La stagione-reazione 2017/18 del Teatro Ringhiera, che a ottobre chiude per manutenzione straordinaria
Com'è noto dalla scorsa primavera, il Teatro Ringhiera è costretto a chiudere i battenti: come comunicato dal Comune la scorsa primavera, a ottobre partiranno interventi di manutenzione straordinaria, che hanno reso improvvisamente difficile la realizzazione di quella che sarebbe stata, che sarà la stagione dei dieci anni di attività. Ma, come spiega la regista Serena Sinigaglia, "Ad una morte deve sempre corrispondere una rinascita. Bisogna reagire, guardando con ottimismo alle cose, altrimenti è finita per davvero". Così, nonostante le difficoltà e gli enormi interrogativi sul futuro, la stagione 2017/18 parte, "on the road", grazie anche al supporto di tante realtà teatrali e non. Qui di seguito lo spiegano in prima persona di Serena Sinigaglia e la compagnia Atir. |
Bisognava, dunque, agire su tre fronti.
Per le nostre produzioni occorreva rivolgersi agli altri teatri milanesi, e bisognava farlo alla svelta, perché come noi, i più avevano già chiuso la programmazione.
Abbiamo chiamato e le risposte sono andate ben oltre le mie più rosee aspettative.
Quindi grazie, grazie, grazie al Teatro Elfo Puccini, al Teatro Franco Parenti, a Olinda, al Teatro Filodrammatici, allo Spazio Banterle, al Teatro Gerolamo, al Teatro Carcano, al Teatro della Cooperativa, al Teatro Manzoni, al Piccolo Teatro, al Pacta dei Teatri – Salone di via Dini, al Teatro Verdi, a LabArca, e ai molti altri colleghi che si sono senza indugio mobilitati per aiutarci e sostenerci.
E’ stato un regalo che ci ha dato fiducia e restituito un po’ di quel buon umore che rischiavamo di perdere.
La seconda azione è stata quella di tentare di salvare almeno una delle ospitalità alle quali avevo lavorato da anni. Avremmo voluto poter fare di più, ma il tempo e le circostanze ci erano contro. Siamo però riusciti, grazie al Teatro Verdi, a salvare almeno la prima milanese di Essere bugiardo di Carlo Guasconi, testo vincitore del Premio Riccione (53° edizione). Con Emiliano Masala e con lo stesso Carlo, abbiamo lavorato a lungo sulla possibilità di veder nascere al Teatro Ringhiera questo bel testo di cui mi innamorai subito in commissione. Abbiamo sempre sostenuto e ospitato gruppi di cui avvertivamo le capacità o le potenzialità: Carrozzeria Orfeo, Giuliana Musso, le Nina’s Drag Queen e molti altri. Sempre tra mille difficoltà perché quello che avevamo da offrire era poco. Stimiamo e collaboriamo con Proxima Res e con la Corte Ospitale da anni: non volevamo buttare a mare un progetto nel quale credevamo, mettendo per altro in seria difficoltà gli artisti coinvolti. Per fortuna il Teatro Verdi si è reso disponibile ad ospitare questo nostro frammento di stagione. Ancora grazie di cuore. Col Verdi avremmo voluto che la collaborazione fosse più articolata, con l’inserimento di altre tra le proposte che avevamo programmato, ma non è stato proprio possibile, nonostante la buona volontà di tutti.
La terza mossa è stata quella di ribadire con forza ai nostri interlocutori istituzionali che non potevamo e non volevamo sospendere le attività sociali nel quartiere. Sarebbe stato un dolore troppo grande. Abbandonare gli anziani, i bimbi, i diversamente abili, gli adolescenti, i cittadini che per anni hanno animato e vissuto il Ringhiera era senza ombra di dubbio impossibile. Così, con l’aiuto della mediazione istituzionale e il sostegno di diverse strutture sociali, educative e del privato sociale, abbiamo potuto confermare tutti i corsi e i laboratori previsti, individuando spazi alternativi nel territorio, e trovando ospitalità per i saggi di fine anno presso Pacta dei Teatri – Salone di via Dini, nostro vicino di casa, e in altre strutture con le quali siamo ora in via di formalizzazione.
Vogliamo che la città di Milano sappia che chiude la sala ma non chiude lo spirito e la gente che l’ha animata. Lotteremo fino all’ultimo perché il Teatro Ringhiera possa riaprire al più presto e nelle migliori condizioni.
