I dati dell’Ufficio Studi Rumori e Vibrazioni di Assoedilizia rilevano un peggioramento dell’inquinamento acustico milanese

![]() |
|
I dati dell’Ufficio Studi Rumori e Vibrazioni di Assoedilizia rilevano un peggioramento dell’inquinamento acustico milanese ![]() Quello che emerge dagli ultimi dati dell’Ufficio Studi Rumori e Vibrazioni di Assoedilizia è il ritratto di una città che, si passi il gioco di parole, si fa sentire. Che Milano non fosse un’oasi di pace e silenzio era cosa nota, ma il volume, per così dire, continua ad alzarsi. Il livello dell’inquinamento acustico è peggiorato, seppur di poco, ma sempre di involuzione si tratta, ed è curioso che questo benché lieve mutamento sia il contraltare negativo di una misura anti-inquinamento: l’ecopass, la cui introduzione ha fatto incrementare il numero “di motocicli fracassoni le cui emissioni sonore superano fino a sette volte quelle dei motori delle automobili e sono responsabili di quasi la metà dell'inquinamento acustico urbano”, dice l’ingegnere Ezio Rendina che coordina l’Ufficio Rumori. Riapre la clinica Santa Rita ma è polemica tra Regione e Asl sulle regole di accreditamento La Santa Rita ha riaperto i battenti. Dopo infiniti falsi allarmi, l’accreditamento alla clinica è arrivato e da martedì fino al 25 agosto gradualmente verranno riaperti tutti i reparti, ad esclusione di quello di chirurgia toracica, coinvolto in primis nell’indagine in corso. Pazienti, lavoratori e sindacati tirano un sospiro di sollievo.
L’analisi dei tecnici incaricati dal Comune di far luce sulla questione derivati rivela altissime perdite e supercommissioni alle banche ![]() Poteva andare peggio? No. La sentenza dei tre saggi incaricati dal Comune di far luce sulle operazioni di derivati intraprese dall’Amministrazione dal 2005 al 2007 è un bollettino di guerra. Perdita accomulata in seguito alle modifiche sul bond trentennale emesso dalla Giunta Albertini: 300 milioni. + 50 rispetto a quanto stimato dalla Corte dei Conti. Costi impliciti maturati illecitamente dalle banche per “commissioni occulte”: 88 milioni. 25 in più di quanto l’opposizione aveva previsto. I tre saggi hanno indicato ben otto “criticità”, possibili inadempienze commesse dai tecnici di Palazzo Marino nel corso delle 6 rinegoziazioni del bond iniziale portatrici della progressiva accumulazione del debito. Insomma: feriti e caduti su tutti i livelli. C’è chi dice sì, c’è chi dice no: Milano dimostra ancora una volta la sua incapacità di far fronte alle esigenze di una città in trasformazione ![]() Chi invoca il referendum, chi raccoglie firme, chi promette di incatenarsi (e poi non lo fa): per il momento a Milano non c’è una moschea che sappia accogliere tutti i musulmani di viale Jenner, ma in compenso c’è una bella (metaforica) torre di Babele. Sulla preghiera del venerdì ognuno dice la sua, dai cittadini ai rappresentanti delle istituzioni. Si avverte un vago senso di dejà vu in tutto questo: forse dipende dal fatto che a Milano i problemi si gestiscono così, e quello della moschea è solo l’ultimo in ordine di tempo. Presentato a Chiamamilano un progetto del Politecnico per riportare alla vita la Milano dei navigli ![]() Per la candidatura all’Expo 2015 è stato presentato un dossier che include anche il progetto di una improbabile “via d’acqua” che dovrebbe collegare Rho-Pero al Naviglio grande: quando l’entusiasmo per la vittoria è un po’ scemato, ci si è accorti che la via d’acqua è di difficilissima realizzazione, per questioni tecniche. Ma esistono della alternative, e una di queste è stata presentata lo scorso lunedì durante un incontro nella sede di Chiamamilano: il progetto si chiama, significativamente, A_passo_D_uomo, ed è opera del Professor Antonello Boatti con Matteo Barbieri, Lorenzo Caddeo e Francesca Sartori. La Lega, a settembre, si ritroverà i musulmani in preghiera quasi sotto casa ![]() Doveva essere la Lepanto dei leghisti milanesi: dopo anni di battaglie il Carroccio era finalmente riuscito a liberare il marciapiede di viale Jenner, come la Lega Santa nel 1571 era riuscita a liberare buona parte del Mediterraneo dalla flotta Turca. Gli