
![]() Da mercoledì 27 a domenica 31 cinque giorni di festa e riflessione tra il Teatro La Cucina (all’interno dell’ex ospedale psichiatrico Paolo Pini) e il circolo Arci La Scighera: il tema riguarda le nuove forme di organizzazione nelle comunità di base, visto attraverso le parole di chi in Latino America inventa e reinventa il mondo e di chi nella nostra città si batte per nuovi spazi di confronto e condivisione.
Un convegno promosso da Rinenergy: percorsi possibili per migliorare Milano ![]() Il primo a immaginare una città che si nutre e si rigenera da se stessa è stato forse Italo Calvino, che poeticamente nelle Città invisibili favoleggia di agglomerati urbani dai poteri straordinari: come Leonia, ad esempio, “che rifà se stessa tutti i giorni” o Clarice, che incessantemente decade e rifiorisce sfoggiando “come un monile quel che resta delle antiche Clarici frammentarie e morte”. Ma il concetto di fondo è racchiuso nella domanda che ha offerto lo spunto al convegno “Metabolismo urbano: il percorso possibile verso l’ecosostenibilità”, promosso dall’associazione non-profit Rinenergy: come nutrire una città che si divora da sé? Abrogata da una maggioranza compatta la commissione antimafia istituita con fatica grazie all’opposizione ![]() Stupiti, ma non troppo. Nel corso dell’ultima seduta di consiglio comunale, come previsto, con 29 voti favorevoli, 24 contrari e un astenuto è stata abrogata la Commissione antimafia istituita su proposta dell’opposizione all’inizio dell’anno. La maggioranza, che aveva disertato anche le prime due sedute di aprile, ha deciso di affossare definitivamente quello che avrebbe potuto essere un ulteriore organo di controllo sugli affari illeciti in città e sulla gestione degli appalti, soprattutto in vista dell’Expo. Stupiti dicevamo, perché risulta francamente difficile capire perché una parte politica opponga una resistenza così tenace ad una commissione che, pur nei limiti, avrebbe potuto contribuire quantomeno a mantenere viva l’attenzione su un cancro che ormai endemicamente contamina il tessuto economico e affaristico della città. Mentre si continua a decantare la Milano dell’Expo, troppi punti della città versano in stato di incuria e degrado: la denuncia del Pd locale ![]() Da più di un anno a questa parte, quando si fa cenno alle priorità per lo sviluppo qualitativo della città, si tende a cadere nella “tela dell’Expo”. Grazie all’Esposizione Universale, si dice, nel 2015 Milano sarà una metropoli all’avanguardia, più verde, più tecnologica e più ricca di oggi. Tutti gli sforzi per rendere la città migliore sono concentrati lì, nel miraggio delle nuove linee metropolitane, delle infrastrutture (Bre-be-mi, TEM, Tav, Pedemontana), della nuova area espositiva. Si guarda al futuro, si finisce per dimenticare il passato e il presente. Un presente che parla di degrado e malgoverno nella tutela del territorio. Ad elencare l’evidente assenza di una politica davvero mirata alla valorizzazione della città è il Pd milanese, che invoca a gran voce il “diritto alla bellezza”. Dopo lo stop dello scorso anno i lavori per il prolungamento della M3 a Comasina procedono spediti: ma l’interscambio FNM è fermo ![]() Quando l’annunciarono la prima volta era il 1996: l’allora assessore ai trasporti Santambrogio disse che i lavori sarebbero durati 6 anni a partire dal 1997 e che i disagi sarebbero stati minimi. Nel 2003 aprì la tratta Zara-Maciachini, con Maciachini come nuovo capolinea. E a fine 2002, con già 5 anni di ritardo, iniziarono gli scavi per le ulteriori 4 fermate previste: Dergano, Affori Centro, Affori Nord FNM, Comasina. Solo 4 fermate, ma dalla gestazione lunga e travagliata, tanto che ancora non hanno visto la luce, con buona pace (!) dei residenti e dei commercianti soprattutto di Affori FNM, area in corrispondenza di cui c’è un enorme e bislungo cratere che spacca e separa il quartiere dalla limitrofa Comasina. A due settimane dalle elezioni da Roma e Milano arrivano