TeatroLaCucina - OLINDA
Da giovedì 5 a domenica 8 ottobre 2017
VALORE D'USO
regia di Antonio Viganò / collaborazione alla drammaturgia e alle visioni Gigi Gherzi / con Matteo Ambrosini, Edoardo Busnati, Cristina Ciminaghi, Luana De Lucia, Massimiliano Pensa e Chiara Tacconi / produzione ATIR Teatro Ringhiera in collaborazione con “Comunità Progetto” all’interno del progetto di teatro integrato “Gli spazi del teatro” / in collaborazione con Teatro La Ribalta – Accademia Arte della diversità / si ringrazia Olinda per la collaborazione
“Essere sempre accompagnati, essere sempre compresi, essere sempre guardati, scusati, valutati, esposti... è insopportabile.
Questo è un destino obbligato, crudele, dei corpi non conformi, deformati, non convenzionali, eretici.
E questa condizione, in teatro, trova la sua esposizione in forma esagerata, spettacolare, circense, voyeristica. A volte, quella condizione sociale, sul palco, viene consacrata, esaltata, altre volte diffamata, oltraggiata, esposta come semplice patologia.
In questo processo di creazione teatrale, che è solo all'inizio, abbiamo cercato, nella assoluta consapevolezza degli attori che sono sulla scena, di presentare, elencare, esporre e rappresentare (nel senso di trasfigurazione teatrale - coscienza poetica) i vari sguardi e valori d'uso che tutti noi, nessuno escluso, mette in gioco nel suo ruolo di spettatore.
Fatti cadere dentro un'arena, 6 attori cercano, ognuno a modo suo e con strumenti e linguaggi diversi, un modo, una forma, un'azione, un gesto, per compiacere, per affascinare, stupire o sorprendere il pubblico. Sembra che chiedano continuamente: ‘vado bene cosi ?’. “
Antonio Viganò
TEATRO GEROLAMO
FOCUS GIOVANNI TESTORI – ARIANNA SCOMMEGNA
Mercoledì 15 e giovedì 16 novembre 2017
MATER STRANGOSCIÁS
di Giovanni Testori / regia di Gigi Dall’Aglio / con Arianna Scommegna / alla fisarmonica Giulia Bertasi / scene Maria Spazzi / disegno luci Pietro Paroletti / produzione ATIR Teatro Ringhiera
Mater strangosciàs è l'ultimo dei "Tre lai", i monologhi scritti da Giovanni Testori negli ultimi giorni della sua vita. Tre lamenti funebri ispirati a straordinarie figure femminili: Cleopatra, Erodiade e La Madonna. Mater strangosciàs è una donna del popolo, umile, semplice, pura. La sua terra: la Valassina brianzola.
Piange la perdita del figlio. Si rivolge a Lui. Gli chiede perchè gli uomini debbano patire così tanta sofferenza. E’ l'ultima opera di Testori. E' un addio. Una preghiera. Un testamento.
Venerdì 17 novembre 2017
CLEOPATRÁS
di Giovanni Testori / regia di Gigi Dall’Aglio / con Arianna Scommegna / al violoncello Antony Montanari / scene Maria Spazzi /disegno luci Pietro Paroletti /produzione ATIR Teatro Ringhiera
Cleopatràs è una delle più grandi opere di Testori. La forza interpretativa di Arianna Scommegna si sprigiona tutta in questo spettacolo della sua trilogia di monologhi. Dal tragico al comico, dal divino al carnale, commovente, travolgente, sensuale. Un allestimento semplice, tribale, dove la parola è regina con il suo suono al di là della comprensione, accompagnata dall’improvvisazione musicale di un violoncello. Per questa interpretazione Arianna ha vinto il Premio dell’Associazione Nazionale dei Critici di Teatro.
LabArca
domenica 3 e lunedì 4 dicembre 2017
LA MOLLI. DIVERTIMENTO ALLE SPALLE DI JOYCE
di Gabriele Vacis e Arianna Scommegna / regia di Gabriele Vacis / con Arianna Scommegna / produzione ATIR Teatro Ringhiera
Sono confidenze sussurrate, confessioni bisbigliate quelle della Molli. Il monologo di Molly Bloom che conclude l’Ulisse di Joyce dal quale Gabriele Vacis – che ne è anche regista – e Arianna Scommegna prendono le mosse, del quale colgono le suggestioni e con il quale continuano a dialogare per tutto lo spettacolo, calando il personaggio in una quotidianità dalle sonorità milanesi e traslando il testo in una trama di riferimenti culturali, storie e canzoni, che hanno il sapore del nostro tempo.
