009, ma l'incremento atteso è in proporzione ancor più consistente; nel confronto con l'inquilinato Aler, il nuovo regime di locazione significherà di fatto per chi è sotto il Comune, il recupero degli aumenti a partire dal 2004. Una situazione altamente problematica che in questo caso si riverserà direttamente sull'Amministrazione comunale.
Fabio Davite