le rassicurazioni sui fondi Expo attese da mesi ![]() Ci sono, non ci sono, anzi no; certo che ci sono. Sembra il gioco delle tre carte, quello che ruota attorno ai fondi per l’Expo. Se fino all’altra settimana sul Colosseo sventolava bandiera bianca per la M6 e sotto la Madonnina si confermava l’irrealizzabilità della via d’acqua, oggi tutti i nodi venuti al pettine sembrerebbero essere stati improvvisamente sciolti. Lo ha detto il Sindaco in tivù da Santoro proprio nel giorno del fatidico tavolo Lombardia che secondo le previsioni avrebbe dovuto sancire un taglio al budget per le opere connesse all’evento del 2015. Sul finire della stagione alcuni spettacoli teatrali si spostano su palcoscenici all’aperto ![]() Siamo in chiusura di stagione, ma ci sono ancora alcuni appuntamenti teatrali che vale la pena di acchiappare al volo prima della pausa estiva. Il primo riguarda la seconda edizione del Teatro nei Cortili e del Teatro nelle Osterie, iniziativa nata nell’estate 2008 grazie all’impegno del Teatro della Cooperativa, delle Società Edificatrici Niguarda e Dergano e del Consiglio di Zona 9. A partire dal mese di Giugno gli anziani, le famiglie, i ragazzi, affacciati alle finestre, nei balconi delle case di ringhiera, seduti in cortile su poltroncine improvvisate o al tavolo di un ristorante potranno seguire riproposizioni di celebri spettacoli della Cooperativa (Nome di battaglia Lia, La nave fantasma e Uora Vo Cunto) rigorosamente all’aperto o nelle osterie storiche del quartiere di Niguarda e non solo. Sarà il satellite a sciogliere l’ingorgo? ![]() Ogni giorno 900 mila automobili entrano o circolano in città. Ogni giorno sono migliaia, tra milanesi e city user, i guidatori costretti a code snervanti e interminabili. Ingorghi, incidenti, cantieri in corso, condizioni metereologiche sfavorevoli: non c’è pace per chi sceglie di sposarsi coi mezzi privati né per chi opta per quelli pubblici di superficie. Non c’è ecopass che tenga: più che un problema, il traffico sembra ormai diventato l’habitat naturale in cui ci siamo assuefatti a vivere. Un tentativo di riportare le strade della città ad una situazione quantomeno più transitabili potrebbe essere offerta dalla tecnologia. Lunedì scorso la Provincia ha firmato una convenzione per l’avvio del Progetto GIM, cui hanno già aderito sei regioni e 21 enti locali. Boom del bike sharing, ma la vera sfida è la costruzione di una vera rete di piste ciclabili ![]() E dire che nemmeno un anno fa qualcuno dei pasdaran dell’auto che siedono dalle parti di Palazzo Marino si erano spinti ad affermare che i Milanesi la bicicletta la usano al massimo per le pedalate domenicali. Speriamo si siano ricreduti dopo il successo del bike sharing. A quattro mesi dall’inaugurazione i numeri parlano di risultato non previsto nemmeno dai più ottimisti, ma che dimostra, complice forse anche la crisi, che la bicicletta –soprattutto in una città “piccola” e pianeggiante come Milano– può essere un mezzo di trasporto a tutti gli effetti. Continuano i lavori per la SIN. La spiegazione? Si tratta del completamento di “interventi accessori” ![]() Dopo la notizia che i cantieri della Gronda Nord -pardon, della “Nuova strada di collegamento Zara-Polo fieristico di Rho”- erano stati bloccati in seguito alla sentenza del Consiglio di Stato sulla necessità della valutazione d’impatto ambientale, qualcuno ha notato e segnalato che in alcuni punti si continuava a lavorare, col sospetto che forse non tutti i cantieri fossero stati chiusi. L’Assessore Masseroli a tutto campo, tra retromarce sul parcheggio alla Darsena e sogni di cemento ![]() Il Parcheggio della Darsena? “Un progetto che ha dato e sta dando parecchi problemi, che costerebbe troppi soldi. Non abbiamo mobilità economica. Va ripensato”. Parola di Carlo Masseroli, Assessore all’urbanistica di Milano, intervenuto mercoledì al convegno “Milano e la via d’Acqua: quale ruolo per i Navigli?”