Arianna Scommegna è sola sul palcoscenico, seduta al centro della scena; il suo monologo intenso, irrefrenabile, senza punteggiatura, senza fiato, è stretto tra una sedia, un bicchiere poggiato a terra e una manciata di fazzoletti ad assorbire i liquidi tutti, sacri e profani, di un vita di solitudine e insoddisfazione, come una partitura incompiuta. Il fiume di parole è lo stesso flusso di coscienza del personaggio di Joyce che riempie una notte insonne di pensieri e bugie, mentre aspetta il ritorno a casa del marito, Leopold, come la Molli aspetta Poldi. L’attrice, in bilico tra il romanzo e la vita, ripercorre la propria esistenza di poco amore, infinite attese, occasioni mancate, dal primo bacio a un rosario di amanti da sgranare per mettere a tacere il vuoto, dal dolore di un figlio perduto fino a un finale ‘sì’ pronunciato comunque in favore della vita, dell’amore da una donna mai piegata alla rassegnazione. Le note dolenti si stemperano sempre nell’ironia e in una levità che tutto salva; il testo gioca sempre, costantemente, con il doppio registro denunciato fin dal sottotitolo, Divertimento alle spalle di Joyce. Frammenti di vita raccontati in modo ora scanzonato ora disperato, storie di carne e sangue, vita che scorre come lacrime, che si strozza in un grido o si scioglie in una risata.
TEATRO FILODRAMMATICI
da martedì 9 a domenica 14 gennaio 2018 – inserito in Invito a Teatro
UTOYA
di Edoardo Erba / con la consulenza di Luca Mariani, autore de Il silenzio sugli innocenti/ regia Serena Sinigaglia /con Arianna Scommegna e Mattia Fabris / scene Maria Spazzi / disegno luci Roberto Innocenti /co-produzione ATIR Teatro Ringhiera – Teatro Metastasio di Prato /con il patrocinio della Reale Ambasciata di Norvegia in Italia
“Scrivere un testo su quanto è avvenuto a Utoya, in Norvegia, nel 2011, è un'impresa impegnativa. Il Teatro non è il luogo della documentazione e dell'informazione in primis, è la sede di una riflessione. E la riflessione su un avvenimento del genere sconcerta: non è un gesto di follia, ma contemporaneamente lo è. Non è cospirazione politica, ma contemporaneamente la è. Non è un esempio di inefficienza dei sistemi di difesa, e tuttavia lo è. Non è un caso di occultamento dell'informazione, però lo è.
Quando ero un ragazzo e aprivo il giornale avevo una griglia, forse un po' rozza ma funzionale, per classificare quel che succedeva. Pareva che in tutto il mondo alcune semplici categorie bastassero per inquadrare un avvenimento, e dessero la possibilità alle persone di trovare un modo per reagire. Ma dopo il 1989 il mondo è diventato un posto molto più complicato da interpretare, e dopo il 2001 capire un evento è come entrare in un labirinto. Ciò che il Teatro, anzi la mia scrittura teatrale, può fare dentro questo labirinto è trovare dei personaggi che lo percorrano e che ce lo restituiscano attraverso il filtro della loro personalità e dei loro rapporti. Così con Arianna, Mattia, Serena e Luca, compagni in questa avventura, abbiamo scelto di tornare là, in Norvegia, quel terribile 22 luglio del 2011, a osservare tre coppie coinvolte in modo diverso in quello che stava accadendo. Attraverso di loro ho spalancato una finestra di riflessione, che se non ci da tutto il filo per uscire da quel labirinto, per lo meno a sprazzi, ne illumina alcune zone oscure con la luce della poesia.”
Edoardo Erba
TEATRO ELFO PUCCINI
Sala Bausch da martedì 23 a domenica 28 gennaio 2018 – inserito in Invito a Teatro
ISABEL GREEN
di Emanuele Aldrovandi / regia Serena Sinigaglia / con Maria Pilar Pérez Aspa / scene Maria Spazzi / produzione ATIR Teatro Ringhiera / prima milanese
Isabel Green, una grande star di Hollywood, ha appena vinto il premio Oscar come “miglior attrice protagonista”. È sul palco del Dolby Theater, con in mano la statuetta che sognava fin da quando era bambina, e inizia il suo discorso di accettazione. Ma i ringraziamenti, che dovrebbero durare al massimo quarantacinque secondi, si protraggono in un continuo rilancio tragicomico e paradossale. Mentre inventa improbabili campagne umanitarie o manda messaggi in diretta al figlio che non vede da anni – tutto con lo scopo di restare sul palco qualche minuto in più – Isabel si rende progressivamente conto della sua condizione: ha dedicato tutta la vita alla sua più grande passione, ha raggiunto la fama e il successo, ha realizzato se stessa, ma adesso non ce la fa più. È stanca.
