I risultati di una ricerca: troppi segnali stradali e la maggior parte da sostituire

Martedì 28 aprile il Centro studi Fondazione 3M ha presentato i risultati della ricerca “Segnaletica e sicurezza stradale a Milano: problemi e proposte”.
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I risultati di una ricerca: troppi segnali stradali e la maggior parte da sostituire ![]() Se da un lato il tema della sicurezza pubblica continua ad occupare la prima pagina dell’agenda politica locale, dall’altro dati ben più allarmanti ma meno “propagandabili” rivelano un grosso deficit di sicurezza a livello stradale. Martedì 28 aprile il Centro studi Fondazione 3M ha presentato i risultati della ricerca “Segnaletica e sicurezza stradale a Milano: problemi e proposte”. A Palazzo Marino si è ben lontani dalla costituzione del gruppo unico ![]() La netta affermazione della coalizione di centro-destra alle ultime elezioni ha stabilito nuovi assetti all’interno del panorama politico del Paese. Abbiamo assistito alla prevedibile sconfitta del Partito Democratico, alla cocente dèbacle della sinistra radicale, al sorprendente successo della Lega. Nella stanza dei bottoni sta per tornare il Cavaliere, con buona pace di chi, appena due anni fa, lo dava per vecchio o sorpassato. Un vecchio leader con un partito nuovo di zecca, creato dal predellino di un’auto in un pomeriggio di novembre a Piazza San Babila e ribattezzato, a furor di popolo azzurro, Popolo delle Libertà. Alla ricerca di un consenso a basso costo la politica si eclissa sulle emergenze vere ![]() A Milano, come in tutto il nord del Paese, si sono valutati i risultati delle elezioni politiche quasi fossero il prodotto di una rivoluzione, non tanto per la semplificazione del quadro politico –lo vedremo in occasione delle elezioni europee dell’anno prossimo, quando non ci saranno sbarramenti, se rivoluzione vera sarà stata– quanto per il peso dell’issue sicurezza nel determinare esiti elettorali ed equilibri politici. Più che di rivoluzione bisognerebbe parlare di raccolto, il migliore da quando il terreno della paura viene costantemente seminato. Cioè da almeno un decennio. L’urgenza del problema e la lentezza delle risoluzioni: qualche considerazione ![]() Se ne torna a parlare sempre in occasione di qualche fatto legato alla cronaca: l’ultimo è stato quello delle case di via Feltrinelli, dopo che le 151 famiglie di residenti hanno protestato davanti a Palazzo Marino per la mancata bonifica dei tetti in amianto che hanno provocato parecchi morti negli ultimi vent’anni. Ma prima c’erano state anche le Casette di via Crescenzago, e quelle di via Barzoni, e via Rossellini, via Mazzolari, via De Pretis... parafrasando Mozart “madunina, il catalogo è questo”, e non è cortissimo. La scuola materna di Bruzzano, temporaneamente trasferita, attende da un anno l’inizio dei lavori “per emergenza amianto” ![]() L’ultimo atto è stato la consegna di una lettera con 400 firme di genitori ed educatrici, per sollecitare un’Amministrazione comunale che ancora una volta mostra lentezza e poca affidabilità nella realizzazione delle opere pubbliche indicate nel bilancio e nel programma preventivo. Ancora una volta si parla di scuole, ancora una volta c’è di mezzo l’amianto. Ma non erano state bonificate tutte, le scuole di Milano? ( vedi l’intervista audio all’Assessore Verga del 23/4/08). Un noir ambientato dentro la città, vista attraverso gli occhi di un giovane esordiente ![]() Formalmente, un noir. Stilisticamente, un fumetto. Ma, sopratutto, una storia di città, strabordante di differenze e ricomposizioni: di razza, di ceto sociale, di cultura, di fede. Popolata da personaggi improbabili come spesso ci appaiono le persone che ci circondano. Cristiano Camporosso, il Gatto, Blanco, il Brucia. E poi i cinesi, i nazi, gli ultras, i rumeni, i punkabbestia, i poliziotti, gli squatter... “gli animali più