. Lo stesso che pochi minuti dopo non ha esitato a definire il bacino del Lambro lo “zerbino della città”, lasciato a sé stesso da un’amministrazione negligente che ora “cercherà di ripristinare il verde nell’area ambientale per ridare all’acqua una sua funzione”. Lo stesso che poco prima di definire il progetto della via d’acqua presentato agli ispettori del Bureau International des Expositions “un’evocazione” ha fatto un “mea culpa” sulla situazione del Ponte delle Gabelle ai Navigli. Dopo la M6 cancellata anche la “via d’acqua”, inserita anch’essa nel dossier di candidatura per l’Expo ![]() Depennata ufficialmente dal dossier di candidatura Expo la costruzione della linea metropolitana M6, ecco arrivare la netta conferma di un’altra decapitazione dal capitolo delle opere pubbliche: la fantomatica Via d’acqua. Quella che avrebbe dovuto collegare la Darsena ai padiglioni dell’Expo, passando attraverso il Parco delle Cave, Parco Trenno e il Bosco in Città, fino a risalire il fiume Olona. Ci raccontavano, ai tempi d’oro della vittoria su Smirne, che il percorso di circa 20 km avrebbe condotto i visitatori a piedi, in bicicletta, a cavallo o su mezzi ecologici, attraverso i luoghi storici della città, valorizzati per l’occasione da suggestive installazioni riconducibili alle opere di Leonardo da Vinci. Ancora cantieri e cemento. Ovviamente “sempre per il bene della città” ![]() Dopo le aree a vincolo decaduto, l’assessore Masseroli libera anche le aree B2, e incontra piccoli proprietari e costruttori per spiegare loro, accorsi in massa, come fare per costruire in quelle 147 aree sparse ovunque tra centro e periferia. 147 buchi che è meglio tappare, sia mai che si respiri un po’. In fondo una città è fatta di case ed edifici, e se fossero tutti alti uguali sarebbe anche meglio. Tanto per quantificare, si parla di 10 chilometri quadrati e mezzo di città: “bloccati” per trent’anni, in quanto individuati dal PRG vigente come “zone di recupero” (ai sensi dell’art. 27 della legge 457/78) e quindi limitate dai disposti della stessa legge. ![]() Sarà per l’enorme mole di arretrati accumulati negli ultimi mesi. Sarà per un improvvisa epidemia di guasti nella flotta aziendale. Sarà che l’outsourcing non si ferma nemmeno davanti ai simboli. Sarà un caso, ma stamani (14 maggio) nel centro di Milano alcuni furgoni a nolo effettuavano la consegna di pacchi. Nulla di strano? Non proprio perché quei furgoni che ognuno di noi può affittare un tot all’ora per fare il trasloco, avevano attaccato sul portellone posteriore un foglio di carta formato A4 con la scritta poste italiane. Ad ogni “fermata” scendeva il postino in divisa, caricava il carrellino giallo di pacchi, grandi buste e involti celofanati e via a consegnare e a far sbiadire il ricordo dei furgoncini grigi con il cerchio giallo con la scritta “PT” sulla fiancata. Fino al 21 maggio alla Camera del Lavoro 27 opere d’arte per raccontare il lavoro che cambia ![]() Anche l’arte sbarca alla Camera del Lavoro milanese: fino al 21 maggio, nella sede di Corso di Porta Vittoria 43 saranno esposte 27 opere di artisti milanesi chiamati a confrontarsi sul tema “sindacato e lavoro”. Un’iniziativa che si colloca nel contesto di un progetto per collegare sempre più il mondo del lavoro a quello dell’espressione e della comunicazione, nel tentativo di stare al passo con una dimensione, quella lavorativa, che negli ultimi anni sta profondamente mutando. Un’esposizione eclettica nelle forme, con una galleria di opere che vanno dall’acrilico su tela all’installazione video alla fotografia, posizionate non secondo un percorso definito e univoco, nè ordinate in sale: le opere si incontrano percorrendo il primo e il secondo piano dell’edificio. Si trovano sulle scale, alle pareti, negli angoli, a terra. “L’obiettivo è aprire la nostra sede alla gente –spiega Graziano Gorla del sindacato – far vivere la CGIL anche fuori da qui, e soprattutto, visto come sta cambiando il mondo del lavoro, lasciare una testimonianza di quello che era