SPAZIO BANTERLE
da venerdì 16 a domenica 18 marzo 2018
IL RITRATTO DELLA SALUTE
di Mattia Fabris e Chiara Stoppa / con Chiara Stoppa / produzione ATIR Teatro Ringhiera
“Chissà com’è essere malati? Malati di tumore? Un giorno me lo chiesi. E poi… Quando i medici mi dissero che avevo pochi mesi di vita, iniziai a pensare a cosa dire ai miei amici, alle persone a me care, per un degno saluto. Poi decisi che era meglio alzarsi dal letto, era meglio stare meglio, era meglio vivere no? E… ad ogni modo, ora, dopo molto più che pochi mesi, sono qui. In piedi, con una storia da raccontare.
E sono qui per questo. Dopo la mia guarigione, la gente mi cercava. Ho incontrato molte persone. Ho parlato con loro: ai tavolini di un bar, per strada, al parco. Parlavo. Raccontavo di me. E così ogni volta che mi cercavano, ripetevo, parlavo, raccontavo. Ma non è poi questo il mio lavoro? Faccio l’attrice. Racconto e faccio vivere ogni volta una storia. Questa volta è semplicemente la mia storia. Il problema di scriverla è stato superato aspettando la persona giusta. Mattia Fabris, amico e compagno della compagnia ATIR mi lesse alcune cose scritte da lui. Belle. Divertenti. Mi accendevano la fantasia. Gli parlai e accettò questa sfida. Capire come raccontare e cosa raccontare della mia storia. Che vuole parlare a tutti. Scriverla per portarla in giro con me. Incontrare le persone tramite il teatro, che è il tempio dell’incontro.
Nessun elisir di lunga vita, nessuna formula magica. Solo una ragazza di 25 anni che affronta una malattia. E quando le dicono che sta per morire decide di affrontare se stessa. La malattia come passaggio. Come un viaggio in una terra lontana. Un viaggio dal quale a volte si torna indietro. Almeno per me è stato così e, come scrive Carver in una sua poesia: ‘…è che te ne sono grata, capisci? E te lo volevo dire’.”
Chiara Stoppa
TEATRO GEROLAMO
Venerdì 23 e sabato 24 marzo 2018
ROBA MINIMA, S’INTEND! – concerto malincoMico
di e con Stefano Orlandi /chitarra Massimo Betti /contrabbasso Stefano Fascioli / fisarmonica Giulia Bertasi /canzoni di Enzo Jannacci /contaminazioni letterarie di Beppe Viola, Giovanni Testori, Walter Valdi /scene Maria Spazzi /disegno luci Alessandro Verazzi /produzione ATIR Teatro Ringhiera
Lo spettacolo-concerto è un percorso di musica, parole, immagini, intorno alla figura del cantautore milanese e della Milano che egli ha raccontato nelle canzoni fin dagli anni ’60. La Milano dei quartieri con i suoi mille personaggi stravaganti e surreali.
Jannacci è stato sempre dalla parte degli ultimi, dei balordi, li ha cantati con il cuore in gola, nei suoi versi c’è la speranza che non si arrende. Jannacci racconta l’avventura umana attraverso piccole storie di personaggi affamati di fantasia, ma con i piedi ben piantati nel delirio quotidiano della realtà, nelle sue canzoni c’è il mondo visto con gli occhi di un clown; un clown moderno, “allampanato, fulmineo e folle” dove il riso e il sorriso si mescolano con la malinconia dei ricordi, con la tristezza e anche la rabbia per un mondo che non è certo il migliore dei mondi possibili, ma l’abbiamo fatto noi, e in questo mondo ora ci tocca vivere. Proprio come un clown, Jannacci ha la capacità di stupire, di creare atmosfere poetiche, di inventare incantesimi, di far ridere e piangere allo stesso tempo.
Canzoni comiche e malinconiche, ovvero malin-coMiche.
