A distanza di un anno siamo tornati nelle stazioni della metropolitana dove i montascale non ci sono o non funzionano. Non è cambiato nulla

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A distanza di un anno siamo tornati nelle stazioni della metropolitana dove i montascale non ci sono o non funzionano. Non è cambiato nulla ![]() "Il montascale? Sono ormai 4 anni che non funziona. Se il suo amico ha bisogno di un aiuto, io e un collega possiamo sollevare la carrozzella e portarla fino alla banchina”. Stazione della metropolitana Garibaldi, ecco la risposta di un addetto dell’ATM a chi chiede in che modo un disabile possa raggiungere autonomamente Corso Como utilizzando i mezzi pubblici. L' interluocutore è un funzionario ormai rassegnato. “Tutti sanno che qui l’accesso è compromesso, non so come e se l’azienda abbia intenzione di intervenire”. Cala a Roma il Capogruppo leghista ma come ogni buon lumbard lo fa solo per la Padania ![]() Italia? No, grazie. “Mi sento milanese, lombardo, padano, europeo, cittadino del mondo”. ( ascolta l’intervista) Matteo Salvini, capogruppo in consiglio comunale della Lega e neoeletto deputato in Parlamento lo ha stampato anche sulla sua maglietta. “Padania is not Italy”, per l’appunto. In Padania si vive, si mangia, si lavora in maniera diversa, ci spiega. Piuttosto che all’Italia, la Padania preferirebbe paradossalmente appartenere alla Spagna socialista di Zapatero. Modello Barcellona, ad esempio. Una città multietnica, ma in cui, diversamente da Milano, "ognuno sta al suo posto". Un certo feeling con la sinistra gli è rimasto da quel lontano 1997, quando si tennero le elezioni per il fantomatico Parlamento padano e il neodeputato correva per i Comunisti padani. Il Sindaco vorrebbe allargare il ticket alla cerchia filoviaria. AN e Forza Italia frenano e chiedono una consultazione cittadina ![]() Sul tavolo della maggioranza a Palazzo Marino non ci sono soltanto il corposo dossier Expo e il microrimpasto delle prossime settimane che riguarderà un paio di poltrone marginali: Decentramento e Innovazione tecnologica. Si tornerà a parlare anche di Ecopass. Dopo un inverno eccezionalmente clemente sul fronte dell’inquinamento –mai registrati valori così bassi negli ultimi sei anni– sembra che il Sindaco sia intenzionato ad allargare l’area del “ticket” alla cerchia filoviaria. L’eventualità non entusiasma Forza Italia e AN. Palazzo Marino mette le mani avanti, chiede al Governo la moratoria per le sospensive del TAR e chiude al dialogo con i cittadini ![]() I prossimi sette anni che separano Milano dall’evento, l’Expo, destinato a cambiare comunque il volto della città, potrebbero essere il banco di prova per un nuovo modo di gestire le trasformazioni urbane. Nell’ultimo quindicennio abbiamo assistito ad uno scontro senza confronto tra Amministrazione e cittadini su piccole e grandi opere: dai grandi progetti del Garibaldi-Repubblica e dell’ex Fiera alla miriade di parcheggi voluti dall’ex Sindaco Albertini. Per anni Palazzo Marino ha proceduto come uno schiacciasassi sugli scacchieri dell’urbanistica e delle opere pubbliche incurante non solo delle proteste ma anche delle proposte, snobbando appelli di residenti e persino quelli di architetti e urbanisti di fama internazionale. La mesta parabola dello spazio pubblico tra roulette finanziaria e tagli ![]() Cosa c’entrano i derivati –gli strumenti finanziari assai complessi sottoscritti dal Comune, per i quali sarebbe esposto per oltre 260 milioni di euro – con il destino delle Scuole civiche? Apparentemente nulla. In realtà, invece, le due vicende aiutano a comprendere il destino dello spazio pubblico che chiamiamo città. Le scuole civiche a Milano sono più di un fiore all’occhiello della storia dell’Amministrazione cittadina. Da un secolo e mezzo le Scuole civiche milanesi sono uno dei fiori all’occhiello del welfare cittadino. Per quanto ancora? ![]() Era il lontano 1861: veniva proclamato il Regno d’Italia, Milano contava 196mila abitanti e nascevano in via ufficiale le Scuole Civiche di Milano. In via ufficiale perché, in verità, il Comune di Milano interveniva già nel secolo precedente, con il governo austriaco, nella gestione delle scuole elementari. Poi, con una legge del 1859, il Ministero della Pubblica Istruzione autorizzò i comuni ad aprire scuole per la formazione superiore con il riconoscimento legale dello Stato, e nello stesso anno il Comune di Milano istituì una Commissione per il riordino degli studi, da cui emerse l’esistenza di scuole serali nate dalle parrocchie e sostenute dal Comune, che spesso ne forniva le sedi. Il Comune fa i conti sulle scuole serali e si prepara a tagliare ![]() E’ cominciato tutto con un semplice fax, spedito lo scorso 24 aprile dalla Direzione Settore servizi per minori ai presidi delle scuole serali paritarie, con la disposizione che non si accettassero più iscrizioni alle classi prime per l’anno 2008/09. Poi è arrivato un secondo fax in cui si indicava come termine ultimo per le iscrizioni il prossimo 31 maggio. E’ scattata immediata la protesta di studenti e insegnanti, a cui è apparso subito chiaro che la conseguenza indiretta di queste disposizioni è la chiusura delle Civiche Serali. A settembre si parte con la Ztl e a metà del 2009 partiranno in via Sarpi due anni di cantieri per la completa pedonalizzazione ![]() Insomma, questa sì che è una novità nella travagliata e apparentemente interminabile questione Chinatown. Dopo l’approvazione della mozione sulla pedonalizzazione dello scorso 5 aprile 2007 e la traballante e incerta trattativa sulla delocalizzazione del commercio all’ingrosso, tra le due ipotesi via dei Missaglia e Lacchiarella, sembra che l’abbiano spuntata i residenti. |
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