Una mostra sulla difficile arte di essere ciclisti a Milano

La fotografa, Flavia Faranda, racconta di aver avuto l’idea di questi scatti “ciclistici” durante le prime partecipazioni a Critical Mass.
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Una mostra sulla difficile arte di essere ciclisti a Milano ![]() Una mostra fotografica e proiezioni video, per guardare un po’ dentro la città, tra le strade e vicino ai marciapiedi, dove i ciclisti urbani sfrecciano tra le auto e i motorini per andare a lavoro, a casa o in università. E’ stata inaugurata sabato 15 marzo presso lo spazio Ciclofficina Nord di Niguarda, e sarà visitabile fino al 30. La fotografa, Flavia Faranda, racconta di aver avuto l’idea di questi scatti “ciclistici” durante le prime partecipazioni a Critical Mass. Il Consigliere di FI Altitonante presenta un sito con la mappatura dell’edilizia in convenzione ![]() Un sito per consentire a tutti i Milanesi di vedere quanti, quali e dove sono a Milano gli appartamenti di edilizia convenzionata del Comune. L’ha presentato il 18 marzo il Consigliere di Forza Italia, Fabio Altitonante. “Uno strumento semplice, veloce e trasparente” sottolinea il giovane Consigliere di FI, membro della Commissione urbanistica, “per fornire ai cittadini la possibilità di accedere alle opportunità abitative a prezzi calmierati.” Mozioni e ordini del giorno attendono da mesi, alcune da anni, di essere discusse dal Consiglio comunale ![]() Perché fare oggi quello che si potrebbe rimandare a domani? Sembra questo uno dei pilastri su cui si basa il regolamento del Consiglio Comunale di Milano. Sospetto che emerge dalla lettura del programma dei lavori; alcune mozioni vi restano per mesi, in coda a discussioni ritenute prioritarie e a delibere dell'ultima ora. Tra continui rimandi e sedute infruttuose; tra il numero legale che non c'è, o che se c'è viene fatto cadere, mozioni ed emendamenti rischiano di restare su carta mesi e mesi prima di diventare materia di dibattito in aula. Il Comune ad ottobre ha promosso un progetto culturale per mille giovani stranieri. Per ora ne sono arrivati solo sei ma costano quasi come mille ![]() Sette miliardi e mezzo di euro. Questa la cifra, destinata a salire a dieci, spesa per promuovere la candidatura di Milano per ospitare l’Expo 2015. Un’inezia a fronte degli investimenti infrastrutturali e del giro d’affari che l’Esposizione universale riverserebbe sulla città. Concerti, cene di gala, visite degli ispettori del Bureau International des Expositions, missioni diplomatico-promozionali, lobbing, comunicazione, progetti di cooperazione e promesse. La testimonianza di una giovane supplente in una "prima media" di Milano. Dove la parola tolleranza non ha senso perché al di là delle differenze dei tratti somatici i ragazzi si sentono tutti milanesi ![]() Ore 7.55, inizia la prima ora. Faccio l’appello: Assab Valeria. Presente. Alemanni Marco. “Non c’è, ha la febbre” dice una ragazzina vestita di rosso e con gli occhi a mandorla in seconda fila. “No, prof, Alemanni ha bigiato, bigia sempre quello lì...” dice un altro dall’ultima fila, alzandosi in piedi. Mentre penso sollevata che nel 2008 si usa ancora il termine “bigiare”, il resto della classe ride e io chiedo silenzio, invano. Bhayini Raschid. Continuo con l’appello, nella speranza che si calmino. Hanno pur sempre 11 anni, sono piccoli. Benchè diminuiti del 66% negli ultimi cinque anni la provincia di Milano detiene il record nazionale degli impianti industriali a rischio ![]() Milano rappresenta storicamente uno dei vertici del triagolo industriale del nord ovest italiano. La prosperità e la produttività delle sue