TEATRO DELLA COOPERATIVA
da martedì 17 a domenica 22 aprile 2018 – inserito in Invito a Teatro
UN ALT(R)O EVEREST
di, con e regia Mattia Fabris e Jacopo Maria Bicocchi / scene Maria Spazzi / disegno luci Alessandro Verazzi / scelte musicali Sandra Zoccolan / produzione ATIR Teatro Ringhiera / col sostegno di Next 2016
Jim Davidson e Mike Price sono due amici. Sono una cordata. Nel 1992 decidono di scalare... la loro montagna: il Monte Rainier nello stato di Washington, Stati Uniti. Il sogno di una vita, una vetta ambita da ogni scalatore, un passaggio obbligatorio per chi, nato in America, vuole definirsi Alpinista. “The Mountain” come la chiamano a Seattle. Ma le cose non sono mai come ce le aspettiamo e quella scalata non sarà solo la conquista di una vetta. Sarà un punto di non ritorno, un cammino impensato dentro alle profondità del loro legame, un viaggio che durerà ben più dei 4 giorni impiegati per raggiungere la cima.
Un alt(r)o Everest è una storia vera, non è una storia famosa, da essa non è stato tratto nessun film, ma potrebbe essere la storia di ognuno di noi. E forse lo è. Proprio per la sua spietata semplicità. Una storia che racconta le difficoltà e i passaggi obbligatori che la vita ci mette davanti. Crepacci. Non possiamo voltarci dall’altra parte e non possiamo giraci intorno ma solo attraversarli. Due amici, due vite, due destini indissolubili.
Anche al TEATRO CARCANO (martedì 10 aprile 2018 – matinée scolastica)
TEATRO FRANCO PARENTI
Sala AcomeA da giovedì 3 a sabato 12 maggio 2018 – inserito in Invito a Teatro
L’ARTE DELLA GIOIA
reading teatrale dal romanzo di Goliarda Sapienza / con Sandra Zoccolan / fisarmonica Guido Baldoni / produzione ATIR Teatro Ringhiera
L’arte della gioia è la storia di Modesta, nata nel 1900 da una famiglia poverissima della Sicilia, e che attraverso la volontà lucida di essere felice senza soccombere ai pregiudizi, affronta la vita, passando dal convento all’aristocrazia, con un’esplosione di vitalità, erotismo, intelligenza e dolore. E’ un personaggio amorale, alla ricerca appassionata e sensuale dell’autocoscienza e dell’autodeterminazione. Sfida la cultura patriarcale, fascista, mafiosa e oppressiva in cui vive. Un modello di donna anomalo, spiazzante che cattura. Nella sua vita, che è un romanzo d’avventura, Modesta incontra uomini e donne che seduce, che ama con tutto il corpo e la mente, ai quali trasmette la volontà critica lasciando loro la libertà di scegliere la propria strada. “C’è un limite preciso nell’aiutare gli altri. Oltre quel limite, a molti invisibile, non c’è che la volontà di imporre il proprio modo di essere”. L’arte della gioia, scritto da Goliarda Sapienza, è un libro postumo, pubblicato nel 1998. E’ un romanzo scandalo. Un romanzo d’avventura, politico, di formazione ed erotico. E’ un’opera che, come la sua protagonista, sconvolge e travolge.
TEATRO MANZONI
da mercoledì 23 a venerdì 25 maggio 2018
DI A DA IN CON SU PER TRA FRA SHAKESPEARE
di Serena Sinigaglia / con Serena Sinigaglia, Arianna Scommegna, Mattia Fabris / costumi Federica Ponissi / produzione ATIR Teatro Ringhiera
E’ la storia di un amore. Dell’amore di Serena Sinigaglia, autrice e interprete di questa conferenza–spettacolo, per William Shakespeare. E’ la storia di una consapevolezza maturata negli anni, quella per cui “[…] i maestri, se sono veri maestri, devono aiutarci a illuminare la via per ritrovare noi stessi dentro all’opera che si sta studiando. Dovrebbero suggerirci le domande più appropriate per arrivare a quel senso di appartenenza di cui non si può fare a meno, se davvero si vuole fare esperienza di cultura […]”. Per questo Shakespeare - e come lui tutti i ‘classici’ - ci riguardano e in qualche modo parlano a noi: “perché la cultura non c’è, se non c’è il soggetto vivente che la vive. La cultura è relazione, sempre. Relazione tra le persone, tra i ricordi, tra le emozioni, tra i pensieri”. Questo il punto di partenza dello spettacolo, “la storia di come io e Shakespeare ci siamo prima odiati e poi amati pazzamente”, spiega la regista. “La storia della mia giovinezza e del mio mestiere. La storia di come sono arrivata a mettere in scena, appena ventenne, Romeo e Giulietta e Re Lear. La storia di una prima volta, la prima volta che scoprivo quanto vicina e toccante può essere la parola di un poeta, quanta concreta semplicità, quanta vita dentro le sue storie, quanta parte di me dentro i suoi versi”.