uomini del Carroccio potevano celebrare una vittoria storica nei confronti di una presenza cui erano particolarmente sensibili, non foss’altro per i due chilometri scarsi che separano il Centro culturale islamico di viale Jenner dal fortino leghista di via Bellerio. Lo scontro sul futuro della moschea di viale Jenner è solo l’ennesimo atto della guerra a bassa intensità che spacca la maggioranza in Consiglio comunale ![]() “Il potere logora chi non ce l’ha”, dispensava arguzia il Divo Giulio, ma era la prima repubblica e l’adagio valeva per i palazzi romani. A Milano il potere logora chi ce l’ha, chi lo detiene saldamente da oltre un decennio, chi ha fatto del Capoluogo lombardo la città vetrina del centrodestra e che oggi sembra paralizzato da uno scontro intestino che, a geometria variabile, si replica su tutti i temi. Nell’ultimo anno la maggioranza che regge Palazzo Marino si è scontrata pressoché su tutto: da come affrontare l’emergenza Rom all’urbanistica, dalla delibera per le affissioni pubblicitarie ai posti nei consigli di amministrazione nelle controllate dal Comune, dall’Expo alle limitazioni delle licenze per i locali, dall’Ecopass all’atteggiamento da tenere nei confronti degli abusivi nelle case popolari fino alla moschea di viale Jenner. Si naviga a vista e la preghiera del venerdì diventa nomade in attesa di una soluzione al momento impossibile ![]() Per il momento le uniche certezze sulla sempre più intricata questione della nuova sede per la preghiera del venerdì dei musulmani sono due: la prima è che tutte le soluzioni individuate fino ad ora sono meno che provvisorie; la seconda è che i rapporti, già tesi, all’interno della maggioranza di centrodestra hanno superato il livello di guardia. modifiche. Croci non sa se la discarica abusiva a San Cristoforo sia di sua competenza. Ma l’ARPA la relazione l’ha inviata ai suoi uffici già due mesi fa ![]() Il Comune non si è fatto vivo. E’ questo il succo di quanto comunicatoci pochi giorni fa in seguito all’inchiesta sulla discarica abusiva di San Cristoforo dai proprietari dell’area in questione. “E' a nostra conoscenza che insistano in alcune aree degli abusivi, ma non che le stesse vengano utilizzate quali discariche”. Cita l’e-mail inviataci dalla Segreteria dell’O.P.Fondazione Biffi. Si sottolinea inoltre come “nessuna segnalazione sia arrivata a questo ente”. Dal Comune tutto tace, con lo staff dell’Assessore Croci ancora una volta non in grado di fornirci spiegazioni. Azzurri divisi sulla delibera per gli spazi pubblicitari: in gioco una torta di oltre venti milioni di euro ![]() Si litiga anche nelle migliori famiglie, figuriamoci all’interno di un partito politico. Sarà il caldo, sarà il clima pre-vacanziero, sarà lo stress accummulato da mesi e mesi di duro lavoro; fatto sta che all’interno della maggioranza in Consiglio Comunale già da un po’ tira aria di burrasca. Mentre fa eco la controversa battaglia di questi giorni sul toto-destinazione per la moschea islamica, nella pentola di Palazzo Marino ribolle quasi in sordina la discussione sul nuovo regolamento per la disciplina della pubblicità. I lavori dell’ultimo lotto della M3 procedono spediti. Forse troppo: nessuno ha avvisato i residenti che in Comasina tra 20 giorni verrà cambiata la viabilità ![]() Dopo l’interruzione dei lavori subita nel corso del 2007 a causa dei problemi della ditta appaltatrice Torno, i cantieri per il prolungamento della linea metropolitana 3 da Maciachini a Comasina proseguono spediti: così spediti che quasi non c’è stato il tempo di avvertire i residenti delle zone interessate di alcune importanti modifiche della viabilità. Modifiche temporanee, è vero, ma che resteranno in vigore per circa un paio d’anni, il che non è esattamente un tempo breve se consideriamo i disagi arrecati. Slitta il riaccreditamento: la ASL vuol vederci chiaro sui problemi strutturali che negli anni scorsi erano stati sanati con deroghe su deroghe ![]() La riaprono, non la riaprono, la riaccreditano, anzi no. La questione Santa Rita cambia ogni giorno di segno. Se fino a ieri sembrava imminente il ripristino di almeno una parte della