strani” per dirla con Scorsese, uomini dimenticati e solitari che devono disperatamente provare di essere vivi. Più che un romanzo ‘sulla’ città, un romanzo ‘dentro’ la città, dentro i suoi angoli bui, nei suoi quartieri più dimenticati, nei luoghi borderline in cui spesso non si entra se non attraverso le notizie di cronaca: centri sociali, villette occupate, la Stazione Centrale, i retrobottega dei bar più trucidi di Milano. Visti con gli occhi di una fiction surreale che sembra somigliare alla realtà più di tanti reportage giornalistici e studi sociologici. Milano è mille città. Come cambiano le politiche dell’immigrazione col mutato scenario politico milanese? ![]() In Lombardia sono 938mila: un quarto degli immigrati presenti sul territorio nazionale, e di questi quasi la metà abitano a Milano e Provincia. Per visualizzare meglio la portata del fenomeno è forse più utile la seguente immagine: un cittadino ‘milanese’ su sei è immigrato. E viene dall’Europa dell’Est, dall’Asia, dal Sudamerica o dal Nord Africa. L’aumento annuo stimato è, a livello regionale, del 9,1%: significa 80mila ingressi negli ultimi 12 mesi. Sono i dati del Settimo Rapporto Ismu (Iniziative e studi sulla multietnicità), quelli che hanno occupato le pagine dei giornali qualche giorno fa: parlare di immigrati è parecchio in voga, ultimamente, e i dati diramati dall’Ismu sono piuttosto significativi, soprattutto quelli relativi all’immigrazione illegale: + 71mila clandestini in provincia di Milano, 37mila solo in città. I tre grattacieli del progetto City Life al centro dello scontro all’interno della maggioranza ![]() Che le forme sbilenche dei tre grattacieli progettati da Libeskind, Hadid e Isozaki al centro dell’area che una volta ospitava la Fiera e che in futuro sarà City Life abbiano fatto parlare di sé tra proteste, apprezzamenti e polemiche fa parte della storia recente di Milano; che le loro linee ritorte si intrecciassero fino ad ingarbugliarsi prima con la campagna elettorale e poi con la ridefinizione degli equilibri all’interno del centrodestra dopo il 14 aprile è una novità. E non di poco conto. A dar fuoco alle polveri ci aveva pensato Silvio Berlusconi, subito seguito dalla Lega. E a quel punto anche gli osservatori meno acuti si sono resi conto che non si trattava più di una semplice polemica architettonica. L’esposizione finanziaria del Comune sui derivati aumenta. C’è chi ipotizza addirittura una truffa e la maggioranza a Palazzo Marino non è entusiasta nel difendere il Sindaco ![]() "Crediamo non ci sia rischio per il futuro, e anche se ci fosse sarebbe molto contenuto”. E’ questa la diplomatica posizione tenuta da Carlo Fidanza, capogruppo di AN a Palazzo Marino sulla spinosa questione “derivati” ( ascolta l’intervista). Assicura calma e ottimismo all’interno della maggioranza. Nonostante la Corte dei Conti abbia stimato una perdita potenziale per le casse comunali di oltre 250 milioni di euro a seguito delle modifiche sul bond trentennale emesso nel 2005 dalla Giunta Albertini. Nonostante l’esposto alla procura per truffa aggravata che l’opposizione intende presentare nei prossimi giorni. Ancore promesse per le famigerate White di Rogoredo, ma nessuna data certa per la bonifica. Intanto l’Assessore Verga minimizza: “Nessun rischi elevato per la salute” ![]() Domandare è lecito, rispondere è cortesia. Vale quasi sempre, tranne quando, per il lavoro che si è deciso di svolgere, diventa d’obbligo esibire spiegazioni approfondite e complete. Se poi l’oggetto della domanda è la bonifica dall’amianto di uno stabile popolare dove l’incidenza del cancro è fuori da qualunque statistica e l’intervento del Comune è atteso da almeno dieci anni la risposta è più che obbligatoria. Nell’assestamento postelettorale si profila uno scontro tra Lega e CL e la contesa non è solo sulla sicurezza ![]() Il rimpasto di Giunta, come abbiamo scritto la scorsa