Una storia molto personale e proprio per questo ‘raccontata da lei medesima’, dalla stessa Sinigaglia, in scena, con la collaborazione di alcuni attori della sua compagnia, Arianna Scommegna e Mattia Fabris, per la scena del balcone di Romeo e Giulietta e per il finale di Lear.
E non finisce qui.
Ci sono in programma le matinée scolastiche, le collaborazioni, i laboratori di formazione teatrale professionale e per la cittadinanza.
E, non ultimo, l'evento IN TENDA! di sabato 30 settembre, "un grande evento finale per dire tutti insieme “Ciao!” al Ringhiera, la Notte Bianca di sabato 30 settembre. Un grande evento no-stop, da sabato sera a domenica mattina, che si svolgerà non solo in sala ma anche su piazza Fabio Chiesa e in altri spazi adiacenti.
Quanto ci sta accadendo è troppo importante per non accompagnarsi a qualcosa di “straordinario”. La sala chiude i battenti il 3 ottobre, ci vuole qualcosa di forte, qualcosa di indimenticabile, come fu “I fiori del mare del Nord” per salutare Fabio Chiesa.
Vi chiediamo di portare la tenda (e sacchi a pelo), di venire al Ringhiera e di montarla sul piazzale per una notte.
Un gesto di partecipazione forte e di impatto artistico notevolissimo.
Mentre vi scrivo, già mi emoziono: ma ve la immaginate la piazza piena di igloo e tende canadesi? Non è bellissima?
Apriremo le danze alle 18 e per chi avrà la forza e la volontà di resistere – e io spero di cuore che sarete in tanti, tantissimi – ecco l’ultima pazzia con la quale andremo a chiudere la nostra notte bianca: alle ore 6, sul far dell’alba, tutti i soci storici saluteranno il Ringhiera con 1943 - Come un cammello sulla grondaia, liberamente tratto dalle “Lettere dei condannati a morte della resistenza europea”, antico e quanto mai amato cavallo di battaglia della compagnia. A questo punto si sarà fatto giorno, usciremo sulla piazza e faremo colazione con cappuccio e brioche, contemplando insieme “il ciel dell’avvenir”.
Ecco il programma:
h 18.00 balera con Claudio Merli
h 19.30 aperitivo + concerto THE MAMABLUEGRASS band + Fondamenta / performance in audiocuffie a cura di Circolo Bergman
h 21.00: Dieci anni di Ringhiera: spezzoni, aneddoti, ricordi tra passato e futuro, con interventi di artisti, colleghi e amici
h 23.00: teatro di strada con Granmastro Burattinaio, Tobia Circus e Teatro del Cacao + Fondamenta / performance con audiocuffie per 20 persone a cura di Circolo Bergman
h 24.00: spettacolo – anteprima de Le allegre comari di Windsor - regia di Serena Sinigaglia / riscrittura di Edoardo Erba / con Giulia Bertasi, Mila Boeri, Annagaia Marchioro, Chiara Stoppa, Virginia Zini
h 1.00: concerto Il sentimento popolare / con Camilla Barbarito e Fabio Marconi
h 02.00: risottata + djset by BE IT + Missin Red+ Fondamenta/ performance con audiocuffie per 20 persone a cura di Circolo Bergman + Ringhiera Deep Night
h 6.00: spettacolo 1943 – Come un cammello in una grondaia – regia di Serena Sinigaglia / con Mattia Fabris, Matilde Facheris, Stefano Orlandi, Maria Pilar Pérez Aspa, Arianna Scommegna, Sandra Zoccolan
h 7.00: colazione collettiva all’alba del nuovo giorno
#FLASH MOB “Across the Universe” / a cura di Fattoria Vittadini
Impara la coreografia guardando il tutorial sulla nostra pagina Facebook e balla con noi durante la notte !
Il bar sarà aperto tutto la notte con cibo e bevande
(ingresso libero)