aziende, tuttavia, rappresentano solamente un lato della medaglia; il più conosciuto e rassicurante. Meno noto è il lato fotografato dal IV rapporto sulla qualità dell'Ambiente Urbano 2007 elaborato da APAT (Agenzia per la Protezione dell'Ambiente e per i servizi Tecnici). Prima le contestazioni da parte dei comitati del quartiere Fiera, due giorni dopo l’approvazione della ZTL in via Sarpi ![]() Un vero e proprio uno-due, una sequenza di colpi che stordiscono e inducono l’arbitro a iniziare i conteggio del ko. Sul ring dell’urbanistica milanese, tra venerdì 14 marzo e lunedì 17 l’assessore Masseroli ha rischiato di andare al tappeto e più di un Consigliere comunale del suo stesso partito non ha nascosto la soddisfazione. Dall’ala non ciellina di Forza Italia arrivano commenti caustici, ovviamente anonimi: “Inadeguato al ruolo”, “Esponente di una sola parte che crede di poter dettare le regole dello sviluppo urbanistico della città senza confrontarsi con nessuno, a cominciare dal partito.” L’Assessore Masseroli non convince i comitati e il fronte contro il progetto Citylife si ingrossa ![]() Le ombre –dei grattacieli o degli alberi, sembra che per l’Assessore Masseroli sia lo stesso– sul progetto Fiera-Citylife sembrano infittirsi ( ascolta l'intervista). L’assemblea pubblica tenutasi venerdì scorso 14 marzo ha messo in luce una situazione quanto mai caotica, e soprattutto ha mostrato tutta l’impopolarità del progetto, oltre all’incapacità di gestirlo a parte dell’Assessore all’urbanistica Carlo Masseroli, il quale non immaginava certo una partecipazione così sostanziosa e battagliera ad un’assemblea pubblica organizzata dal Comitato residenti Fiera, ma “sponsorizzata” e sostenuta dal Comune (ascolta l'intervista). Doveva essere l’occasione per la semplice illustrazione del progetto con le ultime modifiche. Il centrodestra si spacca sulla Ztl in zona Sarpi e la trattativa con i grossisti cinesi è a rischio ![]() Una tranquilla seduta di consiglio. Doveva essere questo, la seduta di lunedì 18 marzo, ma, a sorpresa, i pochi spettatori presenti hanno dovuto scrollarsi la noia di dosso e drizzare le orecchie. Attrice protagonista: la mozione presentata per la prima volta il 26 settembre 2007 dal capogruppo della Lega, Matteo Salvini (ascolta l'intervista), per l’istituzione della zona a traffico limitato nel quartiere Sarpi-Canonica. Cioè il primo passo verso la “pedonalizzazione” di Chinatown. Sono centinaia gli spazi, pubblici e privati, in abbandono ma la sola preoccupazione sono le occupazioni ![]() Il caso della cascina Visconta, del suo degrado ventennale condito dal pericolo di crolli, amianto, rifiuti e attività illegali è solo un emblema di ciò che è ormai divenuta nel corso degli ultimi due decenni la gestione degli spazi a Milano. La città è punteggiata di spazi ed edifici, pubblici e privati, da anni lasciati nel più completo abbandono. Palazzi, cascine, scuole sono un arcipelago che dimostra quanto la gestione dei luoghi in una città affamata di spazi abitativi e di socialità oscilli tra due poli apparentemente lontani, eppure funzionali l’uno all’altro: il degrado e la messa a valore in un mercato immobiliare che non sembra conoscere crisi, dopo l’apparente rallentamento degli ultimi mesi. Da oltre vent’anni la Cascina Visconta è in stato d’abbandono e da sei anni il progetto di riqualificazione annaspa in un mare di carte ![]() C’era una volta una cascina, che si chiamava Cascina Visconta e si trovava nella zona Sud-Est di Milano. Un giorno chi l’abitava se ne andò e la cascina restò abbandonata. C’era una volta e c’è ancora, ma si fa quasi fatica a capire che è una cascina: assomiglia piuttosto ad un ammasso di mura pericolanti: mattoni sbracciati e tettoie. Guardacaso lo segnala anche un cartello apposto lì dai Vigili del fuoco, intervenuti lo scorso 16 ottobre 2007 quando parte della struttura è crollata. Presentata la campagna del Comune “Immigrazione sana”. Palazzo, però, Marino diagnostica solo spaccio e prostituzione ![]() Venerdì scorso l’Assessore alla Salute, Giampaolo Landi di Chiavenna, ha presentato il progetto “Immigrazione sana”, nuovo piano di educazione sanitaria da promuovere tra gli stranieri residenti a Milano. Lo ha fatto sfogliando e commentando un dossier completo di dati sui flussi migratori, sulle nazionalità più radicate nel nostro territorio e, dulcis in fundo, sulle mappature delle “strade a luci rosse” e della “polvere bianca”. Che c’entrano lucciole e coca con l’immigrazione sana? Semplice: ad individuare, almeno secondo l’Assessore, le zone a più alta densità di extracomunitari. Da fine aprile medici e mediatori culturali gireranno a bordo di un camper tra le zone della città caratterizzate da un “sovradimensionamento della presenza straniera” per promuovere interventi di educazione alla salute igienico-sanitari. Nonostante le promesse, ancora nessuna novità per la bonifica delle case demaniali di Crescenzago ![]() “La salute è un bene prezioso, unico e inviolabile. Nessuno può compromettere il diritto alla salute. Essere e mantenersi sani è un dovere per sé e per gli altri”. Così predicava venerdì scorso l’Assessore alla Salute Giampaolo Landi di Chiavenna nel corso della presentazione del piano “Immigrazione sana” ). Ma, forse, a Milano la salute non è un bene prezioso per tutti e non tutti possono osservare il dovere di mantenersi sani. Soprattutto quando si ha a che fare con l’amianto. Soprattutto quando l’amianto ce l’hai in casa e la casa è del Comune. L’incognita del trasloco, la Ztl che non arriva e Gratosoglio che prepara la rivolta ![]() E’ insomma una “triade” -pagana- quella che preoccupa (ma forse neanche troppo) l’Amministrazione Comunale milanese, una triade i cui vertici sono i commercianti cinesi, i residenti di zona Sarpi e quelli di Gratosoglio: le tre parti in causa nella questione della delocalizzazione del commercio all’ingrosso di Chinatown. Lo scorso lunedì 10 marzo si è tenuto a Palazzo Marino l’ennesimo tavolo operativo, il cui esito è l’appuntamento per un ulteriore tavolo operativo con tutti i soggetti interessati, all’incirca intorno alla metà di aprile, data entro la quale l’Amministrazione comunale ha chiesto alla comunità cinese di protocollare il progetto e dare delle tempistiche precise sulla realizzazione dell’Asian Trading Center. A febbraio è aumentato il traffico in centro e i nemici del ticket tornano alla carica ![]() L’ecopass è ormai giunto ad un bivio e le telecamere presidiano entrambe le direzioni possibili. Il bilancio dei primi due mesi e mezzo è tutt’altro che entusiasmante, se si esclude il fronte delle entrate; ma almeno ufficialmente il fine del provvedimento non era quello di fare cassa. I due obiettivi dichiarati –riduzione del 30% delle emissioni di PM10 e riduzione del traffico veicolare in centro– non sono stati centrati neppure a metà. Addio alle vecchie cabine elettorali in legno. Per evitare pericoli d'incendio a Milano si voterà in cabine metalliche. ![]() Al termine di una campagna elettorale senza fiammate e pochissimo patos –e non si preannuncia un'inversione di tendenza nelle prossime cinque settimane–, i Milanesi almeno una sorpresa ce l'avranno. Proprio il giorno delle elezioni. Una volta entrati nei 1248 seggi elettorali non troveranno le consuete cabine elettorali in