struttura ospedaliera, oggi il direttore generale della Asl di Milano, Maria Cristina Cantù, fa sapere tramite lettera inviata ai sindacati che ci vorrà ancora parecchio tempo, come avevamo previsto la scorsa settimana. I dipendenti della clinica, ovviamente preoccupati, se la prendono con i sindacati, colpevoli di non aver fatto abbastanza per tutelare la loro posizione. Voci e storie dei Sinti italiani che chiedono solo di essere trattati come tutti gli altri cittadini ![]() Noi li chiamiamo zingari, loro ci chiamano gagè: ma la parola ‘zingari’ include un insieme di comunità di diversa provenienza, religione e tradizioni che si riuniscono dando origine a un unico popolo, i rom. Un popolo che viene da lontano, dall’India del Nord, tra la valle dell’Indo e le pendici himalayane e parla una propria lingua traslitterata dal sanscrito chiamata “romanès”. In questo gruppo ci sono anche i Sinti, i “rom” del Sind (oggi Pakistan): oggi i Sinti in Italia vivono in comunità sparse in tutta la penisola, costituite per lo più da piccoli gruppi parentali. Sono cittadini italiani e vivono sulla Penisola da oltre mezzo secolo. Le loro attività principali rimangono le giostre, anche nei parchi fissi, e il commercio ambulante. I Sinti che vivono in Italia sono cittadini italiani a tutti gli effetti, e per ribadire il loro diritto ad essere riconosciuti e non discriminati hanno manifestato lo scorso lunedì 7 luglio in piazza San Babila a Milano, contro i provvedimenti decisi dal governo che li vorrebbe sottoporre a censimento, insieme a tutto il popolo rom. Più passa il tempo –e ne è passato parecchio– più la moschea di viale Jenner diventa un’occasione di facile consenso per chi da oltre dieci anni non riesce trovare una soluzione ![]() Nel 1998 gli immigrati provenienti da paesi musulmani regolarmente residenti a Milano erano poco più di 25.200. Già allora la questione viale Jenner si era posta in tutta evidenza a partire dal suo profilo più elementare, eppure più trascurato: il diritto di professare, in modo dignitoso per i fedeli e rispettoso per gli altri cittadini, un culto religioso, qualunque esso fosse. Già dieci anni fa la moschea di viale Jenner era un problema per i cittadini della zona, ma anche per quei tanti musulmani che già allora erano costretti a pregare sui marciapiedi. Da allora nulla è cambiato, se non le proporzioni del problema. Nessuna risposta dal Comune eppure a S.Cristoforo c’è una piccola discarica abusiva di rifiuti speciali ![]() Per oltre un anno le immagini dell’immondizia che invadeva –e invade– le strade campane hanno occupato prime pagine dei giornali, ore e ore di telegiornali e trasmissioni televisive ad hoc. I roghi dei cassonetti, le discariche minacciate o promesse e le ecoballe sono state uno dei temi caldi dell’ultima campagna elettorale e hanno contribuito a spostare non pochi voti. Per molti milanesi l’odissea della “monezza” era e rimane una storia lontana, al limite dell’esotico, piaga di un sud che sembra essere sempre più un mondo altro. Una discarica abusiva, rifiuti speciali, l’ARPA segnala il Comune non risponde ![]() Periferia sud-ovest di Milano, piazza delle Milizie, via Troya, via San Cristoforo. Quando ci si passa per andare da Mediaworld non si fa più di tanto caso al paesaggio urbano. Eppure proprio lì, tra il grande centro commerciale e la ricicleria, c’è qualcosa che dovrebbe saltare agli occhi. C’è una discarica abusiva. Un’area di circa 8000 mq di forma triangolare, intestata, risulta da un documento ufficiale rilasciato dalla Provincia di Milano, all’O.P. Fondazione Biffi. Provincia e Comune verso un accordo sullo sviluppo di nuove aree di costruzione e i comitati si mobilitano ![]() Terreni agricoli in cambio di aree edificabili: così Milano sarà sopraffatta da una colata di metri cubi di cemento. E’ la denuncia lanciata dalla Rete dei Comitati Milanesi alla luce dell’adozione del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale e in previsione della delibera comunale del nuovo Piano di Governo del Territorio in arrivo per l’estate. Il Comune ha chiesto alla Provincia di non prevedere aree agricole nel suo