prima”. Dal 17 al 23 maggio dibattiti, proiezioni, convegni, commemorazioni contro una piaga che dilaga anche al nord ![]() Lunga è la notte,e senza tempo. Il cielo gonfio di pioggia non consente agli occhi di vedere le stelle. Non sarà il gelido vento a riportare la luce,nè il canto del gallo, nè il pianto di un bimbo. Troppo lunga è la notte, senza tempo,infinita. Peppino Impastato Procede a piccole ma importanti tappe il percorso di via Padova verso una riqualificazione, anche in assenza delle istituzioni ![]() Cercare di approfondire le tematiche vere di via Padova, non solo quelle basate sull’emergenza, e andare a fondo alla situazione da un punto di vista territoriale urbanistico della coesione sociale, della presenza culturale: creare una mappa di conoscenza del territorio per mettere in movimento le associazioni che già operano e tutte le istituzioni che sono attualmente assenti da via Padova. E’ questo lo scopo di un lungo lavoro sul territorio intrapreso dalle associazioni e dagli operatori di via Padova, riunitisi in un Coordinamento per dare unitarietà al progetto e approfondire la ricerca sulle reali esigenze di una delle zone di Milano più sensibili alle mutazioni imposte dall’immigrazione e più vittima di certe strumentalizzazioni o cattiva informazione. L’ultimo passo, dopo la ricerca sugli esercizi commerciali e sulle scuole è stato il convegno tenutosi lo scorso 9 maggio per discutere sulle problematiche reali, su quelle percepite, e sulle possibili risposte da dare alle criticità della zona a fronte della latitanza delle istituzioni. Come avevamo previsto il costo del sisma abruzzese si abbatte sull’Expo e il Governo taglia i fondi per la linea 6 del metrò, l’unica inserita nel dossier della candidatura milanese presentata al BIE ![]() La linea metropolitana fantasma rimarrà tale. La M6 inserita nel dossier di candidatura da Milano per l’Expo 2015 svanirà nella nebbia in cui è stata avvolta sin dal principio. Poco più che un tratto di penna sulla piantina di Milano e lì siamo rimasti. Anzi, nella pochade messa in scena nell’ultimo anno da Comune e Governo attorno all’Expo, tra veti, ripicche, rinvii e sgambetti, il rinvio –questa è la versione ufficiale, ma dati i tempi e la penuria di fondi bisogna leggere: rinuncia definitiva– della linea metropolitana che avrebbe dovuto andare da Bisceglie a via Ripamonti (disegnando un percorso a ferro di cavallo tutt’altro che indispensabile nell’economia dei flussi di traffico cittadini) rappresenta uno degli episodi più clamorosi: la prima metropolitana crollata sotto un terremoto quando non era nemmeno in fase di progetto. Gli abitanti delle “white” di via Feltrinelli lasciano finalmente le proprie case per la bonifica e finiscono accanto ad una bocciofila ricoperta di amianto ![]() Milano dev’essere proprio una città di amianto. Non v’è quartiere o territorio in cui case, scuole ed edifici siano stati interamente bonificati. I rivestimenti d’amianto sono come il polline nell’aria a primavera e le zanzare di luglio: si trovano ovunque, ci danno noia, ma bisogna pur sempre conviverci. Sì, dev’essere così. Stanziati i fondi, si attende ancora per i bandi. Intanto cresce l’allarme amianto nelle scuole ![]() “Immediatamente eseguibile” è scritto in calce nella delibera comunale del 28/11/2008 che approva il progetto definitivo per la “bonifica dell’amianto residuo in materiali presenti negli edifici scolastici cittadini”. Sono passati quasi sei mesi però e nemmeno il bando di gara per affidare i lavori è stato avviato. L’estate si avvicina, la chiusura delle scuole pure. Sarebbe il momento ideale per procedere alla bonifica dato che i due milioni e ottocentomila euro necessari per tutti gli interventi sono già stati stanziati. Cosa si aspetta dunque? L’Assessore ai Lavori Pubblici Bruno Simini assicura che manca poco, senza quantificare né utilizzare “formule magiche” come “immediata eseguibilità”. |
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