legno, bensì nuovi cubicoli in metallo. L'annuncio è stato fatto dall'Assessore ai Servizi civici Pillitteri al termine della riunione di Giunta del 29 febbraio: "Alle consultazioni elettorali del 13 e 14 aprile le cabine elettorali saranno in metallo e non più in legno, per evitare pericoli d'incendio." Addio quindi alle assi di compensato che per decenni hanno raccolto nel loro segreto il voto che "solo Dio poteva vedere". Scenari a Milano e in Lombardia in attesa del Referendum per l’abrogazione della legge regionale n.18/2006 ![]() Esattamente un mese fa, il 5 febbraio, il Consiglio Regionale della Lombardia ha finalmente votato, dopo 4 rinvii, l’ammissibilità del Referendum per l’abrogazione della legge regionale n.18/2006 sull’acqua, quella che obbliga gli ATO provinciali a privatizzare i propri servizi idrici attraverso la messa a gara obbligata del servizio di erogazione - eccezion fatta per l’ATO di Milano - in contraddizione con la normativa nazionale. 34 voti a favore, 25 astensioni (tra cui, determinanti, quelle dei consiglieri di Forza Italia) e nessun contrario per un Referendum che è stato richiesto da 132 Comuni della Lombardia e sostenuto dal Contratto Mondiale sull’Acqua, dai vari Comitati lombardi e dal Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua. Il referendum si terrà nel 2009, forse: la speranza è che le legge regionale venga modificata prima di quel termine, e la paura è che possa cambiare la normativa nazionale. La linea 1 del metrò è a rischio collasso, mancano i finanziamenti ma l’Azienda municipale dei trasporti somiglia sempre più ad un fondo d’investimento ![]() 232 guasti alla metropolitana nel solo 2007. Oltre il 33% in più rispetto al 2004. Certo non avranno pensato alle statistiche le decine di migliaia di Milanesi che la mattina del 29 febbraio sono stati costretti a raggiungere aule scolastiche e luoghi di lavoro a piedi o su autobus sostitutivi stipati all’inverosimile. Per l’ennesima volta la linea 1 del metrò aveva mostrato tutti gli acciacchi dell’età e, a causa di un corto circuito, dalle sette del mattino alle dieci aveva scombussolato la mobilità cittadina. Un libro per ricordare e capire che la mafia a Milano esiste e prospera ![]() La Lombardia è la locomotiva d’Italia. La Lombardia è la quarta regione ad intensità mafiosa. Si direbbero due assiomi in contraddizione, invece tra le due cose c’è una connessione, anzi, quasi un rapporto di ‘causa-effetto’. “Molte delle ricchezze prodotte dal tanto decantato ‘modello lombardo’ si basano sulle fortune costruite su giri d’affari dei racket dell’usura, dello sfruttamento della prostituzione, del riciclaggio del denaro sporco”. Appunto: per gettare una luce su una tematica un po’ snobbata e che trova poco spazio tra gli interessi delle forze politiche e delle istituzioni locali, è stato da pochi giorni pubblicato un libro piccolo e ben fatto, Mafie del Nord, di Enzo Dell’Olio (edizioni Punto Rosso), che aiuta a individuare i percorsi che stanno a fondamento delle realtà mafiose in Lombardia. Procede, con lentezza e fatica, l’acquisizione da parte del Comune degli immobili confiscati alla criminalità organizzata ![]() Il Comune si impegna a ridare alla società civile i beni sottratti alla mafia. Risponde così il vice Sindaco Riccardo De Corato alle polemiche sulla scarsa tempestività e trasparenza con cui l’Amministrazione avrebbe gestito in questi anni l’acquisizione degli immobili confiscati alle cosche criminali. Dal 2001 ad oggi sono 43 gli immobili trasferiti dallo Stato al Comune, 4 dei quali devono ancora trovare destinazione d’uso. |
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