territorio; stratagemma questo, per raggirare la legge regionale che ne impedisce la perequazione. Con il sistema di perequazione, infatti, ai territori interessati a trasformazione urbanistica viene applicato un coefficiente volumetrico che ne determina il valore edificatorio. Continua la corsa dei prezzi e anche a Milano a crescere di più sono i generi di prima necessità ![]() Fai clic qui per effettuare modifiche.l mese di giugno è appena terminato e, oltre all’afa e a qualche piccolo uragano urbano, ha portato a Milano anche l’ennesimo rialzo dell’inflazione. Non è certo una tendenza solo milanese: l’Istat fa sapere, nelle stime preliminari, che il +3,8% del mese di giugno rispetto al +3,6% di maggio è il livello più alto da luglio 1996. Questo è il quadro nazionale, che ha sempre mostrato un tasso d’inflazione minore rispetto al dettaglio delle grandi città, anche se nei primi mesi del 2008 questo tipo di andamento mostra un’anomalia, in quanto risulta essere complessivamente più alto che per i singoli centri urbani. Approfondendo la situazione di Milano, si può vedere che nel mese di giugno 2008 l’indice generale dei prezzi al consumo per l’Intera Collettività Nazionale (N.I.C.) è risultato in aumento dello 0,4% rispetto al mese precedente, che già aveva registrato un più consistente aumento (+0,6%) rispetto ad aprile. Due analisi dei flussi elettorali delle elezioni politiche di aprile fanno piazza pulita di interpretazioni affrettate quanto interessate ![]() Un esodo di comunisti verso le verdi sponde leghiste. Questa è stata l’analisi che per settimane, all’indomani delle elezioni politiche, anche gli osservatori più autorevoli hanno accreditato per descrivere l’esito di una consultazione che nel nord Italia, e soprattutto nel “lombardo-veneto”, ha visto un boom di consensi alla Lega e la contemporanea emorragia di voti dal bacino della Sinistra arcobaleno. Il corollario di questa analisi, e cioè che al di sopra del Po i “comunisti” di varia tonalità e ascendenza fossero diventati leghisti, è divenuta la stella polare del PD –in realtà il vero beneficiario del disfatta della coalizione rosso-verde– che dal 14 aprile non ha smesso di inseguire, almeno con i suoi esponenti settentrionali più rappresentativi, la Lega e le sue posizioni in materia di sicurezza. Dibattito a sinistra sul tema che fa vincere o perdere le elezioni e in un PD confuso Penati traccia il solco law and order Primo dato: criminalità.
270 violenze sessuali, 96.069 furti, 3476 rapine. Sono i numeri della Prefettura di Milano relativi alla sola città per il 2007. Secondo dato: immigrazione. In Lombardia un cittadino su dieci non è italiano. A Milano, uno su sei. 938mila immigrati e 130mila clandestini. Dati dell’ultimo rapporto Ismu relativi alla regione Lombardia. Terzo dato: il nesso. Circa il 35% dei reati in Italia sono commessi da stranieri, con i romeni al primo posto. E sono soprattutto i clandestini a delinquere, mentre tra gli immigrati regolari il tasso di criminalità è in media con quello degli italiani. Dati del Viminale. Sembra proprio che tra criminalità e immigrazione ci sia un nesso inequivocabile. E non passa giorno senza che venga evocata lei, la sicurezza: tematica politica per eccellenza, chiamata in causa da politici, religiosi, operatori, mass media. Fa binomio con legalità, sgomberi, rimpatri coatti, schedatura dei Rom. A Milano Sindaco e vice Sindaco non perdono occasione per batter chiodo su “uno dei temi più sentiti dai cittadini, che ha pesato tantissimo sul voto nazionale”: tra City Angels, Blue berets e altre strane patologie derivate dalla psicosi dell’immigrato, da mesi ormai non si parla d’altro. E se i toni si alzano, mentre Maroni vuole prendere le impronte ai rom e l’UE ci mette in allerta contro le discriminazioni su base etnica, guai a tirarsi indietro. Lo sa bene il presidente della Provincia Penati che, dopo essersi dichiarato favorevole all’utilizzo delle forze militari in città, fa a gara con il centrodestra nel dimostrare il pugno di ferro contro i Rom. Non per altro, ma “se si è stanziali bisogna integrarsi e se ci si muove si possono prevedere zone temporanee, ma