settimana, non ci sarà; almeno per il momento. Troppo alto il rischio di creare un effetto domino incontrollabile in una situazione assai fluida nella quale le caselle sembrano spostarsi di giorno in giorno e le indiscrezioni inseguirsi e contraddirsi nel lasso di poche ore. Il dato elettorale registrato dieci giorni fa a Milano indica chiaramente, qui come in tutto il nord, un’avanzata della Lega che ha stupito non solo i commentatori e il centrosinistra, ma anche il PdL, per il quale l’exploit del Carroccio rischia di diventare un problema non solo nella costituzione del Governo nazionale ma anche negli equilibri milanesi. A giorni la decisione sullo spostamento del mercato. Il Consorzio M5 ha già inviato una diffida al comune sui possibili ritardi ![]() Lo spostano. Anzi no. E invece sì. Le trattative per il trasferimento del mercato del quartiere Isola, indispensabili per la prosecuzione dei lavori della metropolitana M5, hanno ormai assunto i contorni della più classica leggenda metropolitana. L’ ‘al lupo al lupo’ gridato dal pastorello della favola di Esopo è lo stesso troppe volte sussurrato tra i corridoi di Palazzo Marino e ormai non ci crede più nessuno. Eppure questo trasloco s’ha da fare. Lo ha ribadito con un sollecito indirizzato al Sindaco il Consorzio Metro 5, il gruppo di imprese che si sta occupando dei lavori e che ci tiene a completarli entro il 2012 per tenere fede agli accordi presi. Il mercato ha già subito uno leggero sconquasso morfologico per via dei cantieri. Originariamente posizionate in Piazzale Lagosta e nel triangolo Via Garigliano-via Sebenico-via Volturno, alcune delle 200 bancarelle sono state dislocate lungo viale Zara. Da MM e Assessorato alla mobilità non arrivano conferme né smentite e il rebus della linea 6 del metrò si fa sempre più complicato ![]() Ormai lo sappiamo tutti. Nel 2015 Milano avrà sei metropolitane. La metà di quelle di Londra, la cui ultima linea fu innaugurata nel lontano 1979. Ma non è questo il punto. Il punto non è nemmeno che i lavori della M5 sono bloccati a causa di una soluzione che non ci si decide mai a prendere. Il punto, ancora, non è neppure che i cantieri per la M4 che dovevano partire entro il 2007 non vedranno la luce prima del 2009 per i soliti interminabili cavilli burocratici. Aumentano gli sfratti per morosità: Milano ha bisogno di case e per il biennio 2008-2009 si teme l’emergenza pignoramenti ![]() Il dato nazionale Emergenza casa: se ne parla tanto e si risolve poco, e intanto i dati si affastellano a confermare che il problema casa è più che mai reale. Ultimi, i dati sugli sfratti relativi agli anni 2006/2007 forniti dal Ministero degli Interni ed elaborati dall’Unione Inquilini pochi giorni fa: nel 2007 gli sfratti eseguiti in Italia con l'assistenza della forza pubblica e dell'ufficiale giudiziario sono stati oltre 20 mila, di cui 1.700 nella Capitale e oltre 1500 a Milano. I tre giorni del voto visti da vicino, molto vicino ![]() 13-14 aprile 2008, elezioni politiche. La giornata dello scrutatore stavolta dura 33 ore e comincia sabato, alle 16. Primo giorno. Arrivo trafelato ma puntuale, metto piede nella scuola in cui ho fatto le elementari sotto lo sguardo vigile degli ufficiali di turno ed entro nell’aula travestita da seggio dove tutti i miei timori vengono immediatamente confermati. Lì sorge la prima domanda: ma l’Ufficio Elettorale sorteggia a caso o si appoggia a qualche agenzia di intrattenimento? Questi sono veramente i miei compagni di seggio o sono su ‘Scherzi a parte’? Inizio a pensare che le mie 33 ore si dilateranno e prenderanno le proporzioni di un castigo biblico. Inizio anche a pensare che i miei compagni di scrutinio probabilmente sono un campione significativo della popolazione nazionale e questo non è un buon auspicio ai fini del risultato elettorale. Il PD a palazzo marino deve scegliere il nuovo capogruppo. La lotta e’ tutta tra ex DS ![]() Se la maggioranza a Palazzo Marino ha rinunciato, almeno per il momento, al rimpasto il PD milanese si trova alle prese con un passaggio meno eclatante ma inderogabile: la scelta di un nuovo Capogruppo. Marilena Adamo che guida attualmente il Partito Democratico in Consiglio comunale, eletta in Senato, dovrà lasciare l’incarico e si è già aperta la lotta alla successione. I candidati più accreditati sono tre: Pierfrancesco Majorino, che è stato l’ultimo segretario cittadino dei DS, Andrea Fanzago, ex Capogruppo della Margherita a Palazzo Marino dal 2001 al 2006 e il transfuga dalla Lista Ferrante ed ex Consigliere economico di D’Alema a Palazzo Chigi, Davide Corritore. Il rimpasto di Giunta promesso e temuto potrebbe innescare una reazione a catena di rivendicazioni. Tra poco due sostituzioni e il resto, forse, dopo le regionali ![]() Tanto tuonò che non piovve. La vittoria di Lega e Popolo delle libertà a Milano si è risolta in un paradosso che si riflette sugli equilibri della maggioranza in Consiglio comunale. Il rimpasto di Giunta, atteso, minacciato, auspicato non si farà; almeno per il momento. Eppure, nei corridoi di Palazzo Marino se ne parlava da mesi. Prima richiesto, mai ufficialmente, da ampi settori di una maggioranza scontenta della troppa autonomia del Sindaco; nelle ultime settimane paventato invece dalla maggioranza come un pesante e concreto richiamo all’ordine da parte del primo Cittadino sulle forze politiche che non sempre lo hanno sostenuto in modo nettissimo (il tira e molla durato un anno sull’ecopass non è stato dimenticato). Associazionismo e privati in campo per sollecitare più interventi per il sociale ![]() Solo “briciole” al Welfare. Istituzioni e politica, di destra come di sinistra, non danno risposte ai bisogni sociali. Parte da questa provocatoria denuncia l’iniziativa promossa martedì 8 aprile presso la sede dell’Acli da 36 gruppi e associazioni, non solo di Milano. Dal mondo del volontariato e del terzo settore nasce il “Cantiere per un Patto costituente di un nuovo Welfare”, uno spazio di riflessione e iniziativa sui temi sociali con l’obiettivo di risvegliare l’attenzione delle istituzioni governative sui diritti della cittadinanza e sulla sicurezza sociale. ![]() Alle 19 di martedì 8 aprile la banchina della linea 3 in direzione Maciachini della stazione Duomo è affollata, come alla stessa ora di qualsiasi altro giorno lavorativo. Gli ingressi continuano a vomitare passi affrettati. Nell'atrio al termine del lungo corridoio che arriva dalla linea rossa Quattro ragazzini rom suonano due violini e due fisarmoniche. Ci mettono impegno e si sente. La riuscita è indubbiamente migliore della media delle improbabili musiche solitamente estorte a strumenti scordati nei vagoni del metrò. Soluzioni improvvisate e nomadismo di ritorno: il caso della Bovisasca è solo l'ultimo episodio di una strategia fallimentare ![]() Giorni di giubilo, questi, per Milano: finalmente c'è la certezza dell'Expo e moltissime promesse che porta con sé. Si parla di una città vincente e vittoriosa, aperta, internazionale, ci si ringrazia a vicenda, baci e abbracci e festeggiamenti vari. Intanto, nella città che merita l'Esposizione universale, si dice, per la sua generosità, gli ultimi giorni hanno registrato anche l'ennesima puntata della questione Rom. Se ne è già parlato parecchio, quindi riassumendo: il primo aprile si è concluso lo sgombero del campo Bovisasca, iniziato giorni prima e portato avanti a rate dal vice sindaco De Corato che, mentre i rom del campo ovviamente emigravano in altre zone della città, si premurava di giustificare le sue disposizioni e di fornire dati sui costi degli 11 campi autorizzati a Milano: 780mila euro per i consumi di energia elettrica, 2 milioni e 658 mila per la manutenzione straordinaria, 717mila per la rimozione dei rifiuti. |
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