se i campi diventano delle bidonville, questa non è la soluzione dei problemi”. Meglio il rimpatrio, a parte il dettaglio che rimpatriare dei cittadini comunitari sembra qualcosa di poco definitivo. Forse è il caso di parlarne. E’ successo anche nell’incontro di venerdì 27 giugno “La sicurezza nella città infinita”, organizzato da un confuso PD che s’interroga eternamente sul da farsi. Don Colmegna, ospite insieme a Valerio Onida e Filippo Penati, si appella al concetto di “sicurezza” come categoria complessa, e in quanto tale da recuperare e mettere al riparo dalle banalizzazioni. “Ho la sensazione –dice– che questo tema venga utilizzato come grimaldello simbolico per recuperare consensi”. Più che un legittimo dubbio, una quasi certezza, dato che sulla sicurezza si è basata (e vinta?) una campagna elettorale nazionale. Tornando a Milano, Don Colmegna incalza, criticando l’inopportuna sovrapposizione tra sicurezza e legalità, e sottolinea che a Milano il 10% dei cittadini usa sostanze stupefacenti. Altro che cultura della legalità. Bisogna piuttosto stare sul territorio, in mezzo alle persone: la potenzialità di risolvere i problemi c’è, ad esempio attorno a Milano ci sono un sacco di cascine... In ogni caso, la politica non deve perdere i valori minimi. Ma Penati sembra pensare piuttosto che la (sua) politica non deve perdere e basta. “Con Don Colmegna dissentire è complicato, perché il lavoro che sta facendo prende il tema dello straniero dalla parte più spinosa” dice. “Però noi abbiamo tra qualche mese la necessità di fare una campagna elettorale, e la politica si deve occupare dei problemi della realtà che deve governare: siamo di fronte ad un dato innegabile sulla criminalità al centro/nord legata all’immigrazione clandestina”. Il dato viene dal Vicinale (vedi sopra), dice Penati, che viene contestato e ribatte: “Se iniziamo a discutere sulla fonte di un dato non so più come faremo il volantino, altro che il programma”. In effetti, su questo più che su altri temi si avverte un po’ di confusione interna al partito. Ma Penati sembra sicuro: “Sul decreto sicurezza di Maroni abbiamo avuto un atteggiamento ondivago. La politica del centrosinistra deve rimontare su quella cosa lì”. “La destra attacca i bambini rom e noi allora difendiamo tutti i rom. La destra chiede il reato di clandestinità e allora noi difendiamo tutti i clandestini. Non si può rincorrere la destra su certi temi, non si può parlare solo di altro”. E’ sempre lui, quel Penati che poche settimane fa dichiarava “E’ una notizia positiva quella dell’impegno di 2.500 militari che saranno messi a disposizione per attività legate alla sicurezza nelle Città Metropolitane”. Ma da quando le politiche di sicurezza non hanno altra alternativa che l’esercito? Così sembra. Come sembrava, appena chiuse le urne il 14 aprile scorso che buona parte dei voti della sinistra fossero passati alla Lega Nord, o almeno è questo quello che si è cercato di far intendere da più parti. Ma lo studio approfondito dei flussi elettorali rivela che la Sinistra Arcobaleno ha perso voti verso il Partito Democratico e l’area dell’astensione, mentre la Lega Nord li ha guadagnati da Forza Italia e Alleanza Nazionale. Quindi no, nessun travaso diretto di voti dovuto al panico da immigrazione. Sicurezza: dal latino “sine cura”, senza preoccupazione. La conoscenza che l’evoluzione di un sistema non produrrà stati indesiderati. In termini più semplici, sapere che quello che faremo non provocherà dei danni. Ma il concetto di sicurezza che si è diffuso nel nostro paese e nella nostra città non corrisponde esattamente a questo, e dei danni li sta già provocando. Si ragiona in termini di inclusi ed esclusi, in nome di un’idea di sicurezza identitaria a detrimento degli ‘altri’, in totale assenza del concetto di legame sociale: un vuoto culturale che la politica, compresa quella di centrosinistra, sembra deliberatamente intenzionata a non colmare. Antiniska Pozzi |
Archivio
|
Associazione Chiamamilano - via Laghetto 2, MM3 Missori - MM1 San Babila
+39 02 76394142- chiamamilano@chiamamilano.it CF 97328970153 - P.I. 